𝒩𝑜𝓋𝑒

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BRIAN

Avete mai provato un dolore talmente forte da straziarvi l'anima, rompere le ossa e dilaniarvi la carne?
Io ci ho già sguazzato dentro a quelle acque torbide e sembra che non mi sia permesso il lusso di non ricaderci dentro. Ancora e ancora.

E ora la mia mano che sanguina, a seguito di un violento impatto con il muro, non è niente a confronto del male che si è impossessato delle mie vene.

«Brian! Ma sei impazzito?» Mia sorella si fionda al mio fianco, ispezionandomi le nocche.
«Lasciami stare» l'ammonisco, scansandomi.
Nel frattempo si sono avvicinati anche i miei amici e io mi sento soffocare, una bomba sul punto di esplodere.
«Devo guardarti quella mano» insiste Isabel, con la sua vocazione da crocerossina presa dalla mamma.

È solo che io in questo momento ho bisogno di aria, di spazio.
Di Sheila.
Lei che da quando è entrata nella mia vita ha portato luce ai miei giorni; lei che è l'unica alla quale ho lasciato il potere di domare il mio mare in burrasca.
Lei che stasera ha scelto di uscire con un altro, e non uno qualsiasi, ma il peggiore dei miei nemici, lasciandomi qui a fare la figura del cretino.

Non voglio più stare qua a rivivere in loop l'esatto momento in cui quel bastardo me l'ha strappata via dalle mani.
Perciò, nonostante la mano mi faccia un male cane, monto in sella alla mia moto e sfreccio via, con il sottofondo delle voci che gridano il mio nome contro ad un cielo più nero di me.

Non so quale sia la mia meta, a dire la verità non so neanche se ne ho una, sentivo solo il bisogno di evadere per un momento dai miei pensieri e dagli sguardi accusatori di quelli che dovrebbero sostenermi in quanto amici.

Giro un po' per la città e poi decido di rientrare a casa, quando inizio a sentire che la mano non collabora più.
Davanti alla soglia c'è Isabel che mi aspetta insieme a Cody, che le ha dato un passaggio.
Ultimamente li vedo spesso girarsi intorno a vicenda, ma io non sono uno che giudica, anzi ammetto che non mi dispiacerebbe se nascesse qualcosa tra loro. Cody è un cretino, certo, ma sono sicuro che saprebbe trattare Isabel come merita e il divertimento non le mancherebbe di certo.

«Amico, tutto a posto?» Cody mi si avvicina per primo. «Pensavo volessi fare qualche cazzata delle tue, non che tu non l'abbia già fatta. Ti rendi conto che con quella mano non sarai in grado né di giocare a Hockey, né di suonare? Milo stava già sclerando. Ma che cazzo ti è preso?» parla tutto d'un fiato.

Ecco il motivo per cui sono scappato di corsa, non mi piacciono le domande e soprattutto detesto dare spiegazioni.
Quello che c'è, o non c'è, tra me e Sheila lo sappiamo solo noi. E mia madre. E la dottoressa Swarz. Ma non è necessario che lo sappiano altre persone per il momento. E lo so che non sarà facile motivare il mio comportamento di stasera, in ogni caso qualcosa inventerò.

«Fra una settimana sarò come nuovo, non ti preoccupare» do una pacca sulla spalla al mio amico, con la mano sana.
«Mamma è di turno all'ospedale stasera, perciò dovrò prendermi cura io di te» interviene Isabel. «Scusaci Cody. Avrete tutto il tempo di parlarne domani.» Si sporge a lasciargli un bacio sulla guancia. «Grazie e buona notte.»
«Quando vuoi, principessa» gli fa l'occhiolino lui e vedo mia sorella arrossire. «A domani» mi congeda, stringendomi la mano.

Isabel mi trascina dentro casa prendendomi dalla maglietta e glielo lascio fare. A volte è così maledettamente premurosa da far venire il diabete.
Mi fa accomodare sullo sgabello dell'isola in cucina e mi minaccia con sguardo assassino. «Non ti muovere di lì. Noi due dobbiamo parlare.»

Torna qualche minuto dopo con la valigetta del pronto soccorso e subito sono ricordi. Flashback di quella sera in cui anche io mi sono dovuto prendere cura delle ferite di una principessa guerriera.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06 ⏰

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