«Non credo che tu possa prendere tutta quella roba senza pagarla»
Robin osserva Eddie saccheggiare il minifrigo del chiosco di hot dog, le braccia conserte e un'espressione corrucciata dipinta sul viso.
Il mio collega capellone solleva lo sguardo, aggrottando le sopracciglia. Ha un pacchetto di Fritos tra i denti e all'incirca dieci lattine di Pepsi tra le braccia.
«C'è un'auto ribaltata, il pavimento distrutto e due vetrine in frantumi. Credo che qualche bibita e un pacchetto di patatine rubati non siano proprio tra le priorità dello Starcourt in questo momento» ribatte, posando le bibite sul bancone e aprendo il pacchetto di patatine, cominciando a mangiarle.
«In più, c'è un mostro fatto di persone fuse in giro per Hawkins. Non è neanche detto che saremo ancora tutti su questa Terra lunedì» affermo, e Eddie mi dà ragione con un cenno, prendendo una manciata di Fritos e trangugiandole come un animale. Assolutamente disgustoso.
Eddie ha preso stranamente con tranquillità tutta questa storia di Undici e dei superpoteri. Dopo un'iniziale confusione, si è presto fatto una ragione della cosa, accettandola come se fosse qualcosa di normale e assolutamente usuale; Dustin gliel'ha spiegata con i termini da nerd di D&D, e tutto improvvisamente è diventato più chiaro e meno spaventoso.
Al contrario, a giudicare dal modo in cui si sta mangiando le unghie da circa mezz'ora, Robin invece non sembra averla presa proprio benissimo.
Obiettivamente, attaccando al quadro generale i pezzi di puzzle che mancavano anche a me, non mi sento granché tranquilla: sapere che in giro per Hawkins c'è quello psicopatico di Hargrove posseduto da nientemeno che un mostro di un'altra dimensione è a dir poco spaventoso.
«Sono ancora piuttosto perplessa su questa storia, per la verità. Vorrei non crederci e pensare che siete tutti pazzi, ma ho visto una ragazzina sollevare con il pensiero un verme mutante dalla sua gamba purulenta e lanciarlo altrove, e penso che ormai l'effetto della droga sia andato. Perciò...» Robin lascia cadere la frase, passandosi una mano sul viso stanco.
Ridacchio: ci siamo passati tutti quanti, in fondo.
Mi guardo intorno in cerca di Harrington, che sembra mancare all'appello.
«Dov'è Steve?» domando infatti, guardando Robin e Eddie con fare interrogatorio.
I due smettono di battibeccare per un attimo, per guardarsi con aria confusa, poi alzano le spalle.
Sospiro, alzandomi in piedi per andare a cercarlo, sperando in tutti i modi che Hopper non mi veda: non vuole che andiamo in giro per il mall, ed effettivamente, capisco anche il perché, ma non riesco a stare tranquilla sapendo che Steve è da qualche parte solo.
Oh, Dio: sto diventando paranoica come mia madre.
Attraverso velocemente il corridoio, quando noto qualcuno nel bagno.
Faccio un passo indietro, rendendomi conto che si tratta proprio di Steve, talmente assorto a guardare il suo riflesso da non essersi nemmeno accorto della mia presenza.
«Per chi ti fai bella?» domando, entrando a passo cadenzato nel bagno.
Steve ridacchia, distogliendo lo sguardo dallo specchio per voltarsi verso di me.
«Mi hanno conciato piuttosto male, eh?» chiede, e io sorrido, appoggiandomi al lavandino.
«Sta' tranquillo: qualche settimana e sarai come nuovo. E se non sarà così, beh, a noi ragazze fa sempre un certo effetto vedere un ragazzo con un occhio nero» ammicco, e lui sorride, per poi fare una piccola smorfia di dolore. Mi avvicino d'istinto con preoccupazione, notando che il suo labbro sta sanguinando.
STAI LEGGENDO
Working For The Weekend - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [2]
FanfictionÈ tempo di estate a Hawkins, e Nell sa perfettamente che suo malgrado, sotto lo stretto obbligo di sua madre, dovrà passarla dietro al bancone del Disco Teca, il nuovo negozio di dischi che ha aperto allo Starcourt Mall. Non ha intenzione di dispera...