II.

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Questa notte farò i bagagli.

Se iniziassi adesso a sistemare i miei effetti personali si insospettirebbero e cercherebbero in tutti i modi di impedirmi di imbarcarmi con loro.

E questo non me lo posso proprio permettere.

Questa potrebbe essere la mia occasione di saperne di più, di scoprire la verità.

Avevo paura all'inizio. Non ho mai scavato a fondo perché temevo di trovare qualcosa di orribile e che tutti gli altri mi avrebbero considerata un abominio appena sarebbe venuto fuori cosa ero realmente.

È anche questo il motivo per cui ho sempre nascosto ciò che so fare. Se avessi rivelato tuto, ero certa che mi avrebbero abbandonata come tutti quelli che ho conosciuto o come coloro che mi hanno lasciata in questo posto anni addietro.

Ma ora con la loro partenza, ho deciso di rischiare. Desidero cercare delle risposte e forse posso trovarle proprio in quel luogo sconosciuto. E poi...

Sono arrabbiata. E soprattutto ferita.

Credevo che Kamil mi avrebbe portato con lui ed invece ha scelto di andarsene senza di me.

Ha infranto la promessa che ci siamo fatti da bambini: quella di rimanere sempre insieme qualunque cosa accada.

Mi sa che gli devo rinfrescare la memoria. Ma prima devo salire a bordo di quella nave senza che lui o gli altri se ne accorgano. E devo capire anche capire come sfuggire alle grinfie di Kaemon.

"Un jul per i tuoi pensieri."

Mi volto di scatto e vedo Khaos entrare nelle cucine. Oggi hanno incaricato me per preparare la cena a tutti, perciò non dovrebbe essere qui prima che sia pronto, è ancora presto.

Deve esserci una ragione.

Lui non fa mai niente senza un motivo.

"Cosa vuoi Khaos? Non vedi che sono impegnata?"

Come se non lo stessi minacciando con un mestolo in mano, si siede sulla sedia di fronte a me senza battere ciglio.

Ha tutta l'aria di qualcuno che deve confessarsi. Non mi sorprenderebbe se mi dicesse di aver fatto commesso qualche sciocchezza. Solo che come ho già detto, lui pensa sempre attentamente alle sue azioni prima di agire.

Ogni cosa viene calcolata sulla base di quanto gli conviene.

"Se abbassi quell'arnese, forse potremmo avere una conversazione civile. Non vorrai rovinare questo bel viso vero? Le ragazze là fuori non te lo perdonerebbero mai. Le priveresti di una simile visione?"

In questo momento la mia voglia di tiraglielo in fronte è aumentata. Tuttavia la mia curiosità prevale e così decido di posarlo e sentire cosa ha da dirmi.

Incrocio le braccia al petto con un espressione scocciata in volto.

Lui del canto suo invece non si leva quel sorrisetto malizioso dalle labbra. Adora farmi arrabbiare e sa perfettamente come riuscirci.

"Devo parlarti di una cosa. E devo farlo prima di partire."

Di colpo quel luccichio furbo nei suoi occhi scompare e una serietà che non gli appartiene si impadronisce del suo sguardo.

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