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Audrey prese la mira, strizzò l'occhio destro, tese la corda dell'arco e scoccò la freccia
Thompf
Centro, ovviamente; Audrey era un' egregia tiratrice e si vedeva dalle 30 frecce che era riuscita a sparare al centro esatto degli obbiettivi... da 50 metri!
Audrey era un'elfa, dimostrava non più di venticinque anni, il colore dei capelli era molto particolare: erano castani con sfumature tra il rosso e il biondo, l'effetto era mozzafiato. Il viso era molto grazioso, i lineamenti erano molto leggeri e aggraziati, gli occhi erano grandi, verde acceso e leggermente a mandorla. Era alta circa un metro e ottanta il fisico era particolarmente leggiadro e slanciato, con tutte le curve al posto giusto, il seno era sodo e grosso, ma non troppo, coerentemente con le altre curve del suo corpo, infine le gambe erano lunghe e snelle.
Ripeté esattamente gli stessi gesti fatti poco fa, di nuovo centro, sta volta però si volle superare: con la nuova freccia colpì quella vecchia.
Continuò a centrare bersagli fino a quando non fu interrotta da un uomo che aveva spesso visto ma con il quale non aveva mai parlato.
-Sei notevole- disse Ashokan.
-Solo?- disse lei con molta irriverenza, nonostante sapesse a chi si stava rivolgendo.
-Sei molto notevole- si corresse, -tutti quei bersagli da 50 metri sono impressionanti-
-Da quanto tempo mi state osservando?- chiese lei leggermente turbata ma ridimensionata rispetto alla figura figura che aveva davanti.
-Quanto basta per poter affermare con certezza che sei la migliore tiratrice che io abbia mai incontrato-
Disse lui abbozzando un sorriso.
-G-grazie- disse lei un po' in imbarazzo; "ma quanto cazzo è bello " pensò arrossendo.
-Dove hai imparato?- gli chiese lui notando il suo imbarazzo.
-Cosa?- rispose ritornando alla realtà.
-A tirare così- c'era un forte tono di ovvietà nella sua voce.
-Ah... Beh mi ha insegnato mio padre. Lui non era bravo come me, ma io mi sono appassionata e mi sono allenata molto- abbozzò un sorriso imbarazzato.
-Era?-
-Beh si... È morto-
Ashokan si accorse di aver toccato un tasto dolente, seguì quindi qualche secondo di interminable silenzio imbarazzante.
-Ancora non so il tuo nome- disse lui per rompere il ghiaccio.
-Mi chiamo Audrey-
-Beh Audrey, continua così... Anche se credo sia difficile che tu riesca a diventare più brava di quello che sei- disse ridendo-
-Grazie- rispose imbarazzata e lusingata, arrossendo vistosamente.
-Spero di rivederti presto-
Detto questo su congedò, Audrey fece un leggero inchino e i due si separarono.
Ashokan stava continuando il giro del campo quando venne fermato da un elfo tutto di corsa:-Mio re- disse asimando
-Sì dimmi- disse un po' sconvolto da tanta fretta
-Mio re- riprese fiato -c'è una...- ansimò e riprese fiato
-Una?!- lo esortó a continuare
-C'è una lettera urgente per voi-
-Beh che fosse urgente me me sono accorto- ironizzó, poi aprì la lettera
Lesse velocemente:" il re è morto e questo già lo sapevo... un'altra legione legione di elfi è stata ammazzata, anche questo già lo sapevo" quest'ultimo pensiero lo irritò molto, odiava perdere. La cosa che lo sconvolse fu il modo in cui fu uccisa la sua legione: "sterminati da delle machine che lanciavano palle di fuoco" Così recitava la lettera.
Rimase a bocca aperta, aveva già sentito parlare di queste "macchine" e sapeva che erano devastanti, ma non pensava fino a questo punto. Se nemmeno i maghi erano riusciti a metterle fuori uso allora gli umani stavano diventando davvero pericolosi e quindi bisognava agire subito. "Come?" Era la domanda che gli affliggeva la mente, per un attimo un'idea gli balenò nella mente "no è assuro" pensò allontanando quel ipotesi balorda.
A quel punto si ricordò che il messaggero era ancora lì, lo congedò e continuò il giro per il campo, decisamente sovrappensiero.
Nel pomeriggio convocò una riunione dei suoi consiglieri per decidere come muoversi a fronte degli avanzamenti delle truppe umane, della loro nuova invenzione e soprattutto della morte del re.
La sala delle riunioni non era molto grande ma era imponente e metteva un an certa soggezione: le pareti erano in grossi mattoni grigio scuro, fatta eccezione per una parete che cedeva il posto a una grossa porta-finestra che dava poi su un balcone. Sulle pareti erano appesi gli stemmi di tutte le cascate elfiche, disposti in quest'ordine: c'erano tre file di stemmi, la prima era per quelli delle case più importanti e man mano che si scendeva l'importanza diminuiva, inoltre, i più importanti erano più grossi degli altri. La vetrata della porta-finestra era decorata con lo stemma della casa reale. Al centro della sala un enorme tavolo di quercia faceva da unico oggetto di arredamento, tutt'intorno dei troni e infine, a capotavola, con la vetrata alle spalle, un trono più grande, più decorato e più antico di tutti gli altri, quello del re.
Ashokan era seduto a capotavola, con tutti i suoi consiglieri, tutte le sedie erano occupate. Trovò il consiglio, lungo e noioso, nonostante lo avesse convocato lui stesso purtroppo per lui era necessario, non tanto perché il re era morto bensì perché non sapeva come comportarsi di fronte a quelle macchine sputafuoco che gli umani chiamano cannoni. Dopo quattro lunghissime ore di  riunione si giunse a una conclusione : i maghi elfici sono capaci di fare un campo di forza e di sparare palle di fuoco per proteggere i loro commilitoni o attaccare i cannoni con l'obbiettivo di distruggerli, quindi bisognava addestrare più maghi e perfezionare queste ultime due arti. A tutti sembrò una soluzione anche se Questa idea era piuttosto ovvia nella mente di Ashokan, se loro usavano la tecnologia era ovvio che noi usassimo la magia, quello che lo preoccupava era la velocità di produzione e l'inventiva degli umani, nel giro di poco tempo erano riusciti a produrre una buona quantità di cannoni e altri erano già in produzione, stando a quanto dicevano i suoi informatori. Tutto ciò lo sconcertava. Era su questo che bisognava intervenire tempestivamente, gli elfi hanno sempre saputo adattarsi alle novità anche se queste erano armi sputafuoco, infatti non è stato difficile trovare una soluzione. L'evoluzione tecnologica degli umani era di gran lunga superiore a quella elfica, più che altro perché avendo la magia non gli è mai servita la tecnologia più di tanto. Ripensandoci Ashokan pensò che questo è stato un errore, la tecnologia combinata con la magia avrebbe dato risultati inimmaginabili.  È un'idea da tenere bene a mente.  Mentre faceva questi pensieri si stava dirigendo verso le sue stanze, il tragitto era piuttosto lungo per arrivare a una camera da letto ma il suo palazzo era molto grande; "Tanto grande quanto scomodo, menomale che ho il bagno vicino alla camera da letto" pensò, poi tornò a rimuginare sul consiglio e sulla sua brillante idea,  continuando la strada verso la camera da letto.

Storia di un Drago e un Re MagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora