Capitolo 7

96 11 0
                                    

Fortuna che la metro passava ogni 10 minuti, le due ragazze si ritrovarono ad accelerare il passo nel tragitto bar-stazione, non perché dovessero ma una volta visto l'orario Enid diventava agitata ogni minuto sempre di più.

<< Ok, questa è la metro, siamo salite, ora puoi per piacere calmarti? >> chiese Mercoledì cercando di nascondere il fatto che iniziasse a essere spazientita.

<< Lo sai com'è, solita ansia da ritardo anche se non siamo in ritardo >>

<< Ma siamo in anticipo >>

<< Questo la mia ansia non lo sa >>

Mercoledì alzò le mani in segno di resa e si limitò ad aspettare la loro fermata nella quiete prima del trambusto aeroportuale.

Come da copione, un mucchio di gente aveva pensato che il giovedì fosse una buona giornata per volare.

Le ragazze persero qualche minuto col naso in sù per cercare il loro aereo nei display, il resto del tempo lo passarono sedute sulle tipiche panche degli aeroporti. Mentre Mercoledì si assicurava che Lurch avesse imbarcato le valigie, Enid cercava di battere Yoko su Fight list anche se non era molto ferrata sulle categorie di peso nel pugilato.

<< Ehi Mercoledì, credo di dover andare in bagno >>

<< Va bene, ti accompagno >>

La corvina aveva le migliori intenzioni del mondo, ma appena vide la folla che si accalcava nel bagno femminile fece un passo indietro ed Enid non poté davvero biasimarla. Disse che sarebbe rimasta fuori la porta aspettandola, e questo avrebbe fatto se dopo qualche minuto non si fosse avvicinato a lei un ragazzo che le sembrava estremamente famigliare.

Capelli biondi, occhi azzurri. Chiuse un secondo gli occhi quando realizzò chi davvero fosse quell'uomo.

<< Pensare che ti avevo lasciato vivere >> la corvina diede un occhio alle condizioni in cui versava il povero malcapitato.

Era in sedia a rotelle, un graffio sulla guancia, braccio e gamba destra completamente fasciati.

<< Avresti fatto meglio ad uccidermi, ora seguimi >> disse il ragazzo, alzando da dentro la manica del giubbotto che sicuramente non era vuota.

La sedia iniziò a muoversi senza che il ragazzo facesse nulla, maledetta tecnologia con le sue innovazioni utili come le sedie a rotelle elettriche, se avesse dovuto spingerla lei avrebbe potuto ucciderlo su due piedi.

I due si diressero verso un' area di servizio e mentre Mercoledì pensava a come sbarazzarsi di quell'inutile contrattempo, Enid usciva dal bagno, girandosi nella giusta direzione nell'esatto momento in cui la sua ragazza e qualcuno che non aveva mai visto entravano in una porta isolata.

<< Tu saresti quella che ha ucciso mio padre e tutta la sua squadra? Mi aspettavo qualcuno di più alto e forte >> disse un ragazzino sbarbato con la faccia da psicopatico.

<< Slegami e ti faccio vedere quanto posso essere forte >> Mercoledì era legata su una sedia in un magazzino con dei nastri trasportatori per le valigie. Non si sentiva per nulla in pericolo in realtà. Il fatto che fosse legata su una sedia con delle corde da cui si era liberata appena arrivata non le metteva per nulla ansia. Aveva già in mente come stendere il galletto del gruppo e il suo compare, per il ragazzo sulla sedia non aveva molte preoccupazioni.

La preoccupazione maggiore era Enid che a questo punto la stava sicuramente cercando, sempre che non stesse già spiando dalla porta, il che era esattamente quello che la ragazza stava facendo. Non stava intervenendo solo perché aveva visto la corda tra i palmi di Mercoledì completamente superflua.

<< Allora come dovrei ucciderti? >>

<< Mi divertirò a vederti provare >> lo sbeffeggiò la corvina.

<< Akinori, falle vedere le opzioni >> il ragazzo moro sulla destra si avvicinò a Mercoledì che quasi sorrise per la facilità con cui avrebbe steso quei tre idioti.

Il moro tirò fuori il tirapugni dorato, lo fece passare sotto il naso della ragazza seduta e poi si voltò per fare ammirare l'oggetto anche ai suoi compari, fatale errore.

Mercoledì diede un calcio alla caviglia dell'uomo e si alzò in piedi mentre lui quasi le cadeva addosso. La corda con cui era legata l'uso per metterla attorno al collo del moro che ormai aveva il viso completamente rosso per lo sforzo, non proprio un bel modo di morire.

Gli altri due estrassero le pistole e iniziarono a sparare peggiorando la situazione del loro amico che ora possedeva una discreta collezione di proiettili nel suo petto.

Mercoledì usò il corpo come scudo umano e lanciò il coltello che teneva legato all'avambraccio nel gesso del biondo che urlò di dolore lasciando l'arma cadere a terra. Poi come se avesse tutto il tempo del mondo cercò nella tasca del morto, trovando una pistola utile all'occorrenza.

<< Come avevi intenzione di uccidermi precisamente? Col tirapugni? >> la corvina si stava divertendo da matti, quella sarebbe stata l'ultima missione prima della pensione in fondo.

<< Non ne uscirai viva >> disse lui più per convincere sé stesso che altro.

Il nuovo grande capo aveva sottovalutato la ragazza con le trecce e ora si stava pentendo della sua scelta di portare solo due persone con sé. Per inesperienza o superbia non ebbe importanza quando Mercoledì gli piantò un proiettile in mezzo alla fronte.

In quell'esatto istante Mercoledì sentì la porta da cui era entrata aprirsi di colpo. Si girò di scatto verso la direzione del rumore e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.

Enid le stava correndo in contro mimando qualcosa che non comprendeva con le braccia, aveva una faccia sconvolta come se avesse visto un fantasma, ma non la capiva. Perché stava piangendo urlando il suo nome? Aveva steso tutti, era stata brava, ci era riuscita. Sarebbero tornate a casa ora.

Un brivido freddo le attraversò la schiena. Vide Enid indicare qualcosa dietro di lei, il ragazzo biondo era dietro di lei, l'aveva lasciato lì dolorante, ma la pistola gli era solo caduta. Mentre Mercoledì uccideva il capo lui si era lanciato a terra e aveva recuperato la pistola con il braccio sano che gli rimaneva. Si girò verso di lui l'attimo prima che sparasse il suo ultimo colpo. 

Mercoledì - Go home - storia breveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora