La voglia improvvisa di sbattere la testa contro un albero [parte 2]

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Mi chiedevo se avrei potuto scambiare qualche parola con qualcuno piuttosto che dormire. Nico non me lo avrebbe permesso, ma avevo paura. Magari potevo provare a parlargliene o forse era meglio evitare di far precipitare la situazione nel Tartaro e lasciar perdere.

Mentre raggiungevamo la cabina il rumore di zoccoli che calpestavano il sentiero ci fece fermare. Chirone venne avanti tenendo una torcia in mano.

- Ragazzi vi stavo cercando! - disse illuminandoci i visi - Ho parlato con gli altri e abbiamo deciso di fare dei turni per controllare la situazione di notte - spiegò.

Mi sentii immediatamente in colpa, non volevo che i miei amici rinunciassero al riposo a causa mia e metterli in quella scomoda situazione solo gli dei sapevano fino a quando. Anzi nemmeno loro a quanto pare.

- Dice che è meglio in questo modo? - intervenne Nico riportandomi alla realtà.

Chirone annuì. - Sì, Leo ha avuto l'idea. Ha detto che tutti hanno bisogno di una pausa, quindi anche tu e io sono d'accordo così come tutti gli altri. - disse. Nico sembrò rifletterci su - Forse ha ragione, non sarebbe una cattiva idea... Per te va bene? - mi chiese.

Non ero molto convinta, infatti negai con la testa - Non voglio che facciate tutto questo per me, posso farcela da sola. Non è giusto che vi stanchiate inutilmente quando ci sono cose più serie a cui pensare - dissi.

Chirone mi sorrise poggiandomi una mano sulla spalla. - Bambina, è così che funziona! Siamo una squadra e ci aiutiamo l'un l'altro, non importa quale sia il sacrificio da fare. Non ti preoccupare, non è la prima volta che si fa una cosa simile - mi rassicurò con un sorriso caldo.

Non mi sentii meglio, ma quelle parole alleggerirono il peso che porto sulle spalle, avevo altre persone su cui contare.

- Comincio io con il primo turno o avete già scelto? - chiese Nico portando la mano all'elsa della spada nella fodera sistemata sul fianco.

- No per ora puoi rimanere tu, poi ti verrà a dare il cambio Percy - disse Chirone.

Nico annuì deciso. - Scusatemi, arrivo subito - si scusò e cammina verso le altre case. Che ce l'avesse nuovamente con me?

- Non ce l'ha con te. Nico è fatto così, sarà andato a parlare con qualcuno - disse il centauro rispondendo alla mia muta domanda, gli sorrisi riconoscente. Ma per caso erano tutti provvisti della lettura del pensiero?


***


Una volta sistemata nel letto, presi a fantasticare su come potevo far passare il tempo senza addormentarmi, ma già con quei pensieri il sonno cominciava a rendermi le palpebre pesanti.

Osservai Nico mentre si sedeva sull'altro letto, proprio di fronte a me, e appoggiava la spada accanto a sé. La potei guardare con attenzione grazie alla luce presente nella stanza.

Era lunga e sottile, fatta di un materiale scuro probabilmente ferro dello Stige -conoscendo le origini di Nico era più che plausibile- ed emetteva un bagliore sinistro. In poche parole, era una forza.

- Ti piace? - chiese Nico notando il mio sguardo.

Colta alla sprovvista e annuii frettolosamente. - Sì, sembra interessante - sostenni.

Nico annuì ridacchiando sorprendendomi. Voglio dire, Nico che ridacchia?

Si ripiombò in quell'imbarazzante silenzio stressante. Mi sentivo a disagio, non che avessi motivo per esserlo, sia chiaro, ma quella situazione non mi andava a genio e non riuscivo a rimanere rilassata sapendo di essere costantemente fissata per tutta la notte. Anche se loro erano dalla mia parte, non era semplice.

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