Il mercoledì prima del Ringraziamento le scuole erano chiuse e questo aveva permesso a jimin di dormire un po’ di più e poi concentrarsi sulla famiglia. Sarebbe dovuto andare tutto liscio come l’olio.E forse lo avrebbe fatto se lui fosse stato una specie di incrocio tra Mary Poppins e Betty Crocker, invece di quel surrogato di figura materna, gay ed esaurito, che credeva di essere.
Esaurito, sì, e con il passare delle ore sospettava anche di stare per perdere la sua battaglia contro il raffreddore.
Controllò le torte nel forno ancora una volta e si voltò abbastanza in fretta per allontanare le dita di Yuna dalla salsa di mirtilli.«Mi piacciono i pezzetti grumosi,» protestò la bambina.
«Guarda quanti ce ne sono!» Si arrese.
«Usa un cucchiaio e mettine un po’ in una ciotola. Non mangiare dal piatto.» Yuna aveva ragione, ce n’erano davvero tanti. Chi lo sapeva che da un solo cestino di mirtilli si poteva ottenere così tanta salsa? Jimin si massaggiò la testa dolorante. Cucinare per il Ringraziamento assieme ai bambini gli era sembrata un’idea divertente.
Ma la cosa aveva implicato andare prima a fare la spesa con loro e a quell’ora l’interesse di Ben per il cibo, a parte mangiarlo, era già scemato.
E poi c’era quel mal di testa che proprio non voleva passare. Grazie a Dio, le sfoglie per le torte erano vendute pronte e surgelate, e il ripieno poteva essere semplicemente versato da una lattina e spalmato. Il pasticcio di patate dolci era fatto e pronto per essere infornato. Era stato abbastanza furbo (grazie a quella signora simpatica nella corsia delle carni che aveva avuto pietà di lui) da prendere un tacchino piccolo che non fosse ancora surgelato. Sebbene la nota “contiene frattaglie” lo avesse fatto rabbrividire. Non voleva sapere.
Nei libri di cucina si riusciva a fare di tutto con le frattaglie, ma jimin pensava che non sarebbe mai stato in grado di estrarle e buttarle abbastanza velocemente.
Osservò la generosa porzione di mirtilli nella ciotola di Yuna e scrollò le spalle. Versò in un piatto di vetro il resto della salsa che si stava raffreddando.Si sarebbe addensata, oppure no. Se non altro, aveva un buon sapore. Metterla nel frigorifero vicino al tacchino e alle altre guarnizioni sarebbe stato un incubo logistico. Alla fine, la sistemò in equilibrio precario sopra le uova e la pirofila con le patate.
Mentre stava chiudendo lo sportello, Ben slittò dentro la cucina in piena modalità supplichevole.
«jimin, posso mangiare anch’io qualcosina? Dai? Per piacere? Perché l’ora di cena è già passata.» jimin guardò l’orologio. Ben aveva ragione. Cazzo. E dove diavolo era Mac? Come se ci fosse stato bisogno di chiederselo.
Accanto a lui, Ben aprì il frigorifero. Lo sportello si bloccò e il bambino gli diede un secondo strattone. A quel punto si spalancò. E la ciotola barcollante di salsa ai mirtilli si rovesciò a terra. Jimin la vide, si precipitò ad afferrarla, ma la mancò.
La ciotola colpì il pavimento e rimbalzò. Un’onda di spesso liquido rosso balzò in aria. Jimin rimase bloccato su un ginocchio, l’appiccicosità rossa che si espandeva per tutta la sua gamba inarcandosi generosamente sulla camicia e sulle mani. Davanti a lui, Ben si pietrificò con gli occhi sgranati, mentre piccole macchie di mirtillo apparivano ovunque sull’ultimo paio di jeans che non gli mostrava le caviglie.
Jimin abbassò lo sguardo su di sé, tutte quelle chiazze, tutto quel rosso sui vestiti, sulla pelle.
«Gesù Cristo, Ben! Non riesci proprio a fare attenzione?
Guarda cosa hai fatto! Guarda che disastro!»
Gli occhi del bambino si sollevarono verso i suoi, il visetto che sbiancava.In quell’attimo di silenzio, riecheggiarono soltanto il respiro affannato di jimin e il cigolio della porta d’ingresso che si apriva. Poi, con un lamento, Ben corse nella sua camera.
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COMPITI A CASA
FanfictionJungkook e Jimin pensano di essersi lasciati alle spalle i momenti più complicati. Sono usciti allo scoperto come coppia e stanno costruendo una famiglia assieme ai loro due bambini. È tutto ciò che hanno sempre sognato. Ma Yuna fa fatica ad accetta...