Prologo

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I giorni passavano, così come i mesi.
Le stagioni cambiavano in fretta come quel mio nuovo essere.
Camminando da una casa all'altra, da un amore passionale a un paterno. Non mi sembrava vero.
L'estate era finita, l'inverno era alle porte. La grande magione circondata dal verde e dagli alberi, sepolta in mezzo al nulla, sembrava abbandonata a sé stessa. Le mura all'esterno, una volta bianche, erano ingrigite e sporche e striate dall'acqua piovana.
Le immense finestre dai cornicioni elaborati erano coperte da spesse e pesanti tende nere decorate da ghirigori dorati, era impossibile vedere cosa accadeva all'interno o all'esterno.
Il freddo pungente ricopriva di goccioline d'acqua le statue di marmo che percorrevano il sentiero che portava dal cancello alla porta d'ingresso. Anche queste erano ingrigite e in alcuni punti crepate. Ad alcune addirittura mancavano pezzi, a chi la testa e a chi le braccia.
Il cielo cupo, coperto dalle nuvole cariche di pioggia, non lasciava passare la luce del sole, mentre il vento freddo spostava le foglie secche dell'albero di pesco all'interno del giardino.
Ne sentivo il rumore dalla mia stanza, confuso con il respiro di Thomas.
Eravamo entrambi stesi sul letto. Io con tutto il corpo raggomitolato premuto contro il suo petto e lui che mi stringeva con le sue braccia. Sfregavo la mia fronte contro la sua pelle, assaporandone il calore – da quando ero diventato un vampiro la pelle di Thomas era incredibilmente calda – e il profumo travolgente.
Non erano molte le volte in cui potevamo incontrarci, in quasi un anno eravamo potuti restare insieme poco più di tre volte ogni mese.
Morgan ci teneva davvero alla mia educazione e introduzione nel mondo dei vampiri e tutto questo richiedeva davvero molto impegno e molte regole da imparare. Era intransigente riguardo alle regole, ma non cercava di allontanarmi da Thomas, anzi apprezzava la nostra relazione.
Il camino acceso nella stanza crepitava, infondendo nella stanza calore.
Mi strinsi ancora di più a Thomas, il piumone mi copriva fin sopra le guance.
«Senti freddo?» chiese lui carezzandomi la schiena.
«No» alzai il viso e lo guardai stanco, con gli occhi che quasi si chiudevano da soli. «Voglio starti più vicino.»
Sorrise e posò un bacio sulla mia fronte. «Non scappo mica.»
«L'ultima volta l'hai fatto!» mi lamentai mordendogli il braccio.
«Ahia! Beh, l'ultima volta dovevo risolvere un cosa.»
«Una cosa più importante di me?» incalzai sentendomi offeso.
«Lo sai che non c'è niente di più importante di te.»
Un altro bacio.
«Allora resta qui anche oggi.» soffiai contro il suo petto. «Chiederò a mio padre e...»
«Rei, devi studiare, non puoi anteporre me a cosa più importante.»
«Perché tu non puoi essere la cosa più importante me?» quella frase uscì tutta d'un fiato. «Per me non esiste altro, ci sei solo tu.»
Adesso la pioggia batteva contro i vetri e vento soffiava più forte, erano martellate alle mie orecchie. Mi coprii la testa con le coperte.
«Ho studiato tanto questo mese, Morgan può concedermi un giorno in più.»
Le sue mani mi strinsero più forte, schiacciai il mio corpo contro il suo e avvinghiai le braccia alla sua schiena. La testa faceva male, quei rumore mi confondevano.
Capitava che a volte, quando mi lasciavo prendere troppo dai sentimenti, i miei sensi diventavano talmente forti da farmi male.
Non lo sapeva nessuno, tranne Thomas.
«Va tutto bene, presto passera tutto.»
Nonostante fossi cambiato, era ancora debole.
Mi odiavo per questo, non sapevo nemmeno cosa ero in grado di fare.
Tutti, o quasi tutti, i vampiri avevano una sorta di potere che li caratterizzava.
Oscar il teletrasporto.
Stephen il controllo e le illusioni.
Morgan la telecinesi.
Thomas di creare sigilli per guarire o fare del male.
E io?
Io non sapevo fare niente.
Ancora una volta, inutile.
Morgan e Thomas mi ripetevano che era perché ero nato da poco e ancora le mie capacità non si erano risvegliate. Ma ogni volta che ci pensavo mi chiedevo quanto tempo ci sarebbe voluto.
«Studio davvero tanto, Thomas, solo per vedere te, tutto quello che faccio non ha senso se non ci sei tu.» trattenni un singhiozzo. «Voglio tornare a casa. Non m'importa di essere un Raven, io voglio solo stare con te.»
«E sono qui! Proprio accanto a te, non ti abbandonerò mai. Presto torneremo a casa insieme, te lo prometto.»
Uscii la testa dalle coperte scarlatte e lo guardai negli occhi, con i miei già umidi. Le sue labbra sorridevano eppure i suoi occhi erano così tristi che mi sentivo morire dentro.
«Ricordati che ti ho fatto una promessa.»
Mi prese la mano, quella con l'anello e la baciò.
«Quando tutto questo sarà finito, ci sposeremo. Saremo felici e non dovremo preoccuparci di nessuno, va bene?»
Annuii e posai ancora una volta il capo su di lui.
Ancora una volta gli occhi si chiudevano da soli.
«Hai ancora sonno?»
«Hmn...»
Sorrise e poso la sua mano tra i miei capelli. Erano più lunghi, presto avrei dovuto tagliarli.
«Dormi ancora un po'.»
«Hmn...»
Chiusi gli occhi e subito tutto divenne nero e silenzioso, sentii un tocco leggero e caldo contro le mie labbra prima di sprofondare nell'oscurità.

Quello era solo l'inizio.

La scuola è iniziata e io voglio definitivamente MORIRE!
Voglia di vivere?
Educatamente a puttane.
Comunque ho pubblicato, quindi... veneratemi!

P.S.: so che è capitolo un po' cortino, ma non preoccupatevi gli altri saranno più lunghi e con eccitanti sorprese, cose perverse a parte, spero vi sia piaciuto.

Magari sarebbe ora di aggionare anche "Loved by a Demon"...

Blood Scream [Yaoi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora