8. La prima Prova.

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'E così vivevi in un orfanotrofio?'

Odiavo questa domanda. L'orfanotrofio non aveva sicuramente lasciato bei ricordi in me.

'Si, ma non mi va di parlarne'.

Procedemmo per un giorno intero e per un giorno intero io e Ryley spiegammo tutto a Matt e Sophia.

Quando finalmente arrivammo da Joel, quest'ultimo rimase talmente contento che decise di inviarci subito alla ricerca del primo oggetto.

'La chiamano La pietra della Fenice. Nessuno è mai riuscito a recuperarla. Si dice che si trovi in alto, tra le nuvole, all'interno di un castello bianco. Una magnifica Fenice protegge questa pietra e l'unico modo per prenderla è sconfiggerla. Sarà davvero difficile. La Fenice, infatti, ha la proprietà di accecare se guardata direttamente negli occhi. La cecità è temporanea ma fatale perché la Fenice non perderà tempo e ucciderà chiunque al suo cospetto. Se riuscirete a sconfiggerla, la pietra, al tocco, vi conferirà immediatamente il potere dell'invisibilità. Quando, quindi, ritornerete, e se sopravvivente, vi svelerò la seconda prova'.

Erano queste le sue parole di congedo.

Così, a breve, ci ritrovammo tutti e quattro a passeggiare nel bosco. I pensieri affollavano la mia mente. La pietra si trovava in un castello tra le nuvole. Come raggiungerlo?

'Moon-light ti chiami, giusto?'

Si, è così, anche se all'orfanotrofio avevo il nome Niniel. Tu puoi chiamarmi come vuoi'.

'Moon-light mi piace. Quanti anni hai?'

'Sedici. Tu?'

'Diciassette'. Sorrise.

Gli feci la domanda che più mi tormentava.

'Sei orfano da quanto?'

Aspettò un po' prima di rispondermi.

'Non sono proprio orfano. Mia madre e morta pochi anni fa, così sono rimasto con mio padre. Ha iniziato a bere dopo la sua morte ed è diventato irascibile e violento. Se la prendeva con me per qualsiasi cosa. Ho deciso di abbandonarlo quando è arrivata Sophia. Non me ne pento'.

Sophia gli si avvicinò e gli diede una leggera spinta a mo' di gioco.

'Scusa, io...'

'Non potevi saperlo, non preoccuparti'.

Gli ero grata per la sua comprensione.

'Tu, invece, da quanto sei in quell'orfanotrofio?'

Sospirai. Non amavo parlarne. Però glielo dovevo. Mi aveva appena raccontato la sua triste storia.

'Sono orfana da sempre. Sono cresciuta nell'orfanotrofio'.

'Mi dispiace'.

'E di che? I miei l'hanno fatto per salvarmi. Gliene sono grata'.

Notai che Ryley gonfiò il petto.

'E, grazie a me, ne sei uscita' disse il mio Bleidd.

Risi e lo spinsi per farlo cadere. Lui non si lasciò prendere alla sprovvista. Si rialzò e attaccò a sua volta. Rotolammo insieme ridendo come pazzi. Matt e Sophia ci guardavano felici.


Era notte. Io e Matt ritornammo umani. Radunammo un po' di legna e accendemmo un piccolo fuoco per la luce. Non avevamo freddo. La nostra temperatura girava intorno ai 42 gradi. Joel aveva detto che era così perché era come se avessimo la pelliccia.

'Che giornata' dissi per iniziare una conversazione.

'Già. Non avevo mai corso così tanto in vita mia' affermò Matt '...tranne quando facevo tardi a scuola' aggiunse.

Al Chiaro di LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora