Il problema è che le persone intelligenti sono piene di dubbi mentre le persone stupide sono piene di sicurezze
Charles Bukowski
«Maya!» la mia psicologa mi risveglia dai miei pensieri, sono ancora qua nonostante io abbia esplicitamente detto a mia madre che non mi serviva e che stavo bene, ma lei è convinta che tutti quei litigi tra lei e quel mostro mi stiano influenzando che non è poi tanto sbagliata la sua teoria però io sono convinta che una strizza cervelli non serve. Ne ora e ne mai.
«mi stavi ascoltando?» domanda come se non fosse ovvio che io non la stavo minimamente calcolando .
«si » no
«cosa stavo dicendo?» chiede nuovamente.
Sono fottuta.
«vuole davvero sapere che non la stavo ascoltando perché non me ne frega un cazzo?» certe volte fare la stronza è l'unica soluzione per proteggermi.
«d'accordo allora se non ti interessa perché fai spendere soldi a tua madre?» c'è da dire però che invidio la sua calma e il suo autocontrollo.
«perché lei si è convinta che questo mi serve» dico indicandole la stanza in cui ci troviamo; una stanza sui toni del grigio chiaro e in ogni angolo è presente una pianta ha una libreria gigantesco su un lato della stanza mentre al centro è presente la sua scrivania che è completamente in ordine mentre dal lato opposto sono presenti dei divanetti nei quali siamo seduti.
«e tu non pensi che "questo" ti serve?» chiede convinta dandomi sui nervi.
«no non mi serve sto bene» guardo l'orario sul mio telefono rendendomi però conto che sono qui da poco più di dieci minuti.
«vedo che ancora non vuoi parlare» afferma lei.
«allora ci vede bene pensavo che quei occhiali li mettesse solo per bellezza» e senza volerlo ho detto cose che la potrebbero ferire.
«cioè io.. scusi» mi scusai e portai il mio sguardo verso il basso sulle mie mani poi verso le mie dita tutte mangiucchiate per colpa dell'ansia.
La dottoressa mi guarda con occhi investigatori e poi mi rivolge un sorriso dolce «d'accordo ho capito, dimmi hai dei amici o il fidanzato?»
Esattamente cosa ha capito ? «si ho dei amici» rispondo nuovamente fredda, non voglio dire le mie cose a una sconosciuta
«e mi vuoi dire come si chiamano?» chiede di nuovo.
«hiba, Tiffany, Allison, Jasmin,Jason e forse anche gli amici di mio fratello»
«mi è giunta voce però che non è tuo fratello» sembra quasi che sta cercando di farmi parlare in tutti i modi e io come una cogliona ci sto cascando.
«boh forse» faccio spallucce e lei inizia a scrivere su un libro, chissà che cazzata sta scrivendo.
Che poi che fastidio mamma mia.
«bene allora c'è qualcosa che mi vuoi raccontare?» chiede di nuovo con un sorriso sul volto, è troppo positiva secondo me, io probabilmente avrei mollato dopo la prima volta.
«non credo» mi addolcisco rendendomi conto che sto facendo la stronza «posso andare ora?» chiedo e lei annuisce lasciandomi andare, direi finalmente.
Mi alzo dalla poltrona rossa e mi dirigo verso la porta che poi apro «ciao Maya» mi saluta la dottoressa ma non le rispondo e me ne vado da li.
Sono nervosa e non so il perché so che voglio stare sola in questo momento voglio andare in un posto dove non c'è nessuno che mi conosca vorrei che fosse pure fresco ma sono in California ed in più d'estate chiedere ciò è impossibile.
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Give me one last kiss
RomanceLa mia storia ha l'intento di rappresentare molti adolescenti come me che sono bravi a soffrire in silenzio e sensa raccontare mai nulla a nessuno per paura del giudizio. Maya è una sedicenne che combatte contro tutto e tutti, convive con mostri e v...