NEW WORLD

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I giorni passano veloci e comincio a sentirmi sempre più forte. La mia voce sta ritornando, anche se in realtà parlo molto poco con Trash. Le poche conversazioni che abbiamo sono inconcludenti e di nessun aiuto. Ho smesso di provare a spiegargli la mia posizione — tutti i tentativi fino ad ora sono falliti miseramente. Più che altro tolleriamo la presenza l'uno dell'altra e stiamo per conto nostro.

Ogni giorno, Trash parte alle prime luci dell'alba, con la borsa sulla spalla. Torna al crepuscolo a volte appesantito da pile di aggeggi e rottami, a volte a mani vuote, ma sempre coperto di sudiciume.

Stamattina mi sveglio sentendolo muoversi intorno alla baracca, mentre prepara i suoi bagagli per un'altra uscita. Io me ne rimango sdraiata con gli occhi chiusi, aspettando che la porta si chiuda sbattendo così da poter iniziare la mia giornata da sola.

Ma sono costretta ad aprire gli occhi improvvisamente quando qualcosa cade violentemente sulla mia pancia. «Oof!!»

E' uno zaino — vuoto, fortunatamente, ma ingombrante abbastanza da pesare non poco.

«Ahahah! Scusa, ma è ora di alzarsi.» Trash che sogghigna di mattina presto. Un ottimo modo per iniziare la giornata. «Oggi faccio qualcosa di divertente là fuori. Vuoi venire?»

«No. Lasciami dormire.» È la mia risposta immediata. «Aw, peccato. Perché verrai comunque. Alzati, scansafatiche! Sai, stavo pensando... ogni volta che trovo qualcosa di figo là fuori, devo sempre decidere quale sembra la cosa migliore e lasciare il resto lì. A volte mi si spezza il cuore, sai? Ma se sei con me, posso prendere il doppio delle cose! Sono un genio, vero? Nah, non serve che mi rispondi — la tua faccia dice tutto. Sono un genio.» Certo certo, come no. Mi alzo e comincio a prepararmi, ormai rassegnata.

Dopo dieci minuti, siamo entrambi pronti per partire. Trash si infila i suoi occhialoni di protezione appoggiandoseli sulla fronte e solleva la sua borsa. Il mio zaino è sulla mia spalla, praticamente vuoto fatta eccezione per una bottiglia d'acqua, una corda arrotolata e una torcia.

«Okay, andiamo!» Dice Trash entusiasta.

Il sole è caldo oggi, o forse è così ogni giorno. In ogni caso, non passa molto tempo prima che il mio passo rallenti a poco a poco, fino a quando Trash si gira e comincia a camminare all'indietro, rivolto verso di me. «Non siamo ad un appuntamento, tesoro. Potresti camminare ad un' andatura più veloce di "passeggiatina"?»

«Sai, è più difficile per me che per te.»

«...Senti, so che è dura, ma devi imparare a cavartela qui fuori, e devi farlo in fretta. Perché che ne sai se la Nube si avvicina, o se arrivano all'improvviso dei Muti? Non posso permetterti di farti riposare adesso. Niente di personale, non prenderla come un insulto. Quando dico "Muoviti!" in realtà sto dicendo "Non facciamoci ammazzare oggi!"»

E così sono costretta a velocizzare il passo, anche se ancora non riesco a raggiungere Trash, ma c'è qualcosa nel suo discorso che non mi torna.

«Ma... cos'era quella cosa che hai nominato?»

«Hm?» Trash si mette di nuovo a camminare all'indietro.

«I Muti.»

E di colpo inciampa. «Di che diavolo parli?» Dice con tono stizzito.

«Veramente l'ho chiesto prima io.»

«Tu... tu... da quale schifo di paese delle meraviglie devi venire, se non sai cos'è un Muto? Forse... forse li chiami in un altro modo? Beh... La Nube Rossa— conosci la Nube Rossa, no?» Il suo tono è sarcastico, come se fosse ovvio che sapessi di cosa stia parlando, ma gli basta un'occhiata alla mia faccia per capire che non ho idea di cosa stia dicendo.

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