Why I'm so fucking happy?[2]✖️

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DRIIINN DRIIIIN
Il rumore assordante della sveglia rimbombò nelle mie orecchie. Mi preparai velocemente e uscì da casa. Dato che mancava ancora mezz'ora al suono della campanella, decisi di fare colazione. Mi fermai in un bar li vicino. Mentre mi avvicinai al bancone per pagare il mio cappuccino, vidi un ragazzo correre verso il bancone, il quale mi superò. Poco dopo si girò, mi guardò e con la faccia esausta disse «buongiorno alex!»
Solo in quel momento lo riconobbi. Era il mio compagno delle medie, Brian. Lo guardai più attentamente. Aveva i capelli scompigliati, sembrava avesse appena finito una maratona. Aveva in mano il suo caffè, tra le gambe lo zaino, e reggeva tra il collo e il mento un borsellino, che era intento ad aprire. Era cambiato particolarmente dalle medie, forse per questo non lo riconobbi subito. Aveva i capelli più chiari, aveva tolto l'apparecchio non aveva più quegli occhiali enormi che amava da piccolo, mi ricordo ancora che lui li considerava potteriani. Pff, stupido babbano, i veri occhiali di Harry Potter non sono rettangolari, rossi e con saette gialle.

Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi. Come dimenticarseli i suoi occhi. Erano grandi, tra il verde e l'azzurro. Alle medie lui mi piaceva tanto, quasi solo per quelli. Sarei stata ore a fissarli ma poi improvvisai un «ciao, Brian, giusto?»
Lui annuì e poi si voltò verso la cassa.
Pagammo entrambi il nostro caffè e poi lui mi disse «Ehm, alexandra, ci sediamo insieme?»
Onestamente io non ne avevo voglia. Non sono mai stata brava a comunicare con gli altri. E "sedersi insieme" voleva dire iniziare una conversazione. Insomma, io ero così imbranata. Dissi, allora freddamente «scusa ma devo andare». Mi stavo già avviando verso la porta, quando senti qualcuno tirarmi per il braccio. Mi girai e vidi i suoi occhi su di me.
Mi guardò, e Dio, fu una delle cose più belle del mondo. In seguito, lui disse «eh dai, alex, abbiamo circa venticinque minuti prima che inizi la scuola, parliamo solo un po', devi andare per forza?»
Feci no con la testa e dissi «se vuoi proprio, rimango!»
Ci sedemmo su un tavolino, in fondo al locale. C'era solo una luce fioca che illuminava quel piccolo bar, in quella giornata nuovolosa d'autunno.
Brian:«Sai, non sei cambiata affatto. Prima eri scontrosa, lo sei tutt'ora»
Lo fulminai con lo sguardo e lui alzò le mani in segno di resa.
Io dissi:« nemmeno tu sei cambiato affatto. Eri rompipalle prima, lo sei tutt'ora»
Mi guardò malissimo e io iniziai a ridere.
Brian:« sai Alex, questa breve conversazione mi ricorda tanto di quelle delle medie. Insomma quando litigavamo per tutto! Mi ricordo i nomignoli che ti davo come "asociale"..»
In quel momento avevo voglia di ucciderlo ma lo feci continuare a parlare.
Brian:« Mi ricordo che tu inizialmente ci rimanevi male e allora mi picchiavi e io ridevo come un matto. Ahh, quanti ricordi!»
Non so perché ma risi. Non so perché, ma ero felice, li, in quel piccolo bar, con lui. Sorseggiai un po il mio cappuccino e lui mi guardò. Poi lui disse:« Beh, Alex, è da due anni che non ci vediamo! Come va?»
Io allora gli dissi:« Credo tutto bene »
Lui disse:« credi?»
Io continuai:« beh, la verità è che non va ne bene ne male. Non è successo niente in questi anni. E ti giuro, non c'è niente di più squallido di questa monotonia.»
Lui sorrise e poi aggiunse:« Già, non sei cambiata affatto. Comunque, per quanto riguarda me, va tutto alla grande! Ho iniziato a suonare la chitarra, mi piace davvero un botto»
Gli chiesi:« Ma non suonavi il violino alle medie?»
Lui rispose: «onestamente, non m'é mai piaciuto particolarmente. Quando suonavo il violino, quando facevo altre cose diverse dal suonare la chitarra, era carino si, ma questo è un'altra cosa. Sento una strana sensazione quando tocco le corde, non so come chiamarla, e qualunque nome essa abbia, è spettacolare. Mi pervade tutto il corpo, sento come la musica nelle mie vene.»
Ero affascinata dai suoi discorsi. Sentivo che quelle parole non erano frasi fatte, no, assolutamente no. Tutto ciò che diceva proveniva dal suo cuore. Ed è fantastico. Sentivo che aveva qualcosa da dire, che non era vuoto. Ero affascinata da lui. E non mi era mai successo con altre persone. Ma questo, era molto prevedibile, dato il mio odio verso il mondo. Insomma, la gente è così dannatamente frivola e monotona.
Gli sorrisi e poi guardai l'orologio. Erano le otto meno cinque. Ero in ritardo, come al solito. Mi alzai di fretta dal tavolo e gli dissi:«Oddio, mancano solo cinque minuti dal suono della campanella, devo andare, scusami tanto!»
Mi guardò e disse semplicemente « è stato un piacere rincontrarti, alexandra»
Mi sorrise, prese lo zaino e uscì dalla porta di quel bar. Presi anch'io lo zaino e andai nella direzione opposta, dato che non vado nella sua stessa scuola. Non so perchè, ma ero così felice. È così strano il fatto che non riuscivo a smettere di sorridere?
Mi diressi verso scuola. Entrai nella mia classe e vidi quelle teste di cazzo dei miei compagni. Uno di loro, Matteo, camminò verso la porta e "accidentalmente" mi urtò e fece cadere tutti i miei libri. Penso disse "scusa", non ci feci troppo caso. Gli risposi semplicemente "evapora" e andai al mio banco. I miei compagni inizarono a tirarsi aeroplanini di carta e palline di carta stagnola. Io rimasi ferma nel mio banco e guardai la scena. Nessuno mi chiese se volessi giocare. Nessuno volle ricordarsi della mia esistenza. Ero così esclusa da quel gioco, ero così esclusa da quella classe, ero così esclusa dal mondo.

Finite le sei ore di scuola, tornai a casa e andai in cucina. Pranzai e in seguito, andai in camera. Aprii il computer e guardai anche oggi la dash di Tumblr. Dopo aver rebblogato qualche post, mi arrivò una notifica. Un messaggio? che strano, non me ne arriva quasi mai nessuno. Era un anonimo.
Scrisse solo:" il tuo blog è stupendo! Ho un problema e non so a chi parlarne posso scrivertelo qua?"
Io lo ringraziai e scrissi che poteva parlarmi di qualsiasi cosa. Dopo pochi minuti mi arrivò il suo messaggio.
L' anonimo mi scrisse: " Mi piace da morire un ragazzo. Non gli ho mai parlato, a parte una volta, in cui mi disse che gli piaceva la mia maglietta dei Nirvana. Non so cosa fare per farmi notare, mi vergogno un casino, insomma lui è così perfetto"
Io sorrisi e "le" ( dato che probabilmente era una ragazza, a meno che non sia gay ) risposi subito: " Ciao! Sei una ragazza giusto?
comunque sia, l'unico consiglio che posso darti è di buttarti, parlagli! E se ti vergogni, cerca di conoscerlo grazie ad amici che avete in comune. Oppure, seguilo su social network, cerca di sapere qualcosa in più su di lui,stalkeralo un po!"
L'anonimo ripose:"Hahahha pensavo di essere l'unica malata mentale che usa la tattica dello stalker:'D Comunque sia, si, sono una ragazza.. Domani potrei provare a parlargli.. ma di cosa?"
Io risposi:" ahahha anch'io pensavo di essere l'unica! batti il cinque, sistah! Prova a parlargli tipo di cavolate! Chiedigli se puoi chiamare dal suo cellulare e poi provate ad iniziare un discorso, oppure chiedigli che ore sono, oppure se è nella tua scuola parlate di quest'ultima!"
L'anonimo rispose:" Okay, hahaha domani ci provo, grazie per i consigli, domani ti aggiorno e ti dico cosa mi scrive!"
Risposi:" Okay, ciao anon!"
Chiusi il computer e misi un po di musica. Ero piuttosto felice, cosa piuttosto strana per me.

Dopo qualche ora a a studiare e insomma a non fare niente andai a dormire. Non so perché ma pensai a lui, a Brian. Chissà se anche lui, in quella notte particolarmente stellata, tra sette miliardi di persone che c'erano nel mondo, stava pensando solo a me.

"Beautiful scars on critical veins"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora