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Sto passeggiando con Billy. Sono rimasta sorpresa quando stamattina Nicole mi ha scritto chiedendomi se potessi andarlo a prendere a scuola e stare un po' con lui, non potevo di certo rifiutare.

«Tu e zio Jay vi sposerete?» mi chiede.

«Non lo so.» gli sorrido.

«La tua pancia crescerà come quella della mamma di Grant?»

Grant sarebbe il suo amichetto, prima ho visto sua madre ed è incinta, non so perché ora lui si sia messo in testa queste cose.

«Forse, un giorno...» gli rispondo.

«Ma tu sei felice zia Elle?»

Perché mi sta facendo tutte queste domande?

Non penso che Jason gli abbia chiesto di chiedermi queste cose, non avrebbe senso, potrebbe venire lui stesso a farmele e a parlarmene. Credo solo che Billy stia crescendo e andando a scuola se ne parla, tra bambini parlano delle famiglie.

Mi abbasso e lo guardo negli occhi, non potendo credere che sia cresciuto così tanto, sembra ieri che è venuto al mondo.

«Sai chi mi rende tanto tanto felice?» gli chiedo.

«Zio Jay?»

«Tu e zio Jay.» sorride di vero cuore e mi salta addosso abbracciandomi.

È un bambino pieno d'amore, è la prima persona che ha sempre creduto in me e in suo zio.

Mi rialzo e gli riprendo la mano, riniziamo a camminare diretti a casa sua, dove Nicole ci sta aspettando.

«Vorrei che tu fossi la mia mamma e zio Jay il mio papà...» mi confessa ad un certo punto.

Come?

A dire una cosa del genere non era mai arrivato, mai, non so se sia successo qualcosa che io non so o se sia semplicemente qualcosa che pensa, ma se l'ha detto, qualcosa c'è sotto.

«Perché dici questo? I tuoi genitori ti vogliono molto bene.»

«Litigano sempre e si dimenticano di me.» mi risponde.

«È impossibile dimenticarsi di te.» gli dico io.

«Allora perché loro lo fanno?» mi spezza il cuore...

Sono qui, ad ascoltarlo parlare e a cercare le parole giuste da usare, quando proprio io, in prima persona, mi sono sentita esattamente come lui da bambina.

«Vedrai che le cose si sistemeranno... ti voglio tanto bene.» non potrei dirgli altro.

È soltanto un bambino, non posso dirgli, che ne so, "mi dispiace", oppure "i tuoi genitori sono dei cretini". È anche sbagliato dirgli che si sistemerà tutto, ma io non avevo nessuno che mi dicesse nemmeno questo da piccola.

«Te ne voglio anche io.» gli sorrido.

Saltella felice fino ad arrivare davanti casa sua, noto subito che l'auto di Nicole non è parcheggiata nel vialetto, quindi prendo il cellulare e lascio la mano di Billy, che corre a prendere il suo pallone e inizia a giocarci in giardino.

«Ei, dove sei?» le chiedo non appena risponde.

«Da un amico, perché?» in sottofondo sento una voce maschile.

«Come perché? Ho riportato Billy a casa.» lo guardo e gli sorrido, è troppo lontano per sentire ciò che dico.

«Oh, giusto. Beh... usa le chiavi di riserva sotto alla tartaruga, mettilo davanti alla tv e torna a casa, io cerco di arrivare presto.»

È impazzita?

A me non frega un bel niente di lei e del suo amico, è di Billy che stiamo parlando, e non ho intenzione di mollarlo da solo davanti alla tv, mentre lei non sa nemmeno a che ora tornerà.

«Lo porto da me. Vuoi salutarlo?» anche se non avrei dovuto nemmeno proporglielo.

«Devo andare. Ciao Elle.»

Okay tutto, ma avrebbe potuto ringraziarmi, e soprattutto dirmi di salutarglielo, invece no...

Metto il cellulare in tasca e lo guardo, consapevole del fatto che devo stare attenta ad ogni parola che uso perché pensa già che i suoi si dimenticano della sua esistenza, ora non posso fargli sapere che Nicole si è dimenticata che lo avrei riportato a casa a quest'ora.

«Buone notizie: ho proposto alla mamma che tu venissi a cena e dormissi da me e ha accettato.» gli dico, facendolo correre verso di me.

«Wow!» esclama felice.

«Forza, andiamo, facciamo una sorpresa allo zio Jay.» lo prendo di nuovo per mano e iniziamo ad incamminarci verso casa mia.

Una volta ho sentito Nicole parlare al telefono, non so chi fosse, immagino una sua amica. Io ero piccola, a differenza sua, lei era più grande, ed era appena venuta a vivere a casa loro, non conosceva nessuno, Alex la lasciava sempre sola. Diceva che non voleva diventare madre, che, se avesse potuto, avrebbe abortito... poi non so se, con Billy che è venuto al mondo, il suo pensiero sia cambiato, so solo che a volte sembra essere tornata quella ragazza giovane e stronza che era quando l'abbiamo conosciuta.

Non appena entriamo in casa Billy corre dritto da suo zio, sorpreso di vederlo qui, ma felice, si abbassa e lo prende in braccio, facendo sì che si abbraccino.

«Ei! Ma che ci fai tu qui?» gli chiede Jay.

«Dormo qui!» esclama felice, per poi abbassare lo sguardo: «Zio... ti sposerai la zia Elle?» fa anche a lui la stessa domanda.

«Certo.»

«E la sua pancia diventerà grande come quella della mamma di Grant?» stesse identiche domande...

Jason mi guarda sorpreso, visto che Billy non aveva mai fatto domande simili, in effetti è strano, ma è un bambino... è curioso.

«Fai troppe domande... corri a lavarti le mani.» lo mette giù e lo guarda correre verso il bagno.

«Non si sente considerato né da Alex né da Nicole, ha detto che vorrebbe che io e te fossimo i suoi genitori.» gli dico, facendolo voltare verso di me.

«Beh, quei due non fanno altro che litigare.»

«E si dimenticano di lui.» aggiungo.

«No dai...» non ci crede, o forse non vuole pensarci.

«Nicole si è scordata che lo avrei riportato a casa, mi ha detto di lasciarlo lì solo e che lei sarebbe tornata prima o poi.» non ho parole.

È come se fossimo tornati a quando eravamo noi i bambini. Lui cercava di convincermi del fatto che i miei genitori mi volessero bene, io continuavo a ripetergli che non fosse così. Ora che siamo cresciuti direi che, sì, mi vogliono bene, ma non sono stati e non sono comunque dei buoni genitori.

Billy torna da noi di corsa impedendoci di continuare il discorso, ma va bene così.

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