Capitolo 8

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Fame, fame, fame.
Tanta fame.
Mi vibrava nello stomaco come un temporale che si abbatteva su una barca, ruggiva potente dentro di me. Esige a di essere sentita, di essere placata.
Avevo ingoiato una sacca dopo l'altra, ma ancora non bastava.
E loro mi stavano giudicando. Mio padre, Oscar, persino Thomas mi fissava allibito.
«Adesso va meglio?» chiese sconcertato.
«Sì... » mormorai appena, staccando le labbra dalla cannuccia da cui attingevo il sangue. Ma lo stomaco ancora gridava. Un crampo dopo l'altro mi iniettava dolore.
Il frigo era praticamente vuoto, saccheggiato dalla mia fame.
«Va tutto bene?» Oscar mi stava porgendo una mano.
Il suo odore dolce mi investì in pieno, era così buono che il suo sapore mi si scioglieva in bocca. Potevo sentire la carne sotto i denti, la lingua che sfrigolava di piacere.
Un conato di vomito mi distrasse.
Come potevo voler fare del male ad un amico?
Non volevo per davvero... Mangiarlo? No, non era possibile.
«Va tutto bene? » richiese avvicinandosi pericolosamente.
Scattai in piedi, la sedia dietro di me fece un volo indietro, sbattendo fragorosamente a terra.
Simultaneamente si alzarono tutti e tre.
«Rei, dobbiamo parlare, c'è qualcosa che in te non va.»
Lo sapevano. Sapevano tutto.
C'era paura nei loro occhi, paura di me!
«Thomas...» mormorai ancora.
Volevo avvicinarmi, abbracciarlo stretto e sentire il suo odore caldo e soffice. Volevo sentire le sue braccia che mi stringevano e mi cullavano mentre mi sussurrava che tutto sarebbe andato bene.
Non potevo avvicinarmi, non potevo rischiare di fargli del male.
«Noi vogliamo solo aiutarti» continuava Oscar.
Morgan si avvicinava, lento, come se non lo vedessi.
Hanno paura di te.
Una voce dentro di me lo sussurrava compiaciuta. Si deliziava alla vista dei tre vampiri rigidi come se avessero davanti qualcosa di sconosciuto.
Abbiamo fame.
Ringhiava poi.
«Ho tanta fame.»
Le parole mi erano uscite da sole, supplicanti. Fissavo Thomas, lui doveva capirmi, non poteva lasciarmi così.
Il freddo stava tornando, mi avvinghiava il corpo e lo rendeva gelido. La fame mi divorava dall'interno.
«Hai già mangiato così tanto.» rispose Morgan. Non era un rimprovero, come quando a casa sbagliavo qualcosa. Però sentivo che nel suo tono di voce c'era qualcosa che voleva farmi capire che era sbagliato quello che sentivo.
Thomas continuava a guardarmi. Iniziava a darmi fastidio il suo silenzio che mi riempiva la testa.
«Di qualcosa... Per favore.» lo supplicai.
Distolse lo sguardo. «Mi hai mentito.»
Il mondo mi crollò sotto i piedi.
«Io...»
«Quando avevi intenzione di dirmelo?» continuava a guardare altrove.
«Non capisco, cosa vuoi dire?»
«Thomas» lo ammonì mio padre.
«In cosa avrei mentito?»
Mi feci avanti, un passo verso di lui. Il corpo era rigido, freddo come il peggiore degli inverni. La fame che ruggiva impietosa.
Oscar si mise tra noi. Il suo odore adesso mi dava il voltastomaco.
Mi stava fissando con sguardo dolce, ma impassibile.
«Non è il momento di parlare di queste cose.»
Non mi piaceva come mi stava parlando.
Sbarazzatene.
«Togliti.»
Mi sembrò che la mia voce in realtà non fosse mia, che stesse vibrando nell'aria come un richiamo, un ordine.
Il corpo di Oscar si contorse oscenamente davanti ai miei occhi, un arto dopo l'altro. Dalla sua bocca non uscì nemmeno un suono, l'unica cosa che faceva percepire il suo dolore era lo sguardo che viaggiava febbrile tra me e Morgan.
«Rei, basta.» urlò Morgan.
«Silenzio.»
E il silenzio cadde. Non un rumore o un suono da nessuno dei presenti.
Finalmente pace.
Finalmente potevo concentrarmi su l'unica cosa che mi importava.
«Thomas,» era così bello e aggraziato, persino quando nei suoi occhi era instillato il ribrezzo, anche se quel ribrezzo era rivolto a me «Su cosa ho mentito?»
Distolse lo sguardo.
Il petto si strinse di dolore. Non era la fame a farmi male.
Era lui che non mi stava lasciando alcuna scelta. Volevo solo delle risposte chiare, perché non poteva darmele?
«Guardami.» Il collo gli ruotò in uno scatto disumano, qualsiasi essere umano sarebbe potuto rompersi le ossa «Dimmelo»
Lottava contro se stesso, mordendosi la lingua, sigillando le labbra, ma era inutile. Sapevo che era inutile.
Mi avvicinai ancora di qualche passo, fino a quando il suo petto non sfiorava il mio, le mie labbra erano così vicine al suo collo che mi sarebbe bastato sciuderle leggermente per poter assaporare la dolcezza del suo sangue.
Tremavo al solo pensiero. Tutto il mio corpo era proteso su di lui. Più si allontanava, più desideravo. Più desideravo, più la fame si ruggiva.
«Sei come Stephen.»
Quelle parole mi inchiodarono a terra.
Io come il mostro che mi aveva torturato per giorni? Che mi aveva fatto vivere l'inferno in terra e che alla fine mi aveva massacrato senza pietà? Lo stesso mostro che aveva distrutto la vita di Thomas e la mia.
«Io...»
Cosa stavo facendo?
Oscar si contorceva ancora in un angolo della stanza, Morgan urlava silenziosamente immobile, Thomas...
Thomas mi fissava come se il mostro fossi io.
«Basta.»
Un ultimo rintocco e tutto ciò che la mia voce era riuscita a controllare fino a quell'istante ritornò come prima.
Il caos mi piombò addosso. Le urla di Morgan e Oscar, i loro corpi che si avvicinavano al mio, la testa pesante che si stava riempiendo di consapevolezza. Gli occhi di Thomas.
«Rei...» sussurrò appena.
Schiaffai via la sua mano che stava provando a lasciarmi una carezza sulla guancia. Non potevo accettarla, non dopo quello che mi aveva appena detto.
«Pensi che io sia un mostro.»
«No, amore, non è quello che intendevo dire.»
«Ma è quello che pensi.»
Tutti intorno a me erano tesi, nei loro occhi si leggeva la preoccupazione.
Il gelo mi pungeva la carne, la fame mi dilaniava.
«Quello che Thomas intendeva dire,» iniziò Morgan, la sua mano posata sulla mia spalla era bollente in confronto alla mia pelle intirizzita dal freddo. «è che il tuo potere è come quello di Stephen.»
­«Non è un male.» intervenne subito Oscar, si stava riprendendo lentamente. «Ma come vedi, non ne hai il pieno controllo e potresti finire per fare del male a qualcuno, o anche a te stesso.»
«Vogliamo solo il tuo bene.»

Lasciai la casa proprio come ero arrivato. Mio padre aveva concordato che per me fosse meglio tornare a casa nostra, dove avrei potuto concentrami sull'uso del mio potere senza il rischio di arrecare danno a qualcuno. Silenziosamente avevo raccolto i miei vestiti e ciò che avevo portato il giorno prima.
Le lenzuola della camera da letto erano ancora raggomitolate in un angolo e così sarebbero rimaste per molto altro tempo.
Thomas mi aveva aiutato, camminando silenzioso come un fantasma, cercando di sviare il mio sguardo ogni volta che si posava su di lui.
«Siamo pronti?» mio padre aspettava davanti l'ingresso della casa, tamburellava il piede per terra. Per quel giorno gli avevo fatto perdere anche troppo del suo prezioso tempo.
Gettai un ultimo sguardo alla casa rovinata dal tempo e della mancanza di cura. Sarebbe passato molto tempo prima che vi potessi mettere di nuovo piede.
«Sì.» mormorai dando le spalle al luogo che ritenevo essere il mio rifugio.
Thomas mi stava accanto, mantenendo comunque una certa distanza.
«Thomas, io...»
«Buon viaggio.» tagliò corto lui.
Il cuore mi si strinse, il petto bruciava di dolore. Trattenni le lacrime con tutta la forza che mi era rimasta in quel corpo ancora fragile.

Fame, fame, fame.
La balva aveva sempre più fame.



Alluora, chi non muore si rivede. Come dissi tanto tempo fa, non mi piace lasciare le storie a metà, anche perché io per prima ci rimango male quando un autore che seguo non conclude la storia.
Considerazioni: sono all'ultimo anno di università, gli esami sono l'unica cosa mi separa dal prendere una laurea. Ho iniziato questa storia che andavo ai primi anni di superiori e adesso ho un lavoro e quasi una laurea. Son cambiata molto in questi anni, stile di scrittura in primis, e rivedendo la storia un po' mi fa strano. Voglio continuare, perché sono affezionata ai miei personaggi. La storia è tutta nella mia testa, mancano solo le pagine scritte.
Ho pubblicato oggi un capitolo, non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo (in piena sessione e lavoro 4/5 giorni alla settimana), spero però di riuscirci entro due settimane.
Buona lettura e buona estate, vampirelli.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 23, 2023 ⏰

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