7-I'm gay

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Martedì


«Grazie per avermi accompagnato a casa Chri.» Mattia scese dalla macchina del riccio spostandosi una ciocca di capelli con la mano mentre gli sorrise timidamente e Christian non potè che sciogliersi davanti all'arrossamento delle gote del più piccolo.

«Figurati, mi dispiace che hai perso la scuola oggi, so quando ci tieni.» Rispose il moro ricambiando il sorriso.

«Non fa niente, si contano sulle dita di una mano le mie assenze.» Ridacchiò il più piccolo per nulla preoccupato di avere saltato le lezioni quella mattina. «Ci..Ci vediamo domani allora.» Continuò il biondo mentre infilava una mano nella tasca della felpa per tirare fuori le chiavi di casa.

«Certo.. oppure..» Christian si grattò l'accenno di barba sul mento, con le labbra che torturavano l'interno guancia. «Oppure potrei venire a trovarti stasera.» Lo guardò speranzoso, «Solo.» Si umettò le labbra con la lingua, «Solo per assicurarmi che tu starai bene.»

Mattia annuì, trattenendosi nell'abbandonarsi ciecamente ai piedi del ragazzo, mentre con un cenno della mano salutava il più grande, che aveva messo in moto la macchina per tornare a casa. Girò la chiave nella toppa, lasciando che la porta si aprisse con uno scricchiolo ed entrò nella piccola casa appoggiandosi con la schiena alla superficie di legno.

Sentì in un colpo le gambe di gelatina e il cuore battere all'impazzata nel suo petto, ogni singola cellula e terminazione nervosa sembrava riempita da una prorompente sensazione di calore, da una esagerata adorazione che provava per quegli occhi più chiari dei cieli.

Sospirò tremante trattenendo un sorriso tra i denti, ancora non riusciva a credere che quel Christian che stava scoprendo in quegli ultimi giorni era lo stesso Christian, acido e crudele, per cui aveva, in ogni caso, perso non solo la testa, ma tutto sé stesso.

Da una parte, Mattia ancora lo detestava per il comportamento che il moro aveva adottato nei suoi confronti, non riusciva a capire come tutto quell'odio che gli avesse riservato lungo i corridoi della scuola, tutte quelle torture e tutte quelle umiliazioni, fossero in relazione a un fine tanto effimero e superficiale come la popolarità.

Mattia si chiese per la prima volta se il comportamento di Christian sarebbe cambiato una volta tornati a scuola il giorno seguente. Lo avrebbe ignorato? Sarebbe stato fermo immobile con la sua 'fidanzata' Alice a guardarlo mentre altri si occupavano di lui? O sarebbe intervenuto se qualcuno avrebbe provato a mettergli le mani addosso?

Il sorriso sparì tanto velocemente dalle sue labbra come era comparso, nel realizzare ciò che più lo spaventava.

No.

Una sensazione di calore gli si propagò nel petto, un calore soffocante e doloroso come spine conficcate nella sua carne. Tossì. Si portò una mano sul collo. Tossì ancora.

Cosa stava succedendo? Era dolore quello?

Dolore nel realizzare che avrebbe potuto non essere abbastanza per quel ragazzo con gli occhi del colore più puro che avesse mai visto, per lui e le sue labbra sottili ma rosse e morbide come petali di rosa?

Era semplice dolore quello che stava provando?

Delusione?

Paura?

No, non era niente di così semplice.

Matti sentì come se la sua anima stesse andando a fuoco, e nessuno avrebbe potuto fare niente.


***


And when I sleep I'm gonna dream of how you tasted|| ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora