33|I due lati della medaglia

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14 Novembre

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14 Novembre

A volte i pensieri sono come la tortura della goccia cinese. Lenti, silenziosi, distruttivi. Siria lo ha imparato con il tempo, ma ha avuto modo di confermarlo giorno dopo giorno, durante la sua convivenza con Pablo. Lui è perfetto in tante cose, è cresciuto così tanto da farle rimandare ancora e ancora la questione che le scava il cervello da quella festa che hanno organizzato quella sera fatidica. Eppure a volte sembra non bastare. La sua non è pretensione, è paura di rovinare la vita altrui.

Da quando era bambina l'idea della distruzione l'ha sempre accompagnata. Stai composta, Siria. Non disturbare tuo fratello, Siria. Non creare problemi, Siria. Il terrore di essere rovina e non cura l'accompagna da sempre.

Non pensava esistesse nessuno al mondo in grado di valorizzarla. Non ha conosciuto l'idea dell'amore per moltissimo tempo. Poi ha incontrato Marco. Si è sentita preziosa, preziosa per qualcuno che non fosse Rodrigo. É stata quella la sua cura e la sua rovina.

Con lui pensava di aver conosciuto l'unica scossa che potesse attraversare il suo cuore. In realtà è stato un forte terremoto, che ha portato a galla l'oscurità serbata all'interno della sua anima per tutta la vita.

Pablo è stata la cura. Ed ora è lei che rischia di infettarlo. Lui le ha insegnato a vedere il mondo sotto un'altra prospettiva, ha riportato in vita quella bambina che si sentiva in gabbia e l'ha liberata e Siria non si sentirà mai abbastanza meritevole di tutto quell'amore, perché per tutta la vita le hanno insegnato che non c'è esistenza oltre le sbarre ed anche un uccello che impara a volare all'aria aperta per la prima volta, sente casa quella gabbia che lo ha tenuto intrappolato per troppo tempo e sviluppa la claustrofobia per la libertà.

Siria osserva il vertice dei suoi problemi dagli spalti de la ciudad de las rosas. Le hanno dato il permesso di partecipare ad uno degli ultimi allenamenti della seleccion prima del Qatar per un articolo che sta scrivendo per il Master.

Davanti a sé Marco e Pablo. Gli unici amori che ha conosciuto nella vita. Li osserva uno di fianco all'altro, cercano di evitarsi a vicenda, ma irrimediabilmente in campo hanno una grande intesa e il maiorchino ha persino ammesso di reputare il Sivigliano un grande talento. Questo la fa riflettere ancora di più su come quella situazione stia logorando internamente non solo lei, ma chiunque sia coinvolto e davanti ai suoi occhi si apre una sorta di schema, che la porta a dover analizzare ogni dettaglio, valutando cosa rappresentano i due per lei.

Da una parte c'è il suo primo amore. È l'uomo che l'ha fatta crescere e con il quale è cresciuta. È quello delle prime volte, delle prime esperienze, l'unico che l'abbia spinta a mollare tutto per seguirlo e stare insieme. È colui che le ha fatto credere all'idea dell'amore, che le ha fatto battere un cuore che nel suo petto non esisteva più, vessato dalla crudeltà a cui è stata sottoposta fin da bambina. Con lui progettava di scappare lontano, di vivere una vita assieme, di mettere su una famiglia un giorno. Marco però è anche l'uomo che l'ha fatta soffrire, quello che le ha addossato colpe che non aveva, quello che l'ha fatta sprofondare in una tremenda crisi, ma che è anche l'unico in grado di risolvere quelle crisi di cui è vittima.

In the name of love - GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora