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Quella  notte Ashokan non dormì bene, i ricordi lo perseguitavano:" era in una grande sala, ai lati due lunghe file di colonne, con grosse volte e archi a sesto acuto, le pareti erano tutte decorate con arazzi e quadri raffiguranti i re del passato, lui si trovava vicino a un grosso trono, aveva in braccio un neonato. Il re, seduto, li guardava divertito. Ashokan alzò un dito dal quale scaturì una lieve fiamma, il colore era in continuo cambiamento, prima era rosso, poi giallo, poi blu, poi viola, verde, azzurro... Il neonato rideva, tutti quei colori lo divertivano. Era stupito da come una creatura così inferiore come un umano potesse essere così bella e tenera. Ashokan non poteva odiare quella creatura, non poteva odiare gli umani. E lo capì in quel momento, in fondo stavano cercando di migliorare e avevano le potenzialità per diventare un grande popolo, chi era lui per impedirlo. La risata del bambino lo distrasse da questi pensieri...".
Si svegliò di soprassalto, zuppo di sudore. "sono solo vecchi ricordi" disse a se stesso, e tornò a dormire.
Ma la suoi ricordi non erano finiti così come la sua notte: " Sta volta l'ambiente è diverso: si trova all'aperto, in un giardino posto al centro di un grosso chiostro, da qui, guardandosi intorno, si nota il porticato, costruito tutt'intorno al giardino, con grandi colonne e ampi archi, una struttura che ha dell'incredibile, almeno per un essere umano, era evidente che era stato tutto diretto e progettato da un elfo. Ogni volta che Ashokan si trovava in quel giardino si compiaceva Delle indiscutibili capacità elfiche. Lui si trovava al centro del giardino,  alla sua sinistra c'era il re con sua moglie, una donna stupenda nonostante l'enorme pancione, il secondo figlio sarebbe nato a breve. Egli stava duellando con il figlio del re, avevano entrambi spade di legno, per l'elfo era un gioco, ma il piccolo non la prendeva con tutta questa leggerezza. All'ennesimo colpo dell'elfo andato a segno, il bambino lanciò la spada per terra con rabbia, gridò che era un gioco stupido e che non voleva più giocare. A fronte di questa reazione l'elfo e il re scoppiarono in una sonora risata, che non fece altro che far arrabbiare ancora di più il bambino. La madre corse da lui e lo abbracciò,  volgendo uno sguardo di rimprovero ai due adulti..."
Ashokan si svegliò di nuovo, non riusciva a capire perché questi piacevoli ricordi lo turbassero così tanto. Si rimise quindi a dormire in un ultimo disperato tentativo, il sonno arrivò in fretta ma anche i ricordi non si fecero attendere:"Sta volta la scena è completamente diversa, si trova sulle mura di cinta di un castello, non era quello del suo re, questo non era elfico ed era molto più piccolo. Intorno a lui urla, sangue e fuoco; elfi contro umani, umani contro altri umani, questa è la sorte che spetta a chi va contro i decreti del re: " gli elfi sono amici e alleati, chiunque verrà sorpreso nell'atto di fare del male a qualcuno di essi sarà soppresso e punito severamente".
Sta volta si era superato ogni limite, un'intera casata umana  contro un'altra casata elfica; il re non poteva restare a guardare, prese il suo esercito e si lanciò in aiuto degli elfi. Ashokan ovviamente era al fianco del suo re, come soldato e come fidato amico. I due erano spalle contro spalle e si difendevano a vicenda, sotto le fiamme salivano, divorando tutto quello che trovavano, di fronte a loro i nemici continuavano ad arrivare. Nulla di troppo impegnativo,  i due erano grandi combattenti ma a un certo punto si sentì un rumore sordo e poi un crollo improvviso, parte della mura caddero e con loro i due compagni. Ashokan riuscì ad aggrapparsi a una sporgenza del muro e prese al volo la mano del re. L'umano era saldamente aggrappato al guanto dell'elfo, ma il fuoco bruciava inesorabile e dopo aver divorato le travi che reggevano le mura non era ancora sazio. Il calore stava facendo sudare i due, Ashokan sentiva che il guanto si stava sfilando, doveva trovare una soluzione è in fretta.
Nemmeno il tempo di fare questo pensiero che sente il guanto scivolare via dalla sua mano e con lui il suo amato compagno. Ashokan urlò e pianse allo stesso tempo". L'elfo si sveglia per la terza volta, sudato urlante e con le lacrime agli occhi.

Storia di un Drago e un Re MagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora