capitolo 6

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Scarlett
Dheïña Reburtëa*

SAN FRANCISCO- UN ANNO FA
Ero in macchina con i miei genitori e mia sorella di cinque anni di ritorno da una gita al Luna park di Coney Island,durante la quale mi ero sinceramente divertita e avevo passato una giornata spensierata insieme alla mia famiglia come non succedeva da molto tempo ormai.  Erano stati mesi molto duri per la mia famiglia, durante i quali il nostro clima familiare sereno si era andato a perdere a causa della morte di mia nonna e alla perdita del lavoro di mio padre a causa della chiusura dall'azienda presso cui lavorava,colpo definitivo che lo aveva scaraventato nel baratro oscuro e senza fondo che era la depressione ,cercando di affogare in tutti i modi le sue emozioni nell'alcool.  Era sempre stato un buon padre per me e per mia sorella,eravamo le sue principesse,come amava definirci lui.  Attento e amorevole,anche con nostra madre,ma da quando era morta la nonna non era stato più lo stesso. Non era riuscito ad accettare la sua perdita,forse anche per il modo improvviso in cui se ne era andata.  Immaginatevi voi di cenare il giorno prima tutti insieme e salutarvi come sempre prima di andare via e poi andare a casa di questa persona il giorno dopo per portarle la spesa e trovarvela lì in salotto sulla sua sedia a dondolo,la TV accesa,suonare il campanello e non vi apre nessuno, aprire la porta  con la vostra copia delle chiavi e una volta entrati in casa,andare in salotto e trovarvi una persona collassata su una sedia a dondolo di vimini,la quale sta ancora dondolando per via del peso che vi guarda con gli occhi vitrei,accorgendovi solo in seguito che era morta. Questo era la scena che mio padre si era trovato davanti quella Domenica mattina di due mesi fa. Era stato uno shock per lui e per tutti noi. Quel giorno non era riuscito neanche a parlarne con nessuno in casa,persino con mamma. Lo avevamo scoperto solo qualche giorno dopo il funerale com'era morta e da lì in poi la nostra vita aveva iniziato a precipitare. L'azienda di mio padre,la Hight Tec Corporation Industry dopo dieci anni di attività aveva improvvisamente dichiarato  fallimento ,chiudendo i battenti,lasciando centinaia di addetti ai lavori, compreso mio padre senza lavoro. Lui era un informatico all'interno dell'azienda, forse anche uno dei più bravi,ma purtroppo nessuna nuova azienda in cui  aveva fatto il colloquio aveva deciso di prenderlo ,anche a causa del suo aspetto trasandato con cui la maggior parte delle volte si presentava ai colloqui, per cui adesso vivevamo solo con lo stipendio di mamma, la quale oltre a fare la maestra di musica in conservatorio, si occupava anche di dirigere numerose orchestre la sera in diversi teatri più o meno prestigiosi,per cui non potevamo lamentarci,ma nostro padre si sentiva comunque distrutto e un peso per lei. Distrutto per la morte inaspettata di sua madre e per aver perso il lavoro dei suoi sogni con cui era riuscito a pagare non solo la villa in cui vivevamo,ma anche le scuole private dove  aveva mandato me e mia sorella per assicurarci la miglior istruzione possibile, scuole da cui aveva dovuto ritirarci e sostituirle con una scuola pubblica.
A me non era dispiaciuto cambiare aria,devo ammettere. Certo non era il livello, né l'ambiente a cui ero stata abituata,ma lo preferivo. La gente era più spontanea e vera,che nelle scuole private dove sembra che tutti avessero già il loro futuro in mente e fossero  già pronti per seguire le orme dei propri genitori, pertanto non potevo lamentarmi del cambiamento fatto, anzi ero più felice nella scuola in cui ero ora,ma vedere papà in quello stato distruggeva il mio entusiasmo. Ormai era l'ombra di se stesso e sempre più spesso mamma lo ritrovava steso sul pavimento della cucina immerso nei suoi fluidi o escrementi e non solo,come era successo qualche sera fa,scena a cui avevo assistito anche io da dietro la porta della cucina,durante la quale mamma aveva dato un out out a nostro padre,minacciando di chiedere il divorzio e portare via me e mia sorella e chiedere l'affido esclusivo così da non farci assistere a scene di questo genere.
Mamma non era mai stata di indole così cattiva, anzi era sempre stata una persona dolce e spensierata che amava la vita e cercava di vedere il bello in tutte le cose,influenzata anche forse dalla sua indole artistica. La guardai da dietro, osservando i suoi lunghi capelli rossi che le ricadevano sulle spalle,vedendo dallo specchietto retrovisore  della macchina i suoi occhi verdi scintillare come uno smeraldo,vestita con una semplice camicetta bianca classica a maniche corte dato che eravamo in piena estate e faceva molto caldo,dei jeans classici e delle adidas bianche,mentre accanto a lei,sedeva un uomo suo coetaneo sui quaranta cinque anni,dalla pelle pallida,gli occhi infossati e rossi,con le occhiaie ben visibili che gli segnavano gli occhi e i capelli biondi a spazzola come se non li pettinasse da un po', vestito con una polo blu a maniche corte e dei pantaloni neri e delle semplici scarpe nere,il quale disse a nostra madre con fare spento,rompendo il silenzio che c'era stato in auto sino a quel momento:
PAPÀ:Tesoro, potresti accostare devo andare a comprare da bere ad un supermercato- mamma gli schioccò un occhiataccia, capendo perfettamente che non volesse andare a comprare una bottiglia d'acqua,infatti gli rispose in tono secco, continuando a tenere gli occhi sulla strada:
MAMMA:Non davanti alle tue figlie,John. Se non vuoi avere rispetto per te stesso, almeno abbi rispetto per loro- cosa che ferì nel profondo nostro padre,il quale si voltò a guardare dal finestrino il paesaggio urbano scorrere sotto i nostri occhi,come feci io rimpiangendo la mia vecchia vita,chiedendomi come un lutto potesse aver spezzato la mia famiglia in questo modo,cercando di trattenere le lacrime, dicendomi che questo brutto momento sarebbe finito presto e tutto sarebbe tornato alla normalità,non sapendo quanto mi stessi sbagliando,ma presto lo avrei scoperto, non potendo neanche lontanamente immaginare che a mio padre potesse frullare in mente una cosa del genere.

Gli eroi del Sottomondo- Il libro di ShailaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora