Se questa è l'ultima cosa che vedo, sappi che per me è abbastanza.

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«Matti, sbrigati, altrimenti facciamo tardi!»

Mattia aveva già perso il conto delle volte in cui Christian glielo aveva urlato dal corridoio.

Sembrava non capire che nonostante lo ripetesse ogni minuto, Mattia avrebbe continuato a metterci tutto il tempo che gli serviva per prepararsi.

Sospirando, scosse la testa.

Non gli rispose per l'ennesima volta, e si aggiustò i gemelli da polso prima di portare le mani sul colletto della camicia e sistemarlo sulla cravatta.

L'accarezzò con cura, lasciando scivolare lo sguardo sulla sua figura allo specchio.

Non voleva andarsene.

Voleva rimanere lì ancora un po' perché, per la prima volta dopo anni, riuscì a reputarsi bello.

Si sentiva finalmente bello, ed era tutto dovuto ad uno smoking.

A quello smoking.

«Matti, vieni?»

Era così preso a guardare come gli stesse ciò che stava indossando, che quasi non sentì Christian chiamarlo ancora dalla porta della loro camera.

Continuò a guardare come quella giacca gli stesse sulle spalle, e come quella camicia di lino lasciasse intravedere i suoi due tatuaggi sul petto.

Era orgoglioso di ciò che vedeva.

Voleva che quella sensazione non finisse mai.

«Tutto bene?»

Sentì la voce bassa di Christian domandargli quelle parole all'orecchio, e si irrigidì sul posto quando percepì le sue braccia avvolgersi intorno alla vita.

«Sì. sì, tutto bene, stavo solo...guardando come mi stesse questo completo.» spiegò in fretta.

Christian passò il naso tra i suoi capelli, facendosi spazio per sfiorargli il lembo di pelle dietro all'orecchio.

«Ti sta benissimo.»

A differenza delle altre volte, Mattia annuì.

«Lo so.»

«Lo sai?»

«Sì, lo so.»

Christian corrugò le sopracciglia confuso e, guardandolo, gli chiese: «è il tuo preferito?»

Mattia passò il palmo delle mani sulle spalle per sistemarlo, per aggiustarlo.

«No, ma non lo mettevo da tanto tempo.»

«Sul serio? È un peccato, è davvero molto bello.»

Dopo quel commento, non fece altro che sospirare e scuotere la testa.

Come sempre, Christian notò subito quel suo gesto.

«Matti» lo chiamò a bassa voce, «che succede?»

«Niente» rispose l'altro forzando un sorriso, «non succede niente, andiamo?»

Christian arcuò un sopracciglio, scettico. «Perché non vuoi dirmelo?»

«Perché poi ti arrabbi.»

«Ti giuro che non mi arrabbio, però ora lo voglio sapere. Non puoi comportarti così e poi lasciarmi con il dubbio.»

Mattia sospirò indeciso ma, vedendolo così curioso e determinato ad insistere per fargli ammettere tutto, cedette.

«Non gli piaceva» cominciò portando le mani su quelle di Christian quando lo vide cingergli la vita. «Non voleva mai che io lo mettessi perché secondo lui questa camicia mostrava troppo, perché ero ridicolo ad associare uno stupido colore della cravatta ai miei occhi azzurri, e perché questo pantalone era solo un indumento per coprirmi le gambe, non è vero che me le fasciava e che metteva in risalto le mie forme.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 21, 2023 ⏰

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