Dì solo una parola e sparirò nel deserto...

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Ombre.

Rumori.

Versi.

Urla.

Mattia non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

Non vedeva niente, ma sentiva.

Sentiva dei suoni, sensazioni, dolore.

Riusciva a sentire tutto ciò che, purtroppo, gli sembrò di aver già sentito.

Si guardò intorno per capire cosa stesse succedendo, ma era tutto buio.

Buio, ma non silenzioso.

In un attimo però, ogni rumore svanì ed il buio scomparve, e capì di essere da solo.

C'era solo lui.

Lui che lo guardava con il sorriso di chi sapeva di averla fatta grossa e non se ne pentiva.

Lui che lo guardava orgoglioso e consapevole del fatto che Mattia non potesse reagire.

Lui, che con una falcata gli andò incontro ed avvolse le braccia intorno al suo corpo.

E ciò che più spaventò Mattia, era che quelle braccia riusciva a sentirle.

Le sentiva pesanti e strette sulla sua vita.

Si sentiva soffocare.

Chiuse gli occhi e trattenne il respiro per troppo tempo, finché non cominciò ad urlare anche lui.

«Lasciami stare!»

Lo urlò.

Lo urlò afferrando quelle braccia che lo stavano soffocando per liberarsi, ma solo quando aprì gli occhi e riprese a respirare regolarmente capì che quello era solo un sogno, e che le braccia che aveva allontanato dal proprio corpo non erano di Sergio.

«Matti...»

Christian non aprì gli occhi quando non lo sentì più stretto a lui, ma mosse la mano sul letto per cercarlo.

Solo quando non lo trovò socchiuse gli occhi per vedere dove fosse finito.

Lo trovò seduto accanto a lui con le gambe in petto, i gomiti sulle ginocchia, la testa bassa e gli occhi lucidi.

«Matti, che è successo?» gli chiese allarmato, sedendosi subito di fronte a lui per richiamare la sua attenzione.

Mattia nascose il viso tra le braccia e tentò di calmare i singhiozzi, la rabbia, e la paura.

«L'ho sognato» sussurrò rialzando lo sguardo, sicuro che se avesse guardato Christian negli occhi si sarebbe sentito più forte.

«Chi hai sognato Matti?»

«Sergio.»

Christian spalancò gli occhi ed interruppe le carezze sul suo braccio quando sentì quel nome.

Non un'altra volta.

Con un grande impegno, decise di ignorarlo per occuparsi solo di Mattia e per farlo stare meglio.

«Vieni qui» lo invitò battendo le mani sulle gambe.

Mattia deglutì e nascose il viso tra le braccia per pochi secondi, prima di annuire e sollevarsi sulle ginocchia per salire a cavalcioni in braccio a lui ed abbracciarlo forte.

«Scusami se prima mi sono allontanato in modo così brusco da te» gli sussurrò contro il collo, «scusami. È che l'ho sognato ed ho pensato che mi stesse abbracciando, così l'ho allontanato subito e invece eri tu e...»

All that you are is all that I'll ever need [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora