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È passato soltanto qualche mese da quando abbiamo iniziato l'università, eppure sembra una vita. Sono comunque certa che, una volta che ci saremo laureate, questo posto ci mancherà.

Sono nella mia stanza, sdraiata sul letto, mentre mia sorella si sta provando dei vestiti alla ricerca di quello che indosserà stasera quando uscirà con un ragazzo. Per lei è stato facile fare subito nuove amicizie e far cadere i ragazzi ai propri piedi, è sempre stata socievole con tutti, a differenza mia, perché se Rachel non fosse la mia compagna di stanza non avremmo mai stretto amicizia e di conseguenza non avrei mai conosciuto Ronan, e se Nicole non fosse rimasta incinta di Alex, non l'avrei mai nemmeno incontrata.

«Questo come mi sta?» mi chiede mentre si guarda allo specchio con un vestito rosa e bianco.

«Bene.» sussurro.

«È quello che hai detto per gli ultimi cinque, Eleonor.» mi dice guardandomi dallo specchio.

«È colpa mia se a te sta bene tutto?» le chiedo.

Nonostante siamo identiche, e abbiamo anche le stesse forme, come se fossimo state fatte al computer, trovo che certe cose stiano meglio a lei, infatti lascio che sia lei ad indossare bei vestiti, io resto fedele a tute, jeans, leggings, t-shirt e felpe enormi, per non parlare dei tacchi, che sono il mio incubo, ma che lei creerebbe una stanza intera in cui mettere soltanto scarpe e borse, ne ha così tante che non ha più posto in cui metterle.

Qualcuno bussa alla porta e lei va ad aprire, io resto sdraiata.

«Oh mio Dio, chi non muore si rivede!» esclama Ebony.

«E infatti tu sei qui. Dov'è Eleonor?» ma... io conosco alla perfezione questa voce.

«Eleonor non c'è. Ti consiglio di evaporare prima che chiami la sicurezza del campus.» gli risponde lei.

Vorrei vederlo, vorrei capire che cosa è successo, ma, in fondo, non dovrei nemmeno perdere tempo per questo. Ebony ha detto la cosa giusta, cioè che non ci sono, perché non devo vederlo, se lo guardassi negli occhi non ci capirei più niente, penserei ai dodici anni di amicizia, al fatto che siamo cresciuti insieme, e se volesse una possibilità potrei anche dargliela... una possibilità che non si merita, per cui resto ferma senza raggiungere la porta. Perché io spero che sia qui per questo e non per prendersela di nuovo con me.

Sotto sotto lo sapevo che un giorno sarebbe tornato, eppure non posso dimenticare che mi ha voltato le spalle in quel modo e che non si sia fatto vivo per diverso tempo, per non parlare di quello che è successo alla festa di Billy, a quell'altra festa e il giorno dopo a casa sua.

«Devi dirle di chiamarmi, ho bisogno di parlarle. Puoi farlo?» le chiede lui.

«Certo Jason, poi vuoi che vi organizzi anche un'uscita per parlare dei buoni vecchi tempi?» gli chiede mia sorella, ironica.

«Sei una patetica stronza, come fai ad essere sua sorella?»

«Tutto bene Ebony?» è una voce maschile, non so chi possa essere.

«No, questo tizio non mi lascia in pace. Potete pensarci voi, per favore?» dice lei, facendomi abbassare lo sguardo.

Per quanto vorrei uscire a parlare con lui, non posso lasciargli credere che basti tornare nella mia vita per far sì che le cose tornino come prima, per cui resto nascosta, lascio che gli amici di mia sorella lo accompagnino all'uscita del dormitorio e lascio che mia sorella chiuda la porta, mentre lui continua a dirle di dirmi che devo chiamarlo.

Ebony ha sempre avuto tanti amici, quando andavamo al liceo ne era circondata, mentre io e Jason ce ne stavamo sempre da soli, perché non c'era posto per nessun altro. Eravamo soltanto io e lui ed eravamo felici...

Se non si fosse comportato male ogni volta che ci siamo incontrati, nell'ultimo periodo, sarei stata felice di vederlo e di scoprire che cosa vuole dirmi, ma sono stata talmente male a causa sua che non mi interessa...

«Dovresti ringraziarmi, se non ci fossi stata io ti saresti fatta prendere in giro da quell'idiota... ora dimmi seriamente come mi sta questo vestito.» mi dice mentre chiude la porta e si rimette davanti allo specchio.

Già, probabilmente se non ci fosse stata lei ora l'avrei fatto entrare e ci starei parlando...

Sa che l'ho incontrato, ma non le ho raccontato niente di quello che è successo, sapevo che, se l'avessi fatto, avrebbe dato di matto e non avrebbe fatto altro che ripetermi quanto sia stupida, cosa che comunque ha lo stesso fatto, visto che non l'ho ascoltata e sono uscita con loro... anche se mi farebbe bene parlarne con mia sorella, sfogarmi e farmi consigliare, quello che non mi farebbe bene è il modo in cui reagirebbe, non ne ho bisogno in questo momento.

«Allora?» mi chiede guardandomi dallo specchio: «Eleonor se è a Jason che stai pensando smettila subito. Ti ha usata, ti userebbe ancora perché non vuole rimanere da solo. Rispetta te stessa, non dargli potere su di te.»

«Non sto pensando a lui.»

«E allora a che cosa?»

«Che staresti meglio senza avere me intorno che ti creo problemi.» le confesso.

«Io e te siamo una cosa sola. Non esisti tu se non esisto io e non esisto io se non esisti tu. Smettila di pensare di non essere abbastanza, perché tu sei la persona più bella che io conosca, sia dentro che fuori, e se c'è qualcuno che dice il contrario non ascoltarlo, perché non ci capisce niente.» sorrido.

Di solito non è così, ma deve aver capito che ho qualcosa e quindi sta cercando di farmi salire il morale anche se non sa esattamente che cos'ho. Riesce a capire che non sto bene, comunque, perché siamo una cosa sola.

Sorrido e mi giro a guardare tutti i vestiti ammucchiati sul mio letto, prendo quello verde acqua e lo tengo in mano.

«Questo, secondo me, è il più bello.» le dico.

«Uhm... nah, direi che metterò questo qui. Verrò domani a riprendere tutto, buona serata!» se ne va subito.

Sapevo che avrebbe passato tutto il pomeriggio a provare vestiti, e che quando le avrei dato la mia opinione mi avrebbe fatto capire che sul vestito aveva già le idee chiare, e poi se ne sarebbe andata senza sistemare e lasciando tutti i vestiti qui. La conosco troppo bene.

Parte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora