𝒮𝑒𝒾

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SHEILA

Un'altra battaglia è iniziata e io sto già palesemente perdendo.
Me ne rendo conto questa mattina, mentre scivolo lungo il corridoio della scuola con il morso della gelosia che mi stritola fino a spaccarmi le costole.

Addossati agli armadietti, i Rebel Hearts intrattengono un cospicuo gruppo di femmine con gli ormoni a mille, tra cui anche Stefany, la ragazza più bella dell'istituto, se non addirittura della città.
La testa bionda appoggiata con nonchalance alla spalla di Brian, mentre ride di gusto per qualcosa che è stato detto, mettendo in mostra i denti bianchi e dritti.
Oggi, più che mai, la invidio in tutto il suo metro e settanta.

«Odiosa» commento, stringendo i pugni lungo i fianchi e accorgendomi solo quando Isabel mi risponde di aver parlato ad alta voce.
«Ce l'hai con me?» segue la traiettoria del mio sguardo. «Ovviamente no.»
Scrollo la testa sperando che l'immagine che ho di fronte svanisca, cosa che non succede, e cerco di tornare con la mente dalla mia amica. «Scusa, dicevi?»
«Billy mi ha portato un mazzo di fiori ieri sera» inizia a raccontare la mia amica, solo che sono troppo distratta per ascoltarla davvero in questo momento.

Passiamo di fianco ai ragazzi e il mio sguardo vola subito su Brian, il cuore è un tamburo impazzito, l'imbarazzo mi invade le guance. Non so come comportarmi, accenno un sorriso che non viene ricambiato. Anzi, in tutta risposta il braccio di Brian circonda la vita sottile di Stefany, attirandola a se, e divento un concentrato di rabbia liquida che mi scorre nelle vene.

La serata di ieri viene spazzata via come se non fosse mai esistita. Come se me la fossi solo sognata.
Non riesco a credere che il ragazzo che ho di fronte è lo stesso che qualche ora prima dell'alba parlava e scherzava insieme a me.

E poi la bocca di Stefany si posa sulla guancia di lui e un nodo mi stringe la gola impedendomi di respirare. Un calore innaturale si propaga su tutta la faccia, mi sento come se stessi per esplodere e non resisto più. Vorrei piangere, urlare, spaccare qualcosa. Invece scappo, corro lungo il corridoio inseguita dal mostro dell'invidia e mi fermo solo dopo essermi chiusa a chiave dietro alla porta di uno dei bagni delle ragazze.

«Shey!» Subito mi rincorre la voce di Isabel. «Stai bene? Hai preso le medicine?» si rassicura.
Medicine... Già. Se ce ne fosse una che mi impedirebbe di pensare a suo fratello non esiterei a prenderla. La fregatura è che per l'amore non esiste rimedio.
Regolarizzo il respiro e mi costringo a rispondere, dopo aver deglutito il rospo che ho in gola. «Sì, sto bene.»

Il mio cervello lavora alla velocità della luce per trovare una spiegazione che non faccia scaturire domande a cui non saprei dare risposta. «Mi è solo venuto un attacco di mal di pancia» mento. Sembra che non riesca a fare altro con lei ultimamente.
Ed è così ingiusto che io non possa condividere i miei sentimenti con l'unica amica che ho.

Cerco di ricompormi, respiro, asciugo gli occhi dal luccichio delle lacrime con un solo pensiero che prende forma nella mia mente: Brian la pagherà per questo affronto. Giocherò la mia carta, quella che ho in mano da un po' di tempo, ma che non ho ancora scelto di usare...
Grady.
Sarà lui a farmi vincere la partita.

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Alla terza ora il signor Coleman, di biologia, ci informa che il professor Right, di letteratura,  è malato e che per coprire l'ora buca condivideremo un progetto con la sua classe: sezionare una rana.

Già il fatto di scuoiare quella cosa viscida mi fa venire il vomito. Odio le rane.
Come se non bastasse, indovinate un po' chi fa parte di quella classe? Esatto! Stronzo-arrogante Payne. Giusto per affondare un po' di più il coltello nella piaga.

Toglimi il respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora