Capitolo 19 - Unfaithful

1K 82 11
                                    

Capitolo 19.


Mi chiedevo da sempre se si potessero annullare i pensieri negativi che affollavano la mente, ero tormentata da un fenomeno del genere e mi sarebbe piaciuto conservare in me soltanto i ricordi positivi.

La vita sarebbe stata più facile e nessuno avrebbe potuto dire di aver subito un torto o un dolore, semplicemente non lo ricordava.

Solo cose belle, giusto per donare un po' di serenità all'animo umano che ne aveva spesso bisogno.

Io, ad esempio, ero una di quelle persone che voleva continuamente stare bene, volevo godermi la vita e tralasciare le negatività, cosa che non mi era più possibile da un po' di anni.

Avevo cominciato a fare sul serio.

Mi ero innamorata quando non sapevo neanche cosa fosse l'amore dal momento in cui per me era esistito soltanto il sesso; mi ero sposata per non perdere la persona che amavo, ma alla fine non era servito a tanto, ognuno per la sua strada.

Due strade completamente differenti, una semplice e l'altra complessa, diverse come il bianco e il nero.

Non esistevano mezze misure, non c'era il grigio, non c'era il 'facilitato', non esisteva una 'fase di mezzo'.

I nostri percorsi, però, avevano deciso di rincontrarsi in un punto della mia vita non troppo semplice, creando così una varietà di sfumature intorno al nostro bianco e al nostro nero.

Ero convinta di quello che avevo fatto, però a volte sentivo troppe responsabilità su di me che ero molto giovane, sentivo tanta pressione addosso e cercavo in tutti i modi di ignorarla.

Non era sempre possibile fare una cosa del genere.

Le scelte che avevo fatto ricadevano di continuo su di me e sul mio presente, non mi lasciavano via di uscita e non sapevo se ce ne fosse anche una, probabilmente ero soltanto troppo distratta dal non riuscire a trovarla.

Ero a quella festa in un locale noto di Los Angeles, c'era musica ad altissimo volume e fiumi di alcolici da ogni parte ed era impossibile resistere.

Per qualche ora mi lasciai andare completamente, stavo soffrendo così tanto ed ero convinta che non ci fosse altro capace di uccidermi, l'amore faceva già male e mi stava portando alla distruzione.

Non temevo più nulla.

La mia parte razionale affrontava l'irrazionale, la logica si scontrava con la follia riuscendo a mantenere una sottile linea di distacco tra le due, così fine da poter essere distrutta in qualsiasi momento.

Chi diceva che l'amore era il sentimento più bello provato da una persona si sbagliava di grosso, non era affatto vero.

L'amore era bello quando la persona alla quale era destinato provava le stesse identiche emozioni per te, altrimenti serviva soltanto a fare del male.

Facevo bene a temere quel sentimento, avevo imparato a tenerlo lontano dalla mia vita per un periodo, sapevo tenere la situazione sotto controllo, poi c'era stata la svolta.

Un uomo era entrato nella mia vita nel lontano 1996 e da lì non ne era uscito più.

Mi buttai tra la folla, le persone sembravano degli atomi che si univano a formare delle molecole complesse, rappresentavano i pezzi del mio cuore che si sgretolavano e si univano, per poi continuare ancora e ancora fino a distruggermi.

Cominciai a ballare con Selene e George che sembravano essere messi peggio di me a sobrietà, io avevo bevuto così tanto che temevo di poter vomitare anche l'anima non appena sarei ritornata a casa.

She was a heartbreaker 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora