CAPITOLO 8

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Tseya's pov:

"Net!" lo chiamai, ma non si girò e quasi corse nella sua capanna. Non lo seguii, probabilmente voleva dormire siccome era stato sveglio tutta la notte.

"Tseya, devo parlarti" mi girai e mi ritrovai Lo'ak a tre dita dal mio viso. Feci un passo indietro senza pensarci. "Si, dimmi" dissi guardandomi intorno ancora in pensiero per Neteyam.

"È una cosa seria, vorrei parlarti dove nessuno possa origliare..." fece qualche passo girandosi e io lo seguii.

Parlare con lui mi avrebbe fatto bene, magari mi avrebbe anche calmata come riusciva sempre. Ci sedemmo in un punto isolato della spiaggia.

"Bene, cosa succede?" dissi sistemandomi per stare comoda. "Ti devo dire questa cosa nel caso in cui... insomma, se domani dovesse andare male. Voglio che tu sappia quello che mi passava per la testa un mese fa." abbassò lo sguardo.

Capii che si stava vergognando e che sfuggire ai miei occhi l'avrebbe aiutato un minimo nel continuare.

"Credo che tu per un po' di tempo mi sia piaciuta. Ti ho mentito; ti evitavo per questo oltre gli altri motivi. E voglio che tu lo sappia perché non voglio mentirti e se io domani dovessi morire, voglio che tu sappia tutta la verità su di me." quasi disse tutto d'un fiato, probabilmente per l'agitazione.

Ma non mi sarei mai arrabbiata con lui. Non potevo. "Ancora non capisco perché mi hai evitata per tutto questo tempo e soprattutto non capisco perché l'hai fatto con Neteyam. Mi hai sempre detto che gli vuoi un bene dell'anima; e allora lui cosa c'entra?" Cercai di non alzare la voce per non metterlo sotto pressione e per non farci sentire da mezzo villaggio.

"Perché non volevo rovinare le cose tra di voi, e non volevo che mio fratello mi odiasse perché mi ero innamorato della sua ragazza" mi guardò finalmente in faccia "Ti prego, dimmi che mi capisci. Non sei arrabbiata, vero?"

Quasi mi faceva tenerezza. Dopo tutto questo secondo lui la cosa più importante era se fossi arrabbiata o meno. "Non sono arrabbiata. Ma tu come sei stato per tutto questo tempo? Non mi piace che tu sia stato male. E non ho neanche fatto niente" mi guardò quasi non capendo. Allora gli misi una mano sulla spalla e continuai "Io spero che domani vada tutto bene perché voglio continuare a parlare con te, e voglio aiutarti, per qualunque cosa. Ma, ti prego, dimmi se sei stato male. Ci tengo tanto a te. Faccio finta di odiarti... ma lo sai come sono!" finii la frase in tono ironico e gli causai una risatina.

"Comunque lascia stare, ora è tutto ok" lo guardai in tono rimproveratorio. "Te lo giuro!" allora scoppiai a ridere, e finalmente mi sentii libera di un grosso peso. "Sai, pensavo mi odiassi" dissi dopo una lunga risata. "Ma come potrei mai odiare la ragazza più pazza del villaggio?! Mi eri mancata." e finalmente ci riabbracciammo, dopo tutto quel tempo.

Si, mi era mancato tanto.

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Il cielo buio della notte stava iniziando a diventare sempre più chiaro quando io e mio fratello ci svegliammo. "Fratello, stai attento." lo abbracciai. "Anche tu sorellina" mi disordinó i capelli. Uscimmo dalla capanna solo dopo esserci fatti delle striscie in faccia: il popolo degli omatikaya lo faceva sempre in caso di guerra, e decidemmo di farlo anche noi. Magari ci avrebbe portato fortuna e Eywa sarebbe stata dalla nostra parte.

Aggiustai la cinghia sulla pancia di mio fratello: aveva anche legato i capelli per stare più comodo. Io avevo fatto le trecce attaccate alla cute, così che non mi venissero i capelli davanti al viso.

Prendemmo arco e freccia e ci dirigemmo alla capanna di Tonowari, dove c'erano già tutti.

"Buongiorno a tutti. Ci organizzeremo per gruppi da tre, come ho già detto ieri. Buona fortuna a tutti, e che Eywa ci aiuti."

Now I know I love you // Neteyam & TseyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora