But who could stay?

131 11 44
                                    

𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲

Alcuni attimi possono cambiare la nostra esistenza per sempre.

Come un nastro che si riavvolge nel più spietato modo possibile, restringendo lo spazio-tempo, dilatando e accorciando le nostre esperienze, scomponendole in atomi insignificanti e cambiando il ricordo che abbiamo del passato, le scelte che potremmo prendere per il presente, tutto ciò che diverrebbe il nostro futuro il futuro.

Con gli occhi fissi in un punto specifico della stanza, mentre il fumo di una sigaretta abbandonata nel portacenere riempiva l'aria e offuscava la sua vista, Harry giurava di poter vedere con estrema nitidezza ogni singola decisione che lo aveva portato in quell'esatto istante della sua vita.

Alla terribile scoperta, superati i trent'anni di vita, che l'amore non era sufficiente per far funzionare le relazioni.

Ma era davvero una scoperta così sconvolgente?

Poteva dirsi in qualche modo scioccato all'idea che qualcosa di così scontato gli apparisse per la prima volta così nitido?

Harry sapeva che ormai il tempo scarseggiava. Alla sua partenza mancavano poco meno di dodici ore e, se doveva essere sincero con sé stesso, le speranze che Louis lo implorasse di restare erano ormai basse. Inesistenti.

All'uomo sarebbe bastata qualsiasi cosa, disperato com'era, per restare. Un tentennamento, un sospiro da parte di Louis che gli facesse capire che voleva provarci, con tutti i se e i ma del caso, nonostante il dolore che si erano provocati a vicenda, nonostante il dolore del tradimento che Harry gli aveva inflitto.

Al buio della sala comune della centrale, Harry studiava i fascicoli del caso con solo una lampada da scrivania a tenergli compagnia. I rumori dei battiti sulla tastiera erano rari e brevi, l'intero edificio era quasi del tutto abbandonato.

Che strano e crudele orario quello scelto per la partenza, come se tutta l'intera faccenda non fosse già abbastanza stressante. La mezzanotte di un giorno nuovo che avrebbe portato con sé un intero mondo da scoprire.

Non era emozionato all'idea di lasciare indietro la sua vita, per quanto patetica, e nonostante l'idea che quel gesto potesse davvero dare un senso a tutti i sacrifici che aveva compiuto.

Ma ai suoi occhi tutto era effimero adesso.

Soltanto l'idea di perdere Louis lo teneva ancorato a Edimburgo, il fatto di non poterlo sentire, vedere più. Di non poterlo più stringere mentre facevano l'amore o di sentirlo parlare di qualcosa che lo appassionava davvero, come la traduzione di qualche testo antico di cui Harry non capiva assolutamente niente ma per il quale lo avrebbe ascoltato per ore, soltanto per vedere gli sguardi di superiorità che Louis gli avrebbe dedicato, il risolino alle facce perplesse di Harry, gli occhi alzati al cielo all'ennesimo tentativo di spiegare qualche concetto a cui Harry non riusciva proprio a dare una spiegazione razionale.

Harry non aveva mai creduto a niente, assolutamente niente, che non potesse essere toccato con mano. Non credeva ai fantasmi, non credeva alle premonizioni. Non aveva mai creduto che dietro le casualità del destino ci fosse più di una semplice... casualità.

Non leggeva i numeri, non interpretava i tarocchi, non leggeva l'oroscopo né dava significato ai suoi sogni.

Harry era così, era sempre stato un uomo pratico. E la sua praticità affondava le radici nell'idea di un mondo spaccato a metà, dove le zone grigie non esistevano, dove tutto ciò poteva essere catalogato in una sola dicotomia, il bianco e il nero, i buoni e i cattivi. E così era riuscito ad andare avanti per la sua strada, a trovare la sua bussola morale, il modo che aveva di relazionarsi con gli altri.

All of my enemies started out friends (Help me hold on to you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora