3) So parlare alla gente come so cucinare

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🎶Pov Emma🎶

Ero a disagio?
Si.

Stavo dormendo da qualche ora nel letto di uno sconosciuto!

Le nostre schiene erano premute l'una contro l'altra.

Non mi piace il contatto con le persone.

Per diverse ore non chiusi occhio.
Come potevo?

I miei genitori saranno preoccupati, avranno aspettato una marea di tempo alla stazione controllando ogni treno che passava finché non avranno capito che non ero in nessuno di essi.

Quando tornerò a casa mi aspetterà una sgridata di quelle belle forti di mia madre con tanto di punizioni e divieto di guardare la tv per anni!

Ma la domanda che più mi sorgeva spontanea era: come faccio a tornare a casa?

Mi iniziai a mangiare le unghie dal nervoso.

I miei non possono sapere dove mi trovo adesso.

Avevo il cuore che batteva a mille, lo sentivo rimbombare perfino nelle orecchie.

E chi mi dice che Riccardo non è un pazzo psicopatico che in realtà vuole uccidermi?

Ok, non esageriamo, è comunque un ragazzo che sembra avere la mia età e che vive con la nonna, e poi se voleva uccidermi avrebbe potuto semplicemente non soccorrermi quando stavo affogando.

Mi tirai le lenzuola bianche sopra la testa.

Devo calmarmi.
Domani cercherò la soluzione per contattare i miei genitori, meno male che ricordo il numero di mia madre a memoria.

Provo a rilassarmi e a chiudere gli occhi.

Le lenzuola hanno un buon odore, sembra lavanda.

È proprio quel profumo inebriante mi fece cadere in un sonno profondo.

In un sogno...O per meglio dire, un incubo.

Ero sempre sul pontile vicino al fiume, lo stesso che avevo sognato ieri notte!

Stavo camminando lentamente, sentivo il legno umido sotto ai piedi scalzi.

Era tutto buio.

La sensazione anche se sapevo che era un sogno sembrava molto realistica.

Mi sporsi a guardare il mio riflesso nell'acqua, la corrente rendeva la mia sagoma indistinta ma improvvisamente questa cambiò.

Ora al suo posto c'era un'immagine di un corpo inerme a terra, ricoperto di sangue.

Un brivido mi percorse la schiena.

Non riuscii a capire chi fosse perché l'immagine cambiò una seconda volta.

La corrente incominciò ad andare più veloce creando tante piccole onde.

Le acque diventarono sempre più buie finché non distinsi una mano che reggeva una pistola.

Mi si formò un nodo in gola, nel riflesso del fiume la canna della pistola era rivolta verso di me.

Per le vie di RomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora