𝕯𝖚𝖊

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𝒟𝒶𝓅𝒽𝓃𝑒...

William è il classico stronzo per cui tutte impazziscono, ma io non sono una di quelle.

Lo conosco di vista perché è nella squadra di basket dove Lucas è capitano, la squadra qua sì divide al suo interno in due gruppi: Nel primo ci sono Lucas e Alex e nel secondo c'è Blake, spudoratamente infiltrato, e William, anche se non sono amici, ci mancherebbe solo che lo fossero.

Poi, a dire la verità, tutti lo conoscono.

Devo ammettere che non è niente male.

Non so cosa gli abbiano dato da mangiare da piccolo per crescere così, supera il metro e novanta, un fisico scolpito direttamente a mano da Michelangelo, un ciuffo corvino, una distesa immensa di tatuaggi che partono dalle spalle fino alle mani e un piercing alla narice destra.

Ma la cosa che mi ha colpito di più, sono gli occhi. Ha gli occhi dello stesso colore delle mattine d'autunno, quando la tempesta si è appena tranquillizzata. Ha gli occhi dello stesso colore della nebbia.

Sembra una sorta di angelo caduto dal cielo, ma non un angelo normale, più uno mandato dal diavolo per far cadere tutte in tentazione. 

Indossa una t-shirt nera, dei jeans neri e delle Jordan di che colore? Ovviamente nere.

Questa riflessione mi porta a pensare che William ha qualche fissa col colore nero, ma in questo caso, io non posso parlare perché anche io ne ho un ossessione.

Bene questa giornata è iniziata male ma andiamo di male in peggio.

Nonostante tutto, altri posti non ci sono, quindi mi accontenterò di questo.

 Dallo zaino, appoggiato vicino ai piedi alla mia destra, prendo un quaderno per gli appunti e una biro.

Per non fare del tutto la maleducata, e ignorarlo come vorrei fare, mi giro provando a salutarlo, ma interviene prima lui.

Squadrandomi da testa a piedi, pronuncia le parole che mi fanno pentire amaramente di aver anche solo pensato che avrebbe potuto fregargliene qualcosa se non l'avessi salutato.

<<Ti devi mettere proprio qui?>>.

Che cosa? L'ha detto veramente?

<< In anzitutto, ciao! E sì... non vedi che tutti i posti sono occupati?>> gli spiego, accompagnando con un gesto di mano. Cerco di restare il più calma possibile, ma lascio scappare qualche nota di irritazione nella mia voce.

Continuo ad ascoltare la lezione del professore iniziata ormai da un po' di minuti.

Ho una strana sensazione come se qualcuno mi stesse fissando, ma non capisco chi. Con l'angolo degli occhi, noto che è William a fissarmi. Trovo che sia un gesto molto maleducato da parte sua, ma penso che anche lui lo sia estremamente. Forse senza il senza.

Provo ad ignorarlo il più che posso, fingendo che tutta questa situazione non mi metta ad estremo disagio.

Passano dieci minuti. Poi quindici. Sedici. Diciassette. Diciotto. Diciannove. Venti.

Ora basta, posso ignorare fino ad un certo punto, ma sembra un pazzo maniaco che sta pianificando il suo prossimo omicidio così, mi giro di scatto...

<< Si può sapere perché continui a fissarmi? >> Chiedo impulsiva.

<< Non ti sto fissando >> Ribatte alzando gli occhi al cielo, poi continua con voce frustata, cambiando subito direzione e fingendo di seguire la lezione, ma si lascia scappare un sorriso abbozzato sul viso.

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