33 - LA FESTA

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Angela


«Tranquilla, io mi metto il vestito nero. Se vuoi il mio top bianco, te lo presto volentieri». Francesca sventola una mano nell'aria, controllando di nuovo sul cellulare il messaggio con l'invito alla festa a casa di Cristina, organizzata appena saputo che domani la scuola sarà chiusa per via di uno sciopero. L'abbiamo ricevuto tutte, l'invito, così come più di metà dell'istituto.

Non muoio dalla voglia di andarci e passare una serata nello stesso luogo con Jack e Gloria dopo il loro scherzetto, ma mi tengo questa cosa per me. Con Cristina, invece, non ho problemi. Lei e Michele mi hanno intercettata all'intervallo, ieri, mentre tornavo dal bagno, e mi hanno chiesto mille volte scusa per quello che era successo. Doveva essere una partita a moscacieca normale, hanno detto, per fare un po' gli stupidi e divertirsi. Quando hanno visto che Jack mi stava conducendo alla macchina, hanno provato a fermarlo, ma Gloria si è messa in mezzo.

Alla fine dei conti, non avevano alcuna intenzione di farmi un torto, quindi non me la sono presa con loro.

«Il tuo top bianco, quello con tutta la schiena scoperta? Non è un po'... esagerato, per una festa in casa?», domando alla mia amica, reticente. Perché in realtà io non glielo ho chiesto in prestito. È lei che sta cercando di convincermi a indossarlo dall'inizio della ricreazione.

«È una festa a casa di Cristina. Ci sarà gente vestita in modo molto più esagerato, lo sai bene. E se ti può consolare, lo scollo sul seno del mio vestito nero, è molto peggio di quello sulla schiena del top», mi rassicura con quel suo sorrisetto compiaciuto sulle labbra, che si allarga ancora di più quando la voce di mio fratello ci raggiunge dall'altro lato del corridoio.

«Il vestito nero che avevi alla festa di Natale, dici?», domanda Matt, recuperando il suo caffè dalle macchinette e infilandosi spudoratamente nei nostri discorsi.

Io e Francesca, sedute su una panchina vicino ai laboratori di chimica, ci voltiamo verso di lui, mentre Erica, Samanta e Chiara se ne stanno in piedi davanti a noi e nascondono sorrisetti sotto i baffi.

«Sì, quello. Ti crea problemi?», risponde Francesca sbattendo le ciglia con aria innocente.

Mio fratello sporge fuori il labbro inferiore e scrolla il capo. «Direi proprio di no. Non aspettavo altro che vederti di nuovo con quel fazzoletto di stoffa addosso. Magari poi anche senza».

Accanto a lui, Logan sfoggia una risatina scanzonata che anche da questa distanza mi fa vorticare le farfalle nella pancia. Cerco di distrarmi da quella sensazione concentrandomi invece sul voltastomaco che mi danno Francesca e Matt. «Puoi risparmiarti le battute viscide per quando non ci sono io a sentirle?», chiedo rivolta a mio fratello, storcendo la bocca in una smorfia schifata. «Le mie orecchie stanno bene anche senza».

Matt rotea gli occhi al soffitto, ma intanto Francesca è già partita alla carica per rispondere a tono alla sua sfacciata avance. «Se ti ubriachi come alla festa di Natale – e complimenti ancora per non esserti fatto beccare dagli insegnanti con quella bottiglia di vodka clandestina – dubito che mi vedrai in qualsiasi modo. Con o senza quel vestito», la sua voce assume una piega maliziosa, e anche da qui riesco a vedere le pupille di Matt dilatarsi. Per poco non si ustiona la lingua con il caffè bollente che sta sorseggiando.

«As...aspetta», tossicchia. «Quindi una possibilità ce l'ho?».

«Di fare cosa?».

«Di vederti nuda», le fa l'occhiolino e io mi copro le orecchie.

«Nei tuoi sogni, sicuramente», replica prontamente Francesca.

«Oh, quello ormai comincia ad annoiarmi. Preferirei passare al concreto».

Quando Le Rondini Tornano A CasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora