‹‹Allora?Sputa il rospo›› dissi sembrando quasi che le stessi ringhiando contro
‹‹Sullivan! Smettila di fare il bambino, è un errore che avresti potuto fare benissimo anche tu››
‹‹Sullivan, smettila di fare il bambino›› le feci eco ‹‹Ah, siamo tornati a darci del tu?››
Si astentò dal rispondere
‹‹Evans››
‹‹Sullivan ti giuro che non è colpa mia, questa volta››
‹‹Ma certo, adesso mi dirai che c'èà anche un fantasma dei dintorni?››
‹‹Sullivan!››
‹‹Allora la colpa di chi è sentiamo,sei arrivata prima tu di me››
‹‹No, c'era Jonathan con il corpo››
Una cosa sensata
‹‹Bene, e adesso dove è Jonathan?››
‹‹A dire la verità non lo so››
Come non detto
‹‹Lui mi ha chiamata e io subito dopo ho chiamato te,poi sono arrivata qui ma sai che è stato veramente sgarbato? Sembrava non fosse lui a parlare››
‹‹Evans ma cosa c'entra adesso!›› Mancavano solo i suoi cambi d'argomento
‹‹Hai ragione, mi sono persa nel parlare... ››
‹‹Continua, per favore›› la incitai
‹‹Si, ecco, come stavo dicendo,Jonathan mi ha chiamata e mi ha riferito della presenza di un corpo nei pressi del fiume, così sono venuta qui e ho iniziato a cercarlo nei dintorni, senza arrivare al Campus, ma di lui non c'era nessuna traccia, così l'ho richiamato e mi ha risposto››
‹‹E cosa ti ha detto?››
‹‹Che stava vicino al fiume, ma ero io vicina al fiume, quindi non poteva essere››
‹‹Evans ma che razza di storia è mai questa?››
‹‹Sullivan lo chiede a me?›› sbuffando
‹‹No ma hai ragione...››
continuammo a litigare per cercare di arrivare a una netta conclusione finché non sentimmo lo scricchiolio dei rami degli alberi che ci circondavano,venire proprio dietro di noi.
Sarà qualche segno?
Io me ne accorsi prima di lei, mentre continuava ancora a parlare e a dire frasi totalmente senza senso,solo con lo scopo di provare in qualche modo a controbattere
‹‹Evans!›› provai a fermare quel suo blaterare
‹‹Cosa vuoi? Perché mi interrompi sempre quando parlo? Stai insinuando che parlo troppo? Sullivan ma che modi sono mai quest-››
La zittii prima del tempo, certo che parla veramente tanto e anche troppo per i miei gusti, potrebbe anche tagliarsi la lingua certe volte invece di far prendere aria alla bocca ‹‹Evans! Ascolta un attimo per la miseria››
Si ammutolì
"Era così difficile?"
Facemmo silenzio entrambi e iniziamo finalmente a sentire da dove esattamente provenissero quei rumori.
‹‹Nord››
Non era possibile, lo faceva apposta allora ‹‹Ovest Evans››
‹‹Ah giusto, scusa›› rispose imbarazzata
Ci dirigemmo in quella posizione e iniziammo(almeno io) a notare qualcosa di strano provenire sotto al mio naso; una lunga striscia di sangue a gocce dipingeva le foglie verdi di un bordeaux scuro, che si allargava sempre più.
Seguii prima io quelle scie perché la mia collega rischiava lo svenimento solo guardandole.
‹‹Evans chiama immediatamente l'ambulanza!›› imprecai davanti ciò che stavo vedendo
Sospirò ‹‹Sullivan sempre i tuoi soliti scherzi, vuoi prendere la questione seriamente per una volta›› facendola risuonare come una specie di domanda
‹‹Se non mi credi sei libera di venire a vedere tu stessa se non mi credi vieni a vedere tu stessa››
Così fece e come prevedevo stava rischiando uno svenimento per la seconda volta in pochi minuti
Mi affrettai a sorreggerla da dietro, prendendola dalle spalle
‹‹Ok, mi ripeti il numero?››
‹‹Che diavolo Evans!›› spalancando le braccia come per chiedere un aiuto agli dei del cielo
Glielo ripetei almeno due volte per essere sicuro che avesse digitato il numero giusto
‹‹È Jonathan››
Mi avvicinai posizionando due dita sul collo, controllandogli il battito...che mancava
‹‹Si Evans, adesso chiamo la scientifica così che possiamo risalire all'orario esatto in cui...be'... è .. deceduto›› dissi per risultare meno sgarbato
Era in una posizione terribile: appoggiato all'albero che si trovava alle sue spalle e macchiò il tronco con il sangue che ricadeva dal suo capo. Aveva un foro molto grande come se fosse stato colpito più volte. Jonathan aveva i capelli di un nero avorio con la presenza di ciocche più chiare che andavano sul bianco. Il viso era sporco da lunghe scie di sangue che glielo coprivano per intero.
Era alto, infatti la sua testa ricadeva in avanti con il busto quasi fino alle ginocchia.
Indossava una semplice maglietta bianca che aveva cambiato colore per la quantità eccessiva di sangue che aveva perso.
I pantaloni di un blu scuro che ricadevano dritti ma la cucitura inferiore era strappata trovandosi sopra a un ramoscello spezzato.
E infine, le sue solite scarpe da ginnastica: gialle e bianche, che indossava tutti i giorni.
Aspettammo ben dieci minuti pieni fin quando non sentimmo il suono dell'ambulanza, sperando accompagnata dalla scientifica.
‹‹Evans, raggiungili tu, io rimango qui con il corpo, così che non sparisca anche questo come l'altro, sempre se sia mai esistito››
Evans li raggiunse e capii dai suoi movimenti iperattivi,che iniziò a raccontare l'accaduto, accompagnata da altri collassi.
Quando ci raggiunsero, mi scostai per farli fare il loro lavoro
‹‹Possiamo sapere quando è deceduto?›› Aggiunsi dopo un po'
‹‹Verso le 2›› rispose la persona della scientifica
‹‹Evans, tu mi hai chiamato alle 4 però››
‹‹Io alle 4 ho ricevuto la chiamata da Jonathan!›› mi sussurrò in panicata
‹‹Mi scusi se vi interrompo, ma non può essere possibile, avrà perso subito conoscenza, provocata dalla ferita alla testa, vedete? Quindi la morte era imminente››
Mi avvicinai solo io per vedere bene la ferita, evitando che la mia collega svenisse nuovamente.
Se era morto sul colpo, non avrebbe avuto neppure il tempo di prendere il telefono
‹‹Evans penso che tu non abbia parlato con Jonathan››
‹‹Infatti aveva una voce strana, più profonda rispetto alla sua solita voce a trombetta››
Certo che questo assomiglia al sassolino pronto a far traboccare il vaso E poi, che interesse potesse avere a uccidere Jonathan, per quello che sapevo,non aveva mai dato problemi a nessuno.
A meno che non vi si trovasse proprio sulla scena del crimine...ma poi per quale motivo era nel bosco...
‹‹Penso che Jonathan abbia interrotto qualcuno nell'intento di far sparire il corpo o qualunque cosa volesse fare.››
‹‹Ma se il corpo di cui parlava si trattava proprio del suo? Di Jonathan?›› chiese
‹‹Probabile, ma questo non combacerebbe...››
‹‹A cosa? ››
‹‹Sotto la telefonata che hai ricevuto c'è uno scopo, poteva benissimo lasciare il corpo qui, perché è un posto in cui poche persone verrebbero, e farlo trovare a qualcuno dei passanti. ›› Feci una breve pausa, notando di aver attirato anche l'attenzione del ragazzo della scientifica ‹‹Ci possono essere varie ipotesi, quella che ho pensato io è la seguente: Jonathan aveva già trovato il corpo di questa ragazza, dettaglio che tra l'altro un assassino esperto non si sarebbe fatto sfuggire, e che lo abbia scoperto, colpendolo››
Sentii delle mani applaudire ‹‹Niente male›› disse la scientifica allontanandosi
Evans ci mette un po' per comprendere a pieno le mie parole, però capii dal suo sguardo che ce la stava mettendo tutta
‹‹Mi scusi›› richiamando il ragazzo della scientifica ‹‹Ha qualche idea riguardo a cosa abbia procurato la ferita che ha alla testa?››
Mi scrutò a fondo prima di rispondere ‹‹Posso dirle a occhio che è sicuramente un oggetto affilato e spesso, non appuntito altrimenti avrebbe lasciato un foro nella parte superiore del capo, ma, se posso permettermi, non mi sembra una cosa preparata››
Non ha tutti i torti,se fosse così avrebbe usato un'arma da fuoco o un coltello, sono gli oggetti più utilizzati e comuni. Qui mi dà l'impressione di essere stato preso alla sprovvista e aver utilizzato un oggetto trovatosi sotto tiro.
Mi giro intorno, osservo il luogo che ci circonda: il fruscio dei rami provocato dal lieve venticello che si innalza e muove delicatamente l'acqua del fiume, provocando qualche piccola onda che si infrange sulle "pietre".
‹‹Le pietre?››
‹‹Scusi?›› disse guardandomi perplesso
‹‹Può aver utilizzato una pietra?››
Probabilmente preso alla sprovvista l'unico oggetto che poteva trovare nelle vicinanze era proprio questo.
‹‹Detta così...non posso escluderlo, ma è troppo presto per dirlo, dovrei prima fare degli accertamenti››
‹‹Quindi può aver utilizzato una pietra?››
‹‹Suppongo di sì...come le è venuto in mente?››
‹‹Già...›› Interviene la mia collega
‹‹come ti è venuto in mente?›› continua Evans
Ma è davvero così poco consono?
‹‹Beh...semplicemente è un luogo pieno di pietre di ogni dimensione... se la cosa non era prevista, uno di questi può avere la dimensione della ferita di Jonathan››
Il ragazzo raccolse la valigetta che aveva appoggiato a terra, arrotolando i guanti di lattice sul manico ‹‹Le farò avere il referto entro domani›› Avviandosi verso l'uscita
‹‹Evans?›› Richiamai la mia collega intenta a svignarsela
‹‹Dove crede di andare?›› Riamanendo fermo sempre allo stesso punto
‹‹A casa?›› guardandomi come se fosse la risposta più ovvia
‹‹Dobbiamo ispezionare la zona››
‹‹Ma...si sta facendo buio, è proprio sicuro? Potremo provare domani mattina, in fondo di giorno c'è un bel sole, luminosissimo, ci aiuterebbe di più, non trova?››
‹‹In realtà no, la trovo solo una perdita di tempo›› aspettai ‹‹‹Quindi,cosa hai intenzione di fare?››
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SPINE D'AUTUNNO
RomanceSullivan ed Evans, due detective dai caratteri opposti, sono alla ricerca di un corpo di una ragazza, la quale non si sa che fine abbia fatto. A complicare il tutto c'è l'assassino che sembra non rendere semplice il tutto. Ad accompagnare la narrazi...