| 02 - Cambiamenti

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Mi scansai subito dalla sua presa. A che cazzo di gioco sta giocando Yulian? Non mi voltai indietro e fuggii dal bagno in tutta fretta. Se farmi credere di aver rovinato una missione non gli fosse bastato per farmi incazzare, allora potette starne certo che adesso peggiorò le cose. Spinsi infuriata la porta del suo ufficio e schiantai le mie mani di forza sulla sua scrivania.

"Mi spieghi che cazzo significa tutto questo?!" imprecai di rabbia davanti alla sua figura virile.

"Hm! Bambolina... Rilassati." si alzò dalla sua sedia con movimenti lenti.

"Volevo solamente accertarmi che dopo tutto questo tempo tu non volessi davvero rovinare i nostri piani." provò a tranquillizzarmi con le sue stronzate.

"Stai scherzando, spero." non volli credere alle sue parole.

"E volevo presentarti la tua nuova collega con cui dovrai lavorare d'ora in poi." mi spiegò successivamente.

"Beh, questo non era il modo per farlo!" sorrise poco dopo le mie parole.

"Sai... Mi piace il fatto che tu ti preoccupi di non fallire alcuna missione. Questo mi fa capire che sei una donna con del potenziale." rimasi in silenzio a fissarlo negli occhi ancora incredula per la sua stupida mossa.

"E lei dove starà?" incrociai le braccia al petto scontrosa.

"Nella tua stessa camera d'hotel." aggiunse ciò come se fosse tutto nella norma.

"Oh, ma che sorpresa! Dimmi che anche questo è uno dei tuoi giochetti malati." aggiunsi interdetta.

"No, no. Ma dato che sembra esagerata come idea, ho deciso che è meglio per voi avere un po' più di spazio, perciò vi farò abitare in una casa vera e propria."

"Ma che cazzo?!" afferrò un mazzo di chiavi dalla sua scrivania e fece per darmele, ma non volli accettarle per nessun motivo.

"No!" risposi inidonea.

"Invece sì." mi afferrò per il polso ma tentai di resistergli. Alla fine riuscii a mettermele in mano e compiere il suo gesto. Le strinsi nel palmo fino a farmi male. Girai i miei tacchi e me ne andai via con passi rapidi.

"Sono certo che vi divertirete!" prima di sbattergli nuovamente la porta d'ufficio, gli alzai il mio bel dito medio in alto. Sbuffai irritata. Prima di girare l'angolo, mi ritrovai Amalya alla mia destra che mi diede una leggera occhiata, feci lo stesso anche io, ma girando gli occhi al cielo e procedere per la mia strada.

(...)

Entrai dalla porta d'ingresso e non potetti non osservare l'immenso salotto davanti ai miei occhi. Più che una casa, somigliò di gran lunga ad una villa grande e spaziosa. Non fui abituata a tutta questa ricchezza. Fu troppo da snob maschilisti e ciò mi fece venire la nausea. Inspirai pesantemente, non ebbi altra scelta. La me adolescente avrebbe amato tutta questa libertà, ma io fui più una da un appartamento sperduto a New York, da sola e senza tutta questa situazione da affrontare. Buttai la mia valigia sul letto senza nemmeno disfarla, scesi di sotto e andai in giardino.

Mi sedetti lungo uno sdraio davanti alla piscina. Sbuffai nuovamente e tornai ad immaginarmi una vita totalmente differente a questa.

"Bella vista, no?" cambiai totalmente espressione. Giuro che se me la ritrovo ancora tra i piedi le strappo tutti i capelli dalla testa. Mi sedetti sul bordo dello sdraio, alzando lo sguardo verso di essa, analizzando il suo corpo che mostrò alcuni tatuaggi sparsi su di esso. Non me l'aspettavo. Però ebbe il suo fascino. Fascino da stronza.

"Fammi indovinare, sei la fidanzata di Yulian o qualcosa del genere?" scoppiò in una risatina e mi sentii come aver preso un palo in faccia. Si abbassò verso il mio volto, e involontariamente lo sguardo mi scivolò sul suo seno. Mi posò una mano sulla coscia spoglia dallo spacco del mio vestito attillato, fece per far scivolare le sue dita all'interno ma strinsi le gambe e le spostai la mano in una mossa rapida. Mi innalzai di scatto, essa fece lo stesso. Capii ben presto che non fosse su quella sponda. Grandioso. Due donne lesbiche nella stessa casa, mi chiedo cosa possa mai accadere. Ma fortunatamente mi stette tremendamente antipatica per qualche ragione e l'ultima cosa che volli fu averla tra i piedi. Potetti percepire il suo sguardo analizzare le forme del mio corpo nel mentre me ne andai via.

(...)

Uscii dalla porta del bagno, senza alcun asciugamano addosso, sicura che non ci fosse nessuno nella mia camera da letto. Ma data la mia tanta fortuna, me la ritrovai seduta sul bordo del mio letto con le mani appoggiate su di esso.

"Cosa vuoi ancora?" lasciai che mi vedesse così come fui. Non potetti non notare come i suoi occhi mi analizzarono lentamente dalla punta dei piedi fino alle mie iridi scure. Mi spostai i capelli ancora umidi di lato e mi diressi con passi silenziosi verso il cassetto accanto al mio letto.

"Sono qui per Yulian. Buone notizie." mi confessò in un tono calmo.

"Mh, sentiamo." diedi una risposta secca.

"Ci concede qualche settimana libera. Se ne occupa lui se dovesse imbattersi in altri criminali snob." inspirò pesantemente detto ciò.

"Fantastico." non fui tanto sorpresa.

"Aggiunge che è un piccolo regalo per te. Dice che te lo meriti dopo tutto questo tempo." mi fermai dopo aver indossato le mutande. Feci un sorriso piccolo. Che pezzo di stronzo dolce.

"Dovremmo conoscerci meglio, non credi? Alla fine vivremo nella stessa casa per un bel po' di tempo e lavoreremo assieme." mi avvicinai con passi rapidi verso di essa e mi ci piantai davanti. Il suo viso fu giusto alla stessa altezza del mio addome e non potette non analizzarmi da quel punto in giù. Sollevò lentamente lo sguardo verso il mio seno ancora spoglio e umido. Penetrò il mio sguardo dandomi un'occhiata dal basso. Mi fece un sorrisetto minuscolo per poi allungare leggermente la sua mano verso la vita dei miei slip che tirò leggermente in avanti, facendoli schiantare contro il mio basso ventre, provocandomi un leggero solletico. Feci un passo all'indietro.

"Non toccarmi." si alzò rapidamente in piedi, le sue labbra furono solo a pochi centimetri dalle mie. Non lasciai per un secondo le sue iridi chiare.

"Il tuo corpo sembra voler il contrario, Meghan." mi sorrise maliziosa, analizzando la forma delle mie labbra leggermente secche.

"Ma rispetterò il tuo volere." sfiorò la mia spalla e uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di se. Rimasi ferma per qualche altro secondo prima di rimettermi in sesto. Spero che Yulian se la porti via al più presto dai miei piedi.

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