Halsey
A volte, la vita va in pezzi da un giorno all'altro. O anche da un momento all'altro.
Il martedì hai tutto, il mercoledì non più. Un istante sei spensierata e serena, e quello dopo sei turbata, angosciata e infelice. Una mattina stai vivendo la tua vita come sempre, prendendo il sole in spiaggia con gli amici prima di pranzare al tuo ristorante preferito, e il pomeriggio quella vita che hai sempre vissuto e conosciuto non ce l'hai più.
Questo non è esattamente il mio caso, ad essere sincera. Sono diciannove anni che la mia esistenza va in pezzi, un poco per volta, ma io mi sono sempre ostinata a fingere che non fosse così. Ignoravo le cose brutte che mi accadevano intorno come si fa con la polvere sotto i tappeti, e continuavo a vivere le mie giornate come se niente fosse. Finché non ho potuto più.
Finché mio fratello non mi ha trascinata via dalla mia città e dalla mia casa.
Non avevamo scelta, ha detto, e io non potevo più far finta che nella mia vita andasse tutto bene perché presto i problemi che avevano sempre circondato lui avrebbero finito per travolgere anche me. Mi aveva concesso di condurre una vita più o meno normale per diciannove anni, ma adesso non era più possibile.
Era difficile volere bene a Blake, il più delle volte. Era difficile ma io gli volevo bene comunque. Perché, a conti fatti, era l'unica famiglia vera che mi era rimasta, l'unica famiglia che forse avevo mai avuto. Perché quello che faceva da trentasei anni lo faceva per sopravvivere, per darmi un tetto sopra la testa, un'istruzione e la possibilità di avere tutto ciò che desideravo. Perché le sue azioni non erano buone ma il suo cuore sì. Perché mi aveva sempre protetta, amata, cresciuta. Perché ero la persona più importante della sua vita, il suo primo pensiero, il suo primo posto.
Era difficile voler bene a mio fratello, ma io gliene avevo sempre voluto.
Oggi però, volergli bene è più difficile del solito.
«Mi terrai il broncio ancora a lungo? Sai che mi fai male quando non mi parli» mi rimprovera.
È costretto a bisbigliare perché sul sedile accanto al suo, in aereo, c'è un altro uomo.
«Mi hai sradicata da casa mia con la forza. Da un giorno all'altro. Senza darmi la possibilità di abituarmi all'idea, di salutare i miei amici, di dire addio. Senza chiedermi se mi stesse bene volare chissà dove e andare a vivere in casa di chissà chi!» sibilo, rimandando indietro le lacrime che rischiano di rotolare giù dagli occhi.
La verità è che ho paura. Paura di abbandonare tutto ciò a cui tengo per ricominciare altrove, in un posto che non conosco e non mi appartiene, dove mi sentirò sola e fuori posto.
Il panico mi abbraccia i polmoni ogni volta che ci penso. Ogni volta che provo a immaginarmi in un luogo che potrebbe non avere niente da offrirmi se non una stanza vuota e tanta solitudine.
«Non potevo chiedertelo, Halsey. Perché non poteva esserci una soluzione diversa da quella che ti ho offerto. Non ti piace? Mi dispiace più di quanto pensi, credimi, ma non ne esistevano altre».
«Perché devo pagare io per i tuoi casini?»
«Non sono i miei casini. Sono i nostri casini e lo sai bene. Non importa che tu non sia mai andata a cercarteli, ti sono piovuti addosso comunque e io ho sempre fatto in modo che tu non dovessi gestirli. Li ho gestiti io per entrambi. Stavolta non ci sono riuscito».
Mi mordo la lingua e torno a guardare fuori dal finestrino. Sono arrabbiata e mi sto sfogando con mio fratello perché non c'è un'altra persona con cui possa farlo, ma non sono certa che lo meriti.
In fondo, ciò che ha detto è tutto vero. Sono i nostri casini. Io non li ho mai voluti, ma non li ha mai voluti neppure lui.
«Mi dispiace per quello che ti sto facendo, ma sei tutto quello che ho, Halsey. E piuttosto morirei io stesso prima di lasciare che ti accada qualcosa. Ti preferisco infelice per un po' ma al sicuro, che serena per un breve lasso di tempo prima che ti succedano brutte cose».
Ed ecco che esordisce con uno di quei discorsi che, per quanto crudi, si vanno a conficcare dritti nel mio cuore.
Ed ecco perché non potrei mai non volere bene a Blake. Perché non è solo mio fratello. È mio padre, mia madre, mio amico. Un cuscino che si lascia prendere a pugni per sfogare la furia, la coperta di lana che ti avvolge quando hai freddo, l'armatura da indossare quando ti serve protezione.
La mia casa, quella vera. Quella fatta di un cuore, un'anima, un ti voglio bene e due braccia che ti danno riparo, e non quella fatta di mattoni e cemento.
Quando la sua mano si avvicina per accarezzarmi una guancia, mi costringo a non respingerla. Vorrei che quel gesto si mangiasse un po' della mia rabbia e della mia tristezza, ma non è così.
Sono i nostri casini, i nostri casini, i nostri casini.
Non è giusto. Ma questo non cambierà comunque niente.

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Perfectly Wrong
RomanceHalsey è il sole cocente della California. I passi che restano incisi sulla sabbia. È frenesia e musica ad alto volume. È abbracci che scaldano, carezze che restano impresse. È la tempesta che precede un'altra tempesta. Julian è le raffiche di ven...