capitolo 5

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Atlas
Pianificazioni di un amore impossibile e di piani di guerra

TERRAZZA D.C.P.A.T.E.M.- SOTTOMONDO- CITTÀ NIMERIA- OGGI
Dopo la conversazione che Gethiel aveva avuto con Galatea,Scarlett era scappata sulla terrazza del palazzo con fare infuriato,bruciacchiando il terreno al suo passaggio, comprendendo il suo stato d'animo. Scarlett viveva con noi da un anno ormai e lo detestava. Detestava i suoi poteri che non riusciva a controllare e il sentirsi impotente davanti a qualcosa. Voleva essere messa alla prova,anche dopo la sua prima missione in cui beh...... Diciamo che gli gnomi non ci hanno ringraziato per i nostri servigi,sentendo per un secondo le fiamme divampare ancora,rivendo il flash nella mia testa di Scarlett che si trasformava in un essere di fuoco puro,propagando quel fuoco per tutto l'ambiente, tremando impercettibilmente. Non era una cosa tanto strana,i poteri dipendevano dal trauma e più forte era quest'ultimo,più lo erano i poteri e quello di Scarlett era bello tosto,per cui non era così assurdo che non riuscisse a controllarli e li rifiutasse con tutta sé stessa,eppure una parte di me non poteva fare a meno di dispiacersi per lei. Da quando era arrivata ero l'unico ad averle dimostrato un briciolo di empatia e aver cercato di mettermi nei suoi panni e supportarla,mentre Gethiel e Galatea non avevano fatto altro che metterle pressione addosso, costringendola ad esercitarsi con i suoi poteri per imparare a controllarli,soprattutto dopo il disastro con gli Gnomi,atto che a Gethiel era costato un ammonimento dal Consiglio,per cui la situazione non era delle migliori. Il Consiglio era l'organo che dirigeva e Governava tutto il Sottomondo ed era composto dalle creature più importanti di quest'ultimo, ossia: i Maghi,gli Elfi e le Fate,del quale faceva parte anche Gethiel e la mia famiglia. Gli Spell erano una delle famiglie più antiche e influenti qui e le mie madri non facevano altro che ricordarmelo ogni singolo istante della mia vita,infatti non erano molto felici che stessi in questa squadra di sgangherati,come la definivano loro,dato secondo la loro visione non era abbastanza forte per fare strada nel Consiglio, pensando che io volessi seguire le loro orme quando non era così,ma non avrei mai detto cosa avrei voluto fare,sarebbe rimasto tra me e me. Cos'era l'illusione se non convincere gli altri che quello che desideravano si sarebbe avverato per poi svegliarli di botto?
Rimasi nel cortile da solo per alcuni istanti,guardando il vuoto davanti a me con fare attonito, chiedendomi perché per una volta Gethiel non si ammorbisse un po' anche con sua figlia,insomma era un ottima guerriera e una persona leale,la più leale che avessi mai conosciuto, non che la più seria,no sul serio, conoscevo Galatea da quando era piccola e non l'avevo mai vista sorridere,neanche una volta. Avevamo giocato insieme poche volte dato che fin da piccoli eravamo stati impegnati ad addentrarci,invece che a goderci la nostra infanzia,per cui capivo perché era diventata così. Io non avevo perso il mio carattere, mentre Galatea si. Era diventata fredda e distante, ancora di più dopo l'arrivo di Scarlett, soprattutto nei miei confronti, cosa che non comprendevo,insomma che si aspettava che facessi che mi comportassi come lei e sua madre? Non era ciò di cui aveva bisogno e poi da quando era arrivata il mio cuore batteva un po' di più e vederla stare male faceva stare male anche me.
Mi voltai a guardare verso la terrazza del Palazzo sospirando,pensando alla conversazione che mi attendeva una volta rientrato.
Rientrai nel Palazzo dirigendomi verso la terrazza con passo deciso,pensando a cosa dire a quella ragazza dai lineamenti così delicati,la pelle appena abbronzata,i capelli rossi come i suoi poteri che sembravano fiamme ardenti e gli occhi color ambra che sembravano riflettere anche loro delle fiamme ardenti perché effettivamente non c'era molto da dire. Scarlett era pericolosa e questo potevo comprenderlo,ma la mia comprensione non avrebbe cambiato la sua posizione. Dopo poco arrivai alla terrazza fermandomi sulla soglia ad osservare Scarlett, la quale come previsto stava fissando il giardino dall'alto con fare triste,sentendosi probabilmente una fallita,chiedendosi perché fosse successo proprio a lei,sentendo il mio cuore stringersi non sopportando di vederla in quello stato,così per far sì che si accorgesse di me con dei movimenti delle mani creai una rosa rossa dal nulla, mentre i mei occhi diventatono viola come ogni volta che usavo la magia,per poi mandarla proprio davanti a lei fluttuando a mezz'aria,sorprendendola,la quale prese la rosa dicendomi:
SCARLETT:Atlas,apprezzo il tuo sforzo, ma è inutile. È da un anno che Gethiel si comporta così. Lo so di aver sbagliato,ma non è colpa mia se non riesco a controllarli. Ci sto provando, davvero tanto,ma qualsiasi cosa faccia finisco sempre con.....- non riuscendo a terminare la frase,sentendo le parole morirle in gola,non potendo fare a meno di sentire il suo dolore,sentendomi impotente davanti ad esso,desiderando di poterla aiutare sinceramente in qualsiasi modo possibile, così le risposi, cercando di farle sentire il mio supporto, ma anche di farla ragionare:
ATLAS: So che è dura,ma Gethiel cerca solo di aiutarti. Certo i suoi modi non sono proprio dei migliori, ma che scelta ha? Il Consiglio non le darà mai tregua se ti manda in missione senza una giusta preparazione- ma Scarlett si voltò di botto verso di me dicendomi con rabbia e frustrazione, bruciacchiando la rosa:
SCARLETT:Io non voglio una missione. Rivoglio la mia vita a Manhattan con la mia famiglia. Quando tutto era semplice e non mi trasformavo in quel......- non riuscendo di nuovo a terminare la frase,vedendo il pavimento sotto i suoi piedi annerirsi come se fosse stato bruciato,rivedendo per un secondo nella mia mente il villaggio degli gnomi andare in fiamme,bloccandomi a fissarla per alcuni istanti che mi parvero interminabili. Non potevo ridarle indietro la sua vita di prima, ma volevo che qui si sentisse a casa,che riuscisse a stare bene,ad adattarsi. Magari avrebbe smesso di odiare i suoi poteri e li avrebbe accettati e di conseguenza imparati a controllare,ma data la portata del suo trauma, dubitavo sarebbe successo molto presto, così le dissi:
ATLAS:Lo so,che per te deve essere difficile, Scarlett, ma non puoi rifiutarlo in eterno. Non potrai mai riavere la tua libertà se non riesci a controllarli- facendo bloccare di botto Scarlett, la quale si fermò a fissarmi con fare triste facendo cadere un silenzio pesante tra noi due ,sentendomi in colpa per averla ferita,nonostante sapessimo entrambi che fosse la verità.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, durante i quali guardai Scarlett con fare deciso,cercando di non sciogliermi ,vedendo i suoi occhi diventare lucidi,non potendo fare a meno di chiedermi perché il destino avesse voluto questo per lei e per noi. Lei non poteva andarsene ed io ero intrappolato in una vita che non volevo che era stata scelta per me da qualcun'altro, alla quale dovevo aderire senza battere ciglio e nascondere ciò che volevo o pensavo davvero,cosa anche difficile da capire dato che ero bravo a non far trasparire le mie vere emozioni dal volto, per cui nessuno si accorgeva del peso che portavo. Dovevo essere il figlio perfetto, il figlio di cui le mie mamme potevano vantarsi e che tutte le creature magiche già vedevano nel Consiglio appena ne avessi avuto l'età senza mai soffermarsi su ciò che volevo io,perché questo era il mio scopo,ero nato per questo. Come estensione del loro potere e della loro influenza. A Nïmeria i matrimoni funzionavano in modo un po'...... Arcaico diciamo, con piccole concessioni moderne,avute grazie a cambiamenti nei secoli. Potevi sposare chi volevi,indistintamente dal genere,ma l'unica regola che dovevi seguire era che non ci si poteva sposare tra "razze",quello era considerato un abominio. Che tu fossi un mago,un elfo o una fata potevi sposarti con chi volevi(rispettando comunque la tua classe sociale) ma se provavi a fare incroci venivi sbattuto in cella o peggio. Se i genitori del fatato lo chiedevano il tuo partner sarebbe potuto essere ucciso per riparare al danno fatto e scongiurare lo scandalo. Erano diciassette anni che non avveniva più una cosa del genere e non volevo che Scarlett potesse essere quella che avrebbe riaperto questa macabra tradizione,la quale spezzò il pesante silenzio che si era creato tra noi due dicendo:
SCARLETT:Non che abbia scelta. Dillo,tanto so che lo stai per dire- Era una routine ormai, era parte integrante delle sue giornate,per cui sapeva dove volevo andare a parare,infatti le risposi,cercando di indolarle la pillola:
ATLAS:Gethiel ti starà aspettando- facendo fare spallucce a Scarlett, la quale mi rispose, sospirando con fare frustrato, sapendo già come sarebbe andata a finire:
SCARLETT:Come ogni giorno. Andiamo. Magari oggi non rischierò di ucccidervi tutti- per poi rientrare nel Palazzo,dirigendoci nel seminterrato dove si trovava la Sala degli allenamenti.

Gli eroi del Sottomondo- Il libro di ShailaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora