III.

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I colori sgargianti dell'alba si stagliano prepotenti illuminando piano piano ogni cosa, lasciandosi dietro il buio di una notte infinita. O almeno così mi è parsa. Le ore sembravano non passare mai, è come se il nuovo giorno cercasse in tutti i modi di ritardare la sua venuta. Come se sapesse cosa sarebbe successo da lì a poco.

Non ho dormito neanche un po'. Sono sveglia da almeno 24 ore. Non posso cedere al sonno, se mi addormentassi, li perderei sicuramente di vista e con loro anche la nave che tra poco salperà per quelle terre inesplorate.

Ma non posso alzarmi adesso. So che ognuno di loro verrà qui a salutarmi prima di andarsene soprattutto per assicurarsi che non li seguirò.

Li conosco troppo bene. Per questo sono già vestita ma con le coperte che mi arrivano fino al collo, per evitare che si accorgano dei miei indumenti.

All'improvviso quel silenzio assordante fa spazio al rumore di alcuni passi. Le tegole di legno del corridoio iniziano a cigolare avvertendomi dell'arrivo di qualcuno.

Chiudo gli occhi facendo finta di dormire.

La porta della mia stanza si apre lentamente, producendo il solito basso fischio dovuto all'usura. Prima o poi questo posto cadrà a pezzi.

"Dovevamo mettere dell'olio almeno nella serratura, temo che Sen potrebbe restare rinchiusa qua dentro e che questa dannata porta non si apra più."

" Khaos, abbassa il tono o la sveglierai. Sei troppo agitato. E poi... appena diventeremo ricchi questi problemi non ci saranno più. Sen avrà una casa come si deve. E per quanto mi riguarda questa catapecchia potrà andare anche in frantumi."

Kamil.

Lui invece è fin troppo calmo. La freddezza della sua voce, mi fa accapponare la pelle. A quanto pare neanche il fatto che stiano per partire per un viaggio pericoloso riesce a smuoverlo.

"Sono calmissimo. È solo che non voglio lasciare Sen in queste condizioni, se avesse bisogno di qualcuno non ci saremmo noi ad aiutarla."

Khaos sospira pesantemente. Come se avesse sulle spalle un enorme fardello. Mi si stringe il cuore al pensiero che fino all'ultimo si stia preoccupando per me.

Cerco di non muovermi. Rimango ferma immobile come una statua. Non devono capire che sto ascoltando la loro conversazione.

" Ti ricordo che ho lasciato Kaemon a sorvegliarla o te lo sei dimenticato? O forse quello che ti preme è che non ci sarai tu a tenerla d'occhio? Le stai troppo appiccato. Non è più una bambina, può cavarsela da sola. Sa affrontare e superare gli ostacoli senza difficoltà. Non sottovalutarla."

Non mi aspettavo queste parole da lui. Pensavo mi ritenesse solo una zavorra, incapace persino di sapersi difendere da sola.

Ma mi sbagliavo. Oggi ha completamente stravolto le mie convinzioni. Mi rendo conto che non sono ancora in grado di capire cosa pensa di me.

Eppure mi ha fatto piacere.

Anche se non ha ancora del tutto fiducia in me per portarmi con loro. Ed è questo che voglio dimostrare.

Di non essere più debole.

Di non avere più bisogno di protezione.

" Koa, porta fuori Khaos, potrebbe scoppiare da un momento all'altro."

" Non parlare di me come se non ci fossi. Sono qui proprio davanti a te. E non darmi ordini. Rimarrò in questa camera fino a quando non usciremo tutti. Darò il mio saluto a Sen. Non me ne andrò senza."

" Se ci tieni tanto allora trattieni la tua rabbia."

Come fanno a litigare anche in un momento simile?

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