Sognando... PAULO DYBALA

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Eccomiiiiiiiii RomanticCiurmaaaaaaaaaaaaaa con una nuova one-shot di quelle DEDICATE A VOI!!!
Stavolta tocca a @La_Pigna che mi ha chiesto una storia su Dybala, specificando come location il centro commerciale e la protagonista ventenne di nome Vanessa <3 per il resto ha lasciato alla mia fantasia e beh, questo è ciò che è venuto fuori eheheh

Spero che ti piaccia amo <3 ci sentiamo in fondo ciauzzzzzzzzzz

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"CHEPPALLEEEEEEEEEEE!"

"Dai, Vanessa!" mi rimprovera Giulia, "Per una volta che ti chiedo un favore!"
L'ennesimo energumeno sbatte contro di me, facendomi barcollare; ci pensa la calca in cui sono immersa a tenermi in piedi, siamo talmente stipati che non potrei cadere nemmeno se volessi. 
"Amica mia, sai che farei qualsiasi cosa per te" riprendo, "ma dovevi proprio chiedermi di accompagnarti a Porta di Roma quando c'è la Roma come ospite speciale al centro commerciale?"
"Sono voluta venire PROPRIO perché c'è la Roma!" mi rimbecca lei. Gli schiamazzi della folla sono talmente forti che la sento a malapena. 
"E perché la squadra sarebbe qui?"
"Dai, Vanessa, te l'ho già detto cento volte! Stanno festeggiando il nuovo acquisto! Hanno appena comprato Pau-"
"La smetti di spingermi!" sono costretta a interromperla, per incazzarmi con un branco di ragazzini scalmanati alle mie spalle. "Porca vacca, 'sti bimbetti non hanno più rispetto!"
Giulia scoppia a ridere. "Non parlare come una vecchia... hai solo vent'anni!"
"Già. Troppo pochi per farmi schiacciare da una folla di invasati" e mi volto, iniziando a farmi spazio tra la folla. 
Giulia si allarma: "No, Vane, dove vai? Non vorrai piantarmi in asso!"
"Sta' calma" la tranquillizzo, "vado un attimo al bagno e torno."
"Va bene, ma fai in fretta! Non so perché ancora non cominciano, ma appena arriva la squadra non riuscirai più a raggiungermi qui sotto al palco!"
"Che peccato!" mi vien da pensare, ma me lo tengo per me. Mi limito a farle un cenno di assenso col capo e, con un gran sforzo, riesco a creare un varco tra le persone e raggiungere finalmente un corridoio laterale. C'è casino anche qui, ma almeno si cammina. E ora, dove diavolo è il bagno? Bella storia, non riesco nemmeno a orientarmi.
Mi tengo sul lato del muro e alla fine, tra un negozio e l'altro, trovo un piccolo corridoio; alzo gli occhi e vedo il magico cartello con l'omino e la donnina stilizzati. 
Non sono mai stata più felice di vederli. E no, non perché me la sto facendo sotto, ma perché forse là dentro ritroverò un po' di pace.

Percorro lo stretto passaggio a passo svelto, guardandomi alle spalle a ogni suono un po' più forte, con la paura che un gruppo di persone sia colpito da incontinenza di massa e che, quindi, nemmeno lì io possa stare un attimo in silenzio. Arrivo a ridosso della porta prima del previsto e, distratta come sono, quasi ci sbatto sopra. Mi appoggio al maniglione antipanico e spingo, buttandomi dentro al bagno con impeto e con altrettanto impeto mi chiudo la porta alle spalle. 
Per silenzio, c'è silenzio.
Anche troppo. E non ci sono lavandini, né specchi, né tantomeno cubicoli. 
Dove diavolo sono finita? Che sia l'antibagno?
Il corridoio continua alla mia destra e, senza farmi troppe domande, continuo a percorrerlo. C'è una porta, provo ad aprirla ma è chiusa. 
Svolto l'angolo e, nel farlo, mi ritrovo di fronte una figura indefinita. Per poco non mi prende un colpo. Anche lui non se lo aspettava, infatti sobbalza. È un ragazzo giovane, castano, bel fisico asciutto; mi sorride, divertito dal modo in cui ci siamo spaventati a vicenda.
Alla fine, una strana consapevolezza si fa spazio in me e formulo due ipotesi: o sono in qualche area sul retro del centro commerciale, oppure sono nel bagno degli uomini. E a 'sto punto spero vivamente sia la prima. 
"Ehm... questo non è il bagno, vero?" Ti prego dimmi di no, dimmi di no.
"No, non è il bagno" risponde lui sempre più divertito. 
Oh, meno male! I suoi occhioni nocciola sono così penetranti che mi imbarazzo e, per dissimulare, mi gratto un sopracciglio. "Devo aver sbagliato porta, allora."
"Anche io ho sbagliato, se può consolarti"
"Ah, sì?"
"Sì, davvero."
Sembra simpatico, così mi rilasso. "Cercavi anche tu il bagno?"
"No..." confessa, "cercavo solo un po' di tranquillità. Sono un po' nervoso."
"Oh, non dirlo a me!" esplodo, felice di aver trovato qualcuno che mi capisce. "Anche tu sei stato trascinato qui dai tuoi amici per via della Roma?"
Lui corruga le sopracciglia, poi sbuffa una risatina. "Beh, sì, in un certo senso..."
"Che stress, vero? Che cosa ci sarà di tanto speciale in dieci ragazzi che rincorrono un pallone? Tutti a osannarli come se fossero delle divinità! Che bisogno c'è di stiparsi in massa per vederli? Boh, io dico, alla fine sono solo persone come me e te!"
Lui mi ascolta assorto, tanto che rimane qualche secondo in silenzio dopo la mia arringa. Alla fine, il sorriso torna ad allargarsi sul suo volto ancor più raggiante di prima. "Come me e te. Hai ragione" e allunga una mano verso di me. "Comunque piacere. Io sono Paulo."
"Vanessa" ricambio, accettando la stretta e ricambiandola. Ha una mano forte e calda. 
"È stato un piacere conoscerti, Vanessa. Vorrei rimanere a chiacchierare ancora un po', ma devo proprio andare."
A quelle parole, torno improvvisamente alla realtà. "Anche io. Se i giocatori sono già arrivati non riuscirò più a raggiungere la mia amica."
"No, non ci sono ancora ma corri" mi incita lui, "arriveranno presto. Arrivederci, Vanessa!" Poi corre via, sparendo dietro l'angolo opposto del corridoio. 
"Ciao, Paulo!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 16, 2023 ⏰

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