44 - SENZA INVITO

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Angela


Sotto un cielo cobalto e un sole caldo che illumina il tardo pomeriggio, saluto con la mano le mie amiche.

Samanta e Chiara entrano nel cortile e mi abbracciano. Dietro di loro arriva la macchina dei genitori di Erica, che per essere qui oggi ha chiesto un cambio turno al bar.

Mentre io sistemo le ultime sedie, mi raggiunge anche lei al centro del giardino dove, tra la quercia e i tigli, abbiamo allestito il grande tavolo per la cena tutti insieme.

Matt e Tommy stanno discutendo su come fissare le luci tra i rami. Carlotta è su una poltroncina sotto il portico, non parla con nessuno, ma almeno non sembra in lotta con il mondo, oggi.

Ci sono anche i nonni, e io, con Bianca che mi scorrazza attorno agitando stelle filanti e il vento profumato di fine maggio che mi spettina i capelli, mi sento finalmente un po' più in pace.

Francesca è stata con me tutto il pomeriggio per aiutarmi a sistemare.

È sabato e io ho tutta l'intenzione di passare il resto della giornata nella spensieratezza più totale.

Ne ho bisogno.

«Ragazzi, posso aiutarvi in qualcosa?», sento chiedere a Francesca mentre si avvicina a Tommaso che sta reggendo la scala su cui si è abbarbicato nostro fratello.

Matt la guarda dall'alto in basso con le foglie del tiglio ad ombreggiargli la fronte e una fila di lampadine tra le dita. «In effetti, ci sarebbe una lunga lista delle cose in cui potresti aiutarmi...».

Tommy scrolla la scala facendolo ondeggiare pericolosamente. «Contieniti», lo sgrida, mentre Francesca se la ride sotto i baffi.

In quel momento Erica passa loro accanto e Tommy gira il capo appena in tempo per incrociare i suoi occhi.

Lei sembra distrarsi e per poco non inciampa su un ciottolo del vialetto. È un lampo veloce. Tommy lascia andare la scala facendola vacillare. Francesca si fionda al posto suo per evitare che Matt cada a terra, e intanto Tommaso si è proteso in avanti e ha afferrato saldamente le braccia di Erica prima che lei potesse finire gambe all'aria sul prato.

Da lontano, osservo incuriosita la scena.

«Tutto bene?», domanda il nostro maggiore ad un soffio dal viso di Erica. La aiuta a raddrizzarsi e anche da qui posso vedere le guance di lei diventare paonazze. Anzi, le guance di entrambi.

«Sì... sì, grazie...», farfuglia Erica, sistemandosi alla bell'e meglio i capelli con gesti frettolosi.

Tommaso annuisce impacciato, caratteristica che su di lui stona parecchio. Mio fratello è la quint'essenza della perfezione, quando si relaziona con gli altri. Sempre così composto e impeccabile. Sempre così sciolto, rilassato, sicuro.

Mi sfugge un sorrisetto.

Senza dire nulla, raggiungo il tavolino laterale dove abbiamo sistemato gli stuzzichini e le bevande per una merenda abbondante prima che venga la sera.

Inizio a svuotare i sacchetti di patatine in alcune ciotole e Erica si avvicina per darmi una mano, mentre le altre chiacchierano con i miei genitori.

«Allora... con tutto quello che è successo», esordisce, e dal suo tono capisco che si riferisce alla visita dei ladri, «non ne abbiamo più parlato, ma...». Mi lancia un'occhiatina sottile da dietro alcune ciocche biondissime. «Alla festa di Cristina, poi? Mi spieghi cos'hai combinato?». Aggiunge un colpo di gomito e un mezzo sorriso per cercare di suonare leggera, ma io la conosco e so che sotto sotto è seria.

Quando Le Rondini Tornano A CasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora