L'incubo

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Sono in piedi, le gambe fanno fatica a sorreggermi, sto tremando.
Cerco di mettere a fuoco, non capisco cosa sia appena successo, forse sono ubriaca.
Spalanco gli occhi, nel momento in cui mi accorgo di avere in mano una pistola e davanti a me, due uomini privi di vita.
Il mio sguardo si sposta dalla pistola ai cadaveri, più volte: Pistola, cadaveri, cadaveri, pistola...vado avanti così per circa 5 minuti, cercando di ricordare.
<Cazzo Chiara ricorda, ricorda> questo me lo ripeto parecchie volte, facendo sbattere la fronte con il palmo della mano, ripetutamente.
Inizia a girarmi la testa e i conati di vomito cominciano a farsi sentire.
A questo punto decido di spostare il mio sguardo, dove dovrebbero esserci i miei amati pantaloni di pelle, ma invece, ci trovo solo le mie gambe nude e le mutande abbassate fino a toccare terra.
I miei occhi si riempiono di lacrime, ed esse, cominciano a scendere, piano piano percorrono la guancia, come pioggia, che presto si sarebbe trasformata in un acquazzone.
Sento le sirene, merda la polizia. Il respiro diventa sempre più pesante, dovrei forse scappare?
Ed eccolo qui l'acquazzone: inizio a piangere come farebbe una bambina che ha appena smarrito l'orsacchiotto. Solo che io, a breve, avrei perso la libertà e con essa, i miei progetti e la mia fottuta vita di merda.
Le gambe alla fine cedono, cado a terra, senza più forze e poi tutto nero.

 Me so 'mbriacat e'te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora