𝕮𝖎𝖓𝖖𝖚𝖊

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𝒟𝒶𝓅𝒽𝓃𝑒...

Lucas aveva da poco preso la patente e mi aveva promesso che mi avrebbe portato a fare un giro, nonostante non mi fidassi tantissimo di lui alla guida. Quel giorno finalmente andammo a fare un piccolo giretto del quartiere.

<<Vai troppo piano! Aspetta che prendo io la patente e ti faccio vedere, ma se sei impaziente puoi sempre farmi provare la tua auto...>> lui si mise a ridere.

<< Come primo punto te lo scordi, che ti faccio provare...>> fece una breve pausa << ...E poi per chi mi hai preso? Sono una persona prudente, soprattutto se c'è una bambina a bordo.>>

Feci finta di offendermi aprendo la bocca, incrociando le braccia e guardando dritto l'asfalto che correva "veloce" - Se così si può dire - sotto di noi.

<<Guarda che le mie manine, da bambina, come dici tu, te li sanno tirare forte i pugni. E poi da quando sei una persona prudente, scusa?>>

<<Da sempre, stronzetta.>>

In quel momento mi resi conto che Lucas aveva parcheggiato nel nostro garage, così scesi, presi il mio zainetto e corsi in casa.

<<Mamma? Mamma...mamma... Dov-dove sei?>>

Quella stessa mattina mia madre mi aveva promesso che sarebbe venuta con me in libreria, ho sempre avuto una sorta di fissa, da quando ho scoperto la passione per la lettura, vado tutti i sabati in libreria. Che sia solo per guardare o per comprare tutto ciò che vedo, beh... Era più frequente il secondo caso.

<< Hey tesoro, la mamma è partita per Londra e tornerà tra tre giorni, però puoi dire a me.>>

Quella voce...

<< Oh, no stai tranquillo Pater.>>

Io ormai stavo tornando in camera, ero quasi sulle scale quando sentii dei passi alle mie spalle, pensavo o forse speravo che fosse uno dei miei fratelli. Voltai leggermente il capo e vidi la sua faccia.

Penso che tutti abbiamo un mostro, uno che ci consuma da dentro. Nel mio caso ne avevo uno che mi consumava da fuori e centomila da dentro.

In quel momento mi alzo di colpo. Mi asciugo la fronte inondata dal sudore e inizio a respirare regolarmente, con il cuore a mille.

La vibrazione del telefono mi fa sussultare.

Chi razza di persona può essere alle quattro di notte?

Notando l'ora mentre sblocco il telefono.

Alex: Amore, se sei sveglia scendi per favore...

Se qui con me ci fosse Vanessa mi avrebbe già tolto il telefono dalle mani, ma hey... sono sola.

Infilo le ciabatte e senza curarmi del mio aspetto, sicuramente terrificante, scendo gli scalini in punta di piedi per non farmi sentire dai miei fratelli.

Il sangue comincia a ribollire nelle vene per la rabbia.

Sparisce per giorni e ora spunta così nel pieno della notte?

Arrivata dinanzi alla porta in legno grigia dell'entrata, sbuffo pensierosa sul fatto di aprire o meno.

Apro di colpo.

Sarà la scelta giusta...?

<<Hey! Tesoro>> fa per baciarmi, ma mi giro di colpo facendo cadere le sue morbide labbra sulla mia guancia, incrocio le braccia arrabbiata sostenendo il suo sguardo. Mi appoggio con la spalla allo stipite della porta.

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