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Ashokan stava continuando a camminare per i lunghi corridoi di pietra del suo palazzo, quando gli tornò in mente l'immagine del secondogenito del vecchio Berrikk, pensava a come sarebbero cambiate le cose adesso che sarebbe diventato re, essere re non era un compito facile, la monarchia convergeva i poteri su un unico uomo, è vero, ma anche le responsabilità e non sempre si riesce a non fare abuso di potere e essere responsabile di tutte quelle cose senza impazzire. Per gli elfi è sicuramente più facile, pensava, la vita è più lunga, quindi i mandati durano di più e poi il popolo è più colto e mansueto, quindi le rivolte sono rare, per gli umani invece deve essere molto più difficile, così poco tempo per fare così tante cose, io ho a disposizione quasi un centinaio d'anni e lo trovo difficile, pensa loro che ne hanno meno della metà.

Mentre faceva questi pensieri si ritrovò di fronte alla porta della sua stanza e per poco nemmeno se ne accorgeva. Entrò, si spoglió si mise a dormire, ovviamente non gli fu facile: i ricordi del suo passato erano tornati. Sta volta era diverso, le immagini si susseguivano in maniera veloce e confusionale: rivide i due figli di Berrikk ancora infanti, gli allenamenti con la spada con loro, il suo re con la propria moglie, il momento in cui scivolava via dalla sua mano; a questo punto le immagini rallentano, adesso si trova in una stanza con i due figli di Berrikk, Galan, il maggiore e Jon, il minore, stava parlando con loro, gli stava comunicando che suo padre era morto. Gli aveva raccontato tutta la scena nei minimi dettagli, la reazione fu la peggiore: Galan era sconvolto e furioso, iniziò ad urlare e a maledire il giorno in cui Ashokan e suo padre si incontrarono, disse che era tutta colpa dell'elfo, che lo aveva lasciato morire! Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere, Galan scappò in lacrime dalla stanza giurando vendetta contro tutto il popolo degli elfi. La reazione di Jon fu ben diversa, a differenza del fratello era molto meno impulsivo e prima di parlare ragionava, aveva capito la situazione ma soprattutto aveva capito che di certo non era colpa di Ashokan e che anzi lui aveva fatto il possibile per aiutare suo padre e soprattutto sapeva il rapporto che c'era tra i due è che quindi era impensabile che la sua morte fosse colpa dell'elfo. Jon cerco di tranquillizzarlo, gli disse che Galan si sarebbe calmato e che alla fine non se la sarebbe presa con l'uomo che lo ha cresciuto. Ha ragione su tutto pensò Ashokan in quel momento, ma si sbagliava e lo avrebbe scoperto a spese sue e del suo popolo.
Le immagini ritornarono veloci e confuse: vide Galan alla cerimonia di incoronazione, il suo volto soddisfatto mentre era seduto sul trono, lo vide mentre preparava l'esercito, mentre gli diceva che era stato esiliato per tradimento, mentre guidava le sue truppe contro una legione di elfi, mentre giurava vendetta contro di lui e contro tutto il popolo degli elfi, lo rivide mentre stava nel suo letto dormendo, vide la sua spada brillare di luce propria e infine vide la testa mozzata di Galan con la ferita sul collo cauterizzata dall'acciaio elfico. Poi si svegliò di soprassalto e zuppo di sudore, era già mattina.

Jon era nella sua stanza, aveva i capelli castani tagliati piuttosto corti, il fisico era quello tipico di un trentenne nonostante lui avesse solo ventitré anni, il petto era piuttosto pronunciato e il fisico molto robusto, era un guerriero, i lineamenti del viso erano molto duri e questa durezza era accentuata dalla barba che ormai cresceva velocemente, gli occhi azzurri invece stonavano con tutta questa durezza, questi infatti erano dolci e facevano trasparire tutto il dolore che che aveva provato fino a quel momento.
Stava scrivendo una lettera per Ashokan in cui revocava l'esilio e lo invitava quindi a presenziare alla cerimonia della sua incoronazione. Di solito era il Maestro del palazzo che scriveva le lettere, ma lui sapeva scrivere e l'elfo era stato una figura importante nella sua vita e soprattutto nella sua infanzia quindi sentiva che era compito suo scrivere quella lettera. Le parole che aveva usato erano dolci e sincere, voleva davvero che Ashokan tornasse; l'elfo era stato per lui una figura paterna, sostanzialmente era lui che lo aveva cresciuto e addestrato, nel tiro con l'arco e nella spada. Gli tornò in mente l'immagine di quando Ashokan comunicò la morte del padre a lui e suo fratello. Le urla di rabbia di Galan che non riusciva ad accettare la morte del padre e scaricò tutte le colpe sul povero Ashokan. Lui lo conosceva, sapeva che era solo il dolore a parlare al suo posto ma mai quanto quella volta si sbagliava. Galan una volta diventato re aizzò il popolo contro gli elfi dicendo che erano traditori e che uno di loro aveva ucciso il re. Li esiliò tutti giusto per non passare per un genocida, Dopodiché iniziò una serie di campagne militari Per eliminare tutti i Signori elfici rimasti. Certo non si aspettava una reazione del genere ma la morte del padre lo aveva cambiato... Gli è capitato di pensare che forse la sua morte era stato un bene, era affezionato al popolo elfico ma soprattutto li temeva, conosceva le loro capacità e sapeva che erano un popolo temibile infatti ogni Vittoria costava all'esercito di suo fratello migliaia di uomini. Ad ogni modo non aveva paura di essere ucciso come il fratello, sapeva che era stato un un elfo molto probabilmente, e aveva fatto bene.

Audrey stava posando le frecce dopo l'allenamento mentre pensava all'incontro con Ashokan, era rimasta molto colpita da quell'elfo, certo le avevano detto che era bello ma non se lo aspettava così bello. A prescindere dal suo aspetto lo aveva sempre rispettato apprezzava le sue idee e i suoi comportamenti, tranne in un caso: lei voleva che gli umani venissero sterminati, il suo suo re no. Tutto ciò è assurdo non può lasciate che ci massacrino così. Mentre faceva questi pensieri si accorse di essere arrivata a casa, entrò si spoglió e andò a dormire, non notando la lettera che c'era sul tavolo di camera sua. La busta era chiusa con della ceralacca con il simbolo reale.

Storia di un Drago e un Re MagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora