-SCELTE DI VITA-

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Ritornate a casa ripongo i miei nuovi vestiti nell'armadio e poi vado a cercare Dylan. E' in camera sua, totalmente in un altro mondo grazie alla musica che riproduce le immagini che ci vengono in mente e le emozioni che proviamo mentre la ascoltiamo. Nessuno può vederle se non attraverso un contatto fisico con la persona a cui vogliamo mostrarle. Lo scuoto leggermente con la mano per evitare che gli prenda un colpo. "Dylan...". Apre immediatamente gli occhi. "Emily...sei tu." "Si..scusami ma devo dirti una cosa" mi siedo accanto a lui e mentre mi guardo le mani cerco di formulare il discorso. Non so come dirglielo, non voglio farlo preoccupare. "E' successo qualcosa?" mi chiede prima che possa cominciare a parlare. Mi giro verso di lui "Non lo so... la mamma sembra preoccupata. Quando le ho chiesto dov'era papà si è incupita anche se non ha voluto dirmi niente.." finisco la frase girandomi con un'espressione preoccupata. "E' successo qualcosa a papà? Per questo non c'è?" domanda subito lui preoccupato. Cerco di calmarlo "No. Anzi non lo so. Spero che non sia così" mi fermo un attimo poi riprendo "Dobbiamo fare qualcosa. La mamma mi ha detto che è in laboratorio ma oggi è Domenica" mi fermo e lo guardo. Ha uno sguardo perso come se gli avessi appena detto che non potrà mai più leggere un libro. Lui ama i libri. Forse anche lui sa qualcosa per questo fa così, spero solo di no. Non voglio essere l'unica che viene tenuta all'oscuro delle cose. "Dylan..?!" si gira verso di me senza dire una parola. "Puoi spiegarmi che succede?" continuo ad insistere confusa dal suo comportamento. "Non succede niente. Stavo solo pensando" si alza dal letto "andiamo ad aiutare la mamma" comincia a camminare ma lo afferro per il braccio. "Smettila di trattarmi come una bambina e dimmi che succede." ho una voce forte e sono abbastanza innervosita da tutta la situazione. Si distacca dalla mia presa e fa un sospiro. C'è qualcosa che non va. "Allora?" lo incito. "Emily..." sta per dire qualcosa ma poi si blocca, come se non potesse dire niente. "Dylan ti prego, voglio sapere..." mio padre entra nella stanza interrompendo la nostra conversazione, Dylan indietreggia senza dire nulla e mio padre lo fissa come per dirgli di tacere. E' tutto così strano...mi sento come un pesce fuor d'acqua, a quanto pare sono l'unica che non può saperlo e se non posso...è qualcosa che mi riguarda sicuramente. "Dylan lasciaci soli" dice mio padre senza nemmeno guardarlo. Mio fratello esce dalla camera e chiude la porta, mio padre mi raggiunge e poi si siede sul letto indicandomi con la mano di fare la stessa cosa. Ho paura per me. Paura di quello che deve dirmi. "Papà che succede?" sto cercando di mantenere la calma, prima di piangere voglio sapere almeno il motivo. "Emily...non è così semplice. Io volevo dirtelo dopo l'esame .." sembra che gli manchino le parole, papà non ha mai difficoltà ad espimersi sto davvero cominciando a preoccuparmi. Le mie mani continuano a tremare ed il mio sguardo è ancora rivolto verso mio padre, sto aspettando una risposta che sembra non arrivare mai. "..Ma continui ad insistere e ormai hai capito che questa cosa riguarda te. Quindi leggi questa ti metterà in chiaro le idee e ti farà capire il motivo della mia, della nostra preoccupazione. Non è quello che avevamo in mente per te, ma non c'è altra scelta." abbassa gli occhi verso il basso e mi porge una busta di colore nero con una scrittura argentata in stampatello minuscolo.

WARRIORSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora