VI.

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Nessuno proferisce parola. L'unico suono che si percepisce nella stanza è quello dei nostri respiri.

Non intendo rivelare le mie carte per prima soprattutto non ho la minima intenzione di dirgli dei miei amici. Non so come potrebbe reagire, anche se ha accettato me e Kaemon non è detto che farebbe la stessa cosa con gli altri.

Potrebbe persino arrestarli e incarcerarli nella prigione di massima sicurezza di Mallory. Non ne uscirebbero più vivi.

Dicono che quel posto sia la punizione peggiore per i criminali. La massima pena inflitta a chi disubbidisce alle leggi di Nevan. Persino la morte sarebbe preferibile ad un destino tanto crudele.

"Sen sto perdendo la pazienza."

Io invece sto guadagnando dei minuti preziosi.

Evander si alza dalla sedia e si avvicina a passo lento verso di me. Sfortunatamente per lui, ho qualcuno che mi difende.

Kaemon si mette proprio in mezzo a noi due sguainando la spada contro il generale.

È in posizione di attacco e non ci penserebbe due volte a tagliargli la gola.

Evander dal canto suo non fa la minima piega. È come se si aspettasse una simile reazione.

Tuttavia non reagisce. Non intende difendersi, rimane fermo sul posto senza indietreggiare.

"Ragazzo, questa si chiama insubordinazione. Sai che potrei farti decapitare per un'offesa del genere? Anche il solo mostrarti aggressivo nei miei confronti è un atto molto grave. Perciò riponi la tua arma e spostati. Non te lo ripeterò di nuovo."

Kaemon non si muove. Non si fa intimidire dalla sue minacce. È pronto allo scontro. Gira la spada verso la parte più tagliente.

Vuole finirlo con un colpo solo.

Ma non posso permettere che accada, non posso far morire Evander e metterci in pericolo in questo modo, sennò l'essere arrivati fino a qui sarebbe stato tutto inutile.

Metto una mano sulla spalla del mio amico per cercare di calmarlo. Per fargli capire che va tutto bene e che il generale non mi farebbe mai del male.

E Kaemon fa esattamente come gli indico.

Abbiamo sempre avuto un linguaggio non verbale noi due. Ci basta guardarci o toccarci per capirci a vicenda.

Ripone la sua katana nel fodero e si posiziona proprio di fianco a me sulla destra.

"La tua fedeltà a lei è più grande per quella per il tuo paese. Se ad oggi avresti dovuto fare una scelta tra Sen e il tuo re, avresti certamente salvato la tua amica. Da una parte devo farti i complimenti per la tua fermezza nell'affrontarmi ma dall'altra devo darti dello sciocco. Non hai minimamente pensato alle conseguenze delle tue azioni. Credi davvero che non ti avrei ucciso se avessi voluto? Ho più esperienza di te nell'arte del combattimento. Mentre tu Sen..."

I suoi occhi puntano su di me come se fossi la custode di tutti i segreti del mondo. C'è smania di sapere, bramosia ed un pizzico di eccitazione.

"Sei stata davvero brava ad intervenire. Dall'altronde è la tua specialità salvare le persone."

Un sorriso spavaldo affiora sulle sue labbra, facendomi innervosire più del dovuto.

Non sopporto il fatto che lui sia a conoscenza delle mie capacità, è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento.

"Forse quel giorno ho commesso un errore."

Anche se fino ad oggi non lo ha detto a nessuno. Sono passati anni da quell'avvenimento e mi chiedo il perché del suo silenzio. Avrebbe potuto rovinarmi rivelandolo a qualcuno. Ma lo ha tenuto per sè.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01 ⏰

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