prologo

257 11 2
                                    

Pensavo che la vita fosse un gioco dove cerano vincitori e perdenti.

Era tutta una questione di competizione.

tutti fingevano la loro felicità, erano tutti perfetti e tutti uguali; esteriormente ma poi all'interno variavano da persona a persona:

cera chi marcio da tempo e chi invece morto da chissà quanto ma nessuno lo sapeva perché non hanno mai trovato sangue ho un corpo senza vita, chi rotti e aggiustati cosi tante volte che ormai erano solo cocci arrotondati nella pluriball così da non rompersi nuovamente e chi invece cercava di raggiungere standard alti e Irraggiungibili imposti dalla società in cui si ritrovano finendo solo per farsi del male.

È io come tutti gli altri giocatori, avevo come loro il ruolo più orrendo; quello di soffrire in silenzio, perché nessuno doveva conoscere i nostri mostri soprattutto i nostri genitori ,li nascondevamo perché avevamo paura che gli altri si potessero spaventare e scappare uscendo dalla nostra vita, perché risulteremmo troppo patetici deboli insomma, dei pochi di buono .

Anche se la maggior parte condivideva quei mostri, perché infondo tutti li avevano solo che, c'erano i deboli o cioè coloro che hanno lottato una guerra con loro stessi per così tanto tempo fino allo sfinimento , e che ora hanno deciso di smettere di lottare perché era inutile.

E poi c'erano quelli avvantaggiati che non sapevano cosa volesse dire lottare una lotta continua contro se stessi, loro vivevano la loro vita serenamente senza problemi, e noi persone rotte li invidiavamo allo follia perché l'unico momento in cui ci siamo sentiti così, e stato da bambini.

sapevo però che non si poteva cambiare il destino è il futuro a qualcuno che non ne aveva uno, è io per prima lo sapevo, non riuscivo a immaginare il mio futuro perché non lo volevo , sono un rottame ormai rotto e ricostruito così tante volte che non riusciva più a stare in piedi cercavo di andare avanti di fare ciò che facevano tutti gli adolescenti , fallendo miseramente perché ritornando a casa il mio primo pensiero e quello di riparare le cicatrici di quella giornata sperando con tutto il cuore che un giorno ritornerò a casa senza cicatrici .

Fino a quel giorno eviterò tutto ciò che riguarda il cibo perché poi avrei preso kili indesiderati , sorriderò e mentirò sulla mia salute perché ha nessuno interessa realmente come sto fanno solo i gentili ,ed infine eviterò quel ragazzo che mi fa provare strane emozioni di qui non conosco la provenienza e che mi fanno tanta paura perché infondo mi rendono felice ma triste allo stesso momento , non potevo provare amore ,perché tutte le donne della mia famiglia l'anno provato raccontano di quanto fosse bello all'inizio ma che poi, le ha distrutte.

Ci hanno sempre detto che le donne della nostra famiglia portano con loro una grande maledizione che faceva si che alla fine tutti avrebbero sofferto per amore, ed e proprio perché faceva soffrire che io non potevo rischiare di provarlo perché rischierei di mollare di nuovo e questa volta aggiustarmi sarebbe stato inutile sarei stata da buttare definitivamente.

Quindi se qualcuno se lo stesse chiedendo ,si sono complicata se non mi conosci ma se sei tra quelle pochissime persone che mi conosce allora saprai che non sono realmente complicata sono solo rotta ma questo non lo faccio vedere perché ,si è vero soffro, piango , urlo e mi faccio del male fisico e mentale ma lo faccio in silenzio , perché anche se volessi dire ciò che provo o ciò che penso non ci riuscirei, rimarrei in silenzio perché non so come parlare dei miei sentimenti o di quello che mi accade .

Parlo molto a me stessa nella mia testa di come mi sento, e lo spiego così bene.

Ma farlo uscire effettivamente dalla mia bocca è così difficile.

Non mi reputo strana anche se nella società in cui mi trovo potrei avere questo nominativo.

Penso di essere strana perché amo il silenzio, non quello imbarazzante dove non sai cosa dire, ma quello dove ci sono solo io e nessun'altro .

Solo io e la mia testa e nessun'altro.

Senza tutti quei pensieri, senza quelle maledette vocine.

Mi piace anche quel silenzio con quella persona con la quale non servono le parole siete solo voi e i vostri occhi che parlano chissà quale lingua, ma la capite.

Give me one last kissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora