ROSEMARY

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Il sole stava finalmente calando sopra il suo capo, lasciando spazio alle sfumature del cielo sempre più scure, mentre lui, seduto su una panchina, attendeva il momento giusto per iniziare da un'oretta buona.

Alzò lo sguardo versoquell'intenso azzurro, mentre la canzone, che per l'insicurezza ascoltava a ripetizione, accompagnava la leggera ansia che iniziava a crescere in lui.

Sì, quello era uno dei suoi problemi più grandi:

non riusciva a farsi venire la paura, l'eccitazione, l'ansia per qualcosa finché l'evento in questione non diventava imminente.

Fino a pochi secondi prima era più che tranquillo, solo preso da qualche attimo di depressione causato dalla sua bassa autostima, adesso le mani gli sudavano freddo e si iniziò a chiedere se sarebbe effettivamente riuscito a mettere le mani sulle corde quella sera.

Guardare il cielo, però, come al solito gli metteva un minimo di sicurezza.

Era anche una bella serata, le prime stelle iniziavano ad apparire chiare nel cielo, accompagnate da una splendida e luminosa falce di luna, non per nulla nella piazzetta dove si trovava le persone abbondavano, ferme nei locali che circondavano il luogo o semplicemente di passaggio.

Si passò una mano tra i capelli neri, mettendo pausa alla canzone e decidendo, finalmente, di prepararsi.

Legò alcune ciocche nere in un piccolo tuppo, alzandosi in piedi con nonchalance - nonostante il suo battito cardiaco iniziasse ad esprimere tutt'altro - e aprendo la custodia della sua chitarra elettrica, sotto lo sguardo incuriosito di alcuni passanti, che se fino a pochi secondi prima si limitavano a sbirciare la sua cassa Marshall ben lucidata, ora si facevano molti meno scrupoli nel fissarlo, per poi continuare le loro passeggiate con indifferenza.

Incrociò alcuni dei loro sguardi, mentre tirava fuori la sua Gibson SG Reissue, modello del '61 e con la particolare forma a  "diavoletto", richiuse la custodia, posandoci la chitarra sopra mentre si alzava in piedi con calma, ma con le gambe leggermente tremanti.

Mise il telefono nella tasca della sua giacca di pelle smanicata, sospirando, cercando un minimo di calma, altrimenti si sarebbe messo ad urlare per il nervoso in mezzo alla piazza.

Il suo disturbo dell'emotività e comportamentale non aiutavano affatto in queste situazioni.

Allungò le braccia verso l'alto, stiracchiando per bene le ossa del suo corpo e mostrando i ben evidenti muscoli delle sue braccia dalla tonalità abbronzata, grazie al sole delle stagioni estive quasi al termine.

Mentre si allungava buttò fuori il fiato, quando invece si riportava in posizione di riposo inspirava e ripeté il processo una manciata di volte, per placare il nervosismo e sciogliere muscoli e tensione.

Alla fine decise di prendere la chitarra, ancora un po' in ansia, ma decisamente con più sicurezza di prima, e la collegò alla cassa, assicurandosi che tutto fosse ben regolato.

Seduto sulla panchina di marmo, poi, iniziò ad accordarla e a provare le corde, assicurandosi che i suoni fossero abbastanza alti e della tonalità giusta, smanettando con le chiavi della paletta e i pulsanti e manopole della Marshall.

E un minuto dopo capì di essere davvero pronto, così, con il leggero peso fremente dello stomaco, infilò la tracolla e si rimise in piedi, aspettando il momento giusto per iniziare.

Si guardò attorno con occhio acuto, scrutando per bene quante persone effettivamente stessero puntando le attenzioni su di lui.

Per carità, non era il tipo che cercava le attenzioni di tutti, anzi, più le persone lo guardavano mentre faceva cose del genere, più rischiava di farsi prendere dal panico, ma suonare senza che nessuno ti guardasse lo avrebbe fatto stare peggio.

𝐒𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐥𝐥 𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭! - 𝐍𝐢𝐧𝐣𝐚𝐠𝐨 𝐀𝐔 「𝐆𝐥𝐚𝐜𝐢𝐞𝐫」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora