Capitolo 4

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Nei due giorni seguenti morirono altri due alunni del liceo, perciò la polizia e i carabinieri quella mattina non fecero altro che andare avanti e indietro per la scuola facendo domande ad ogni alunni, qualvolta interrompendo anche le lezioni.

Anche se era solo il primo giorno di questo controllo gli alunni e pure i professori erano stufi, anche perché pure loro erano tra gli indiziati.

Luna fu sollevata che quel giorno non le avessero fatto l'interrogatorio , però sapeva bene che uno di quei giorni le sarebbe toccato.

Ma ora voleva solo andare con Eren a finire la loro opera.

Quando uscì dall'edificio lui era già lì che l'aspettava, appena la vide le sorrise, è incredibile come una persona, entrata per caso nella sua vita, le cambiasse le giornate.

"Ciao Eren" lo salutò lei .

"Ciao Luna" ricambiò lui.

Stavano per andarsene quando "Ehi! Voi due!" i ragazzi si voltarono lentamente, erano due poliziotti.

I due si avvicinarono di più a loro "Potremmo farvi qualche domanda?" Luna guardò l'amico per cercare da lui conferma, le sembrava un po' agitato, ma forse era solo una sua impressione.

"Certo! Dite pure" uno dei due prese carta e penna "Iniziate dicendoci il vostro nome e cognome"

"Io sono Luna Tironi" disse indicandosi "E lui è Eren Otis, scusatelo ma è un po' timido" continuò guardandolo.

"Bene...frequentate la terza superiore?" Luna annuì, e intanto l'uomo con il taccuino continuava a segnare.

"Dove eravate ieri sera? Tra le 23:00 e le 2:00?" La corvina guardò Eren come se la risposta fosse ovvia "Dormivamo no?" il poliziotto non sapeva più che dire.

"Scusateci, ma noi dovremmo andare...dobbiamo finire un compito" parlò il ragazzo prendendo per il polso l'amica.

"Va bene, e ricordatevi se avete notizie del misterioso killer avvisateci"

Il moro iniziò a trascinare via la ragazza e appena svoltarono l'angolo la lasciò andare.

Luna iniziò a massaggiarsi il polso "Eren...che ti è preso?"

Il ragazzo abbassò lo sguardo "Questa situazione...mi mette a disagio..."

"Penso che sia difficile per tutti...ma tanto noi due non abbiamo colpa perciò vai tranquillo" la bocca del ragazzo si aprì leggermente, ma non uscì nessun suono. Forse voleva dire qualcosa che non voleva...o che non poteva?

"Già hai ragione...ora vieni che andiamo a casa mia"


Arrivarono davanti a un condominio, abbastanza lontano da centro. Il suo appartamento era al terzo piano. Il ragazzo frugò per un po' nello zaino prima di trovare le chiavi, era abbastanza sbadato.

Appena aperta la porta si trovarono davanti a un lungo corridoio, con delle porte che conducevano alle varie stanze: bagno, cucina, camere da letto. Alla fine del lungo corridoio c'era la sala, che più ce una sala sembrava un laboratorio artistico, c'erano tavole ovunque, e uguale con i colori in tubetti, i pennelli invece accuratamente disposti su un tavolino.

"E così è qui che dipingi ?" chiese Luna appoggiando lo zaino vicino al divano.

"Già" rispose brevemente lui mentre prendeva i vari colori ad olio che poi mise vicino ai pennelli "Io vado a preparare il pranzo...ti va un piatto di pasta?" La corvina annuì e così il ragazzo si diresse in cucina, mentre lei si sedette sul divano.

Stava riguardando i suoi bozzetti quando sentì quell'odore, un odore che avrebbe potuto riconoscere su un milione.

L'odore proveniva da un armadio, fece per aprilo ma era chiuso a chiave. Avrebbe voluto cercarla, però non era a casa sua e sarebbe stato scortese se Eren la trovasse a frugargli casa.

"Luna!Vieni!Ho finito!" la ragazza si riprese dai suoi pensieri e andò in cucina dove trovò due bei piatti di pasta, e solo in quel momento si accorse di aver fame e anche molta.

"Wow! Avevi proprio fame"Esclamò lui sorpreso.

"Tranquillo, che a stomaco pieno mi vengono i lampi di genio" e poi entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.

Il pomeriggio volò tra le risate, gli scherzi e la pittura.

Alla fine era arrivato il momento più atteso, ci voleva il tocco finale: il rosso del sangue.

"Allora, chi metterà il sangue?"chiese Luna.

"Lo faccio mettere a te se vuoi...però" la ragazza lo guardò "Devi dirmi perché ti attira tanto l'idea di dipingere un cadavere".

"Potrei farti la stessa domanda"

"Non capovolgere la situazione"

La corvina sospirò "Amo il colore del sangue" il ragazzo la guardò sgranando gli occhi, lei spostò il volto per non guardarlo. Non era normale che ha una persona piacesse tanto un colore simile.

La ragazza continuava a rimanere girata, forse la stava prendendo per pazza o robe simili.

"Pure a me " Luna si voltò lentamente "Sei serio?" chiese stupefatta "Mai stato più serio di così"

Si guardarono per qualche minuti, e poi la ragazza sorrise.

Per la prima volta nella sua vita si sentiva a suo agio.

Amo il colore del sangue || Bloody PainterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora