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Vedere Jason dopo quello che è successo è un po' strano... temevo che avrei avuto paura, visto quello che è successo l'ultima volta che l'ho visto, invece, beh... in realtà non so nemmeno come mi sento.

«Usciamo a parlare? Magari la tua amica non vuole che io entri...» ricorda la discussione che ho avuto con Rachel a causa sua...

«No, entra. È andata qualche giorno dai suoi perché...»

«Non mi interessa, voglio parlare di noi due.» mi dice.

Capisco che sia qui per un motivo, cioè parlare di noi due, o, meglio, di ciò che è successo l'ultima volta che ci siamo visti, ma dovrebbe chiedersi se è ciò che voglio anche io... anche se non so se voglio parlarne.

Chiudo la porta e vado a sedermi sul letto, lui resta in piedi al centro della stanza, non so se chiedergli di raggiungermi o lasciare che sia lui a farlo, se ne ha voglia...

«Io...» diciamo insieme, zittendoci subito: «Dimmi.» mi dice.

«Lo so che non volevi colpirmi, e non l'hai fatto, va tutto bene, non ne voglio più parlare.» gli dico.

Dopo averci pensato e ripensato, mi sono resa conto che conosco questo ragazzo da tantissimi anni, siamo cresciuti insieme, e sì, forse fatica a gestire la rabbia, ma so che non toccherebbe mai una donna, soprattutto me, perché anche se le cose tra di noi negli ultimi mesi vanno da schifo, so che sono ancora la persona più importante per lui.

Sembra tirare un respiro di sollievo per ciò che ho detto, senza dire nulla viene a sedersi anche lui sul letto.

«Io non voglio più essere tuo amico.» mi confessa.

«Non... non è una cosa carina da dire.» sussurro.

Le cose tra di noi non vanno bene già da un po', però pensavo che ci fosse anche mezza possibilità che lui potesse ritornare sui suoi passi e dare una possibilità, se non a me, alla nostra amicizia... un'amicizia durata dodici anni e che credevo indistruttibile. Ora, per quanto sia sorprendente, lui non vuole nemmeno riprovarci.

«Non è... non... cioè...» a quanto pare non sa come dirlo, e per quanto tutto ciò sia assurdo, rimango ancora più senza parole quando prende le mie mani nelle sue.

Che cosa sta facendo?

Da quando ci siamo rincontrati ci siamo avvicinati in modi che mai avrei pensato, sbagliato o giusto che sia, comunque, mi fa stare bene, e se lui ora stesse solo cercando di essere dolce e gentile per dirmi che vuole di nuovo prendere le distanze, ma questa volta, a differenza dell'altra, dirmelo in faccia, non lo accetterei comunque.

«Io non voglio più essere solo tuo amico.» ripete.

Solo?

La frase è quasi identica a quella detta poco fa, solo che ora ha aggiunto una parola, una parola che cambia totalmente il significato di quella frase.

«Se tu vuoi che io sia solo tuo amico... sai che non posso accettarlo. Non voglio smettere di vederti di nuovo, ma...»

Perché ne stiamo parlando?

Io, la ragazza timida che con i ragazzi non ci sa fare per niente, che non avrebbe mai pensato di trovare coraggio e avvicinarsi proprio al ragazzo che, sì, per lei c'è sempre stato, ma che le ha anche spezzato il cuore come nessun altro ha mai fatto, e farà mai, ho appena lasciato le sue mani e le ho appoggiate sulle sue spalle, mi sono avvicinata a lui e ho appoggiato le labbra sulle sue. Sì, io. Non so nemmeno dove l'ho trovato il coraggio, non me ne sono nemmeno resa conto finché non era troppo tardi, però tutto questo passa in secondo piano quando appoggia le mani sui miei fianchi portandomi più vicina a sé e fa sì che questo semplice bacio a stampo si trasformi in uno vero... il mio primo bacio. Non me lo sono mai nemmeno immaginata, non mi sono mai chiesto come e con chi sarebbe stato, e ora sono qui a baciare il ragazzo che mi è stato accanto come amico per dodici anni della mia vita, che poi è sparito e che si è avvicinato a me in un modo più "fisico" rispetto a come ha sempre fatto. A baciarlo sono stata io, lui però ha reso tutto ancora più bello, e ora sembra tutto così magico, così bello, così perfetto, mentre le nostre lingue si inseguono bisognose del contatto, i nostri cuori battono fortissimi, le farfalle svolazzano nel nostro stomaco, e decine di fuochi d'artificio immaginari scoppiano intorno a noi. Non mi sono mai sentita così, non mi sono mai sentita come se potesse accadere davvero qualunque cosa intorno a noi, ma a me non importerebbe. Tutta questa magia viene però interrotta dalla porta della stanza che viene aperta da qualcuno all'improvviso, per cui mi allontano da lui immediatamente, vedendo che Rachel entra di corsa andando a buttarsi sul suo letto, seguita da Ronan, che si blocca sull'uscio della porta vedendo Jason.

«Rachel? Dovevi essere dai tuoi genitori, avevi detto che...» le chiedo sorpresa.

«Lascia perdere. L'ho trovata che prendeva a pugni la porta del nostro appartamento, i vicini stavano per chiamare la polizia.» mi spiega Ronan: «Se hai già da fare la porto da un'altra parte.»

«No, non preoccuparti, grazie per averla accompagnata qui.» gli dico, per poi alzarmi e andare a sedermi accanto a lei.

«Mi dispiace.» sussurra lei tra le lacrime.

Non so cosa significa scoprire che il ragazzo con cui stai e che ami alla follia ti stia tradendo, non so cosa significa dover tornare alla propria vita senza più averlo al tuo fianco... io non ho mai avuto un ragazzo, ma ho avuto Jason, e sono stata male esattamente come lei quando lui è sparito, e ora le cose tra di noi sono cambiate, se dovesse sparire di nuovo so che starò peggio sia di come sono stata in passato, sia di quanto sta male Rachel... perché io so che era lì per il suo ex, non per Ronan con cui c'è stato qualcosa.

«Che cosa stavate facendo?» ci chiede Ronan.

«Fatti i cazzi tuoi.» gli risponde Jason, gentile come sempre, ricevendo un'occhiataccia da parte mia.

«Scusalo... non stavamo facendo niente, anzi, Jason stava giusto per andarsene. Chiudete la porta quando uscite, per favore.»

Jason non se ne stava andando, anzi, sono sicura che se non fossero arrivati loro si sarebbe fermato qui a dormire, ora però devo pensare alla mia amica, perché ogni singola volta in cui lei mi ha trovata in lacrime a causa di Jason, mi è rimasta accanto, e ora io voglio esserci per lei.

Ronan non si muove, credo aspetti che Jason se ne vada per primo, infatti si alza e, in modo brusco, apre la porta sbattendola violentemente.

Ma che gli prende?

Guardo Ronan, il quale scuote la testa, probabilmente perché non gli va giù il comportamento di Jason...

«Ti scrivo dopo per sapere come sta.» dice, prima di andarsene.

«Rachel...» sussurro, abbassandomi e abbracciandola.

Parte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora