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20 novembre 

Monica.

Finalmente avevo imparato ad ignorare le mille chiamate e messaggi di Asher.
Finalmente avevo un nuovo amico e finalmente mi sentivo più potente che mai.

Griffin veniva a trovarmi quasi ogni giorno a casa visto che sua mamma lavorava al bar qui vicino.
E chi l'avrebbe mai detto che il ragazzo che trovai a studiare nel mio patio sarebbe diventato colui che mi avrebbe fatto lasciare il ragazzo che abusava di me?

<<Monica! C'è il figlio di Hazel, ti cerca>>
Cosa!?
Già di prima mattina?
Mi guardai allo specchio ed ero inguardabile.

Liberai i capelli castani dalla coda di cavallo scompigliata e misi al volo i primi vestiti che mi vennero in mano. Ero veramente spossata, quasi rimbambita.
Scesi in fretta e furia e vidi Griffin sul ciglio della porta che chiacchierava con mia mamma.

<<Ehilà, Monica>> mi sorrise Griffin.
<<Ciao...ehm...che ci fai già qui?>> dissi strofinandomi gli occhi e lui sorrise imbarazzato.

<<Sono con mia mamma e... be' ti volevo chiedere se ti andasse di fare due passi qui vicino e in caso dopo potremmo pranzare al bar. Fanno dei panini squisiti>>

Nonostante la spossatezza e la sonnolenza accettai.
<<Ehm... sì certo. Mamma per te va bene?>> chiesi.
<<Oh sì, come no>>
<<Sicura di star bene?>> chiese Griffin alquanto preoccupato.
<<Oh sì sì, tranquillo>> mentii.

Camminammo lungo il viale pieno di foglie autunnali dalle mille colorazioni del rosso e del giallo. Adoravo sentire il suono delle foglie che scricchiolavano.
Il sole mi accecava gli occhi e portavano circa 20 gradi ma avvertivo comunque una certa frescura.

Indossavo un maglioncino bianco abbastanza caldo e dei jeans blu a zampa d'elefante, ma sentivo ugualmente freddo e un mal di testa che, a mano a mano che facevo un passo, aumentava sempre di più.

<<Vabbè insomma questo... Monica, mi stai ascoltando?>> la voce di Griffin mi riportò alla realtà.

Mi fermai con gli occhi socchiusi, la testa che mi esplodeva e i brividi che mi percorrevano lungo le braccia e le gambe.

<<Scusami, non ti stavo proprio ascoltando. Ho un forte mal di testa e freddo>>
Mi toccò la fronte.
<<Sei calda, penso che tu abbia la febbre, ti porto a casa>> esclamò.
<<Sì, buona idea, grazie>>
Facemmo dietro marcia e ritornammo a casa.

Mia mamma era già andata a lavoro e quindi tecnicamente sarei rimasta da sola, fino a quando Griffin si era offerto di rimanere a controllarmi, ma non volevo mica dargli tutti questi scrupoli.
<<Monica, davvero resto volentieri>>
<<Ma non c'è bisogno, fidati, riposerò un'oretta e mi sentirò subito meglio>>.

La scia di un improvviso Where stories live. Discover now