In questa storia, la protagonista di nome Sofy si ritrova in un posto sperduto a Teyvat, regione enorme che confina con mari e altri paesi altrettanto grandi.
Il suo obiettivo principale è capire chi è veramente lei, ma specialmente raggiungere l'o...
*Arrivati in Inazuma, una coppia di signore accompagnate da una strana tipa con i capelli rosa, si presentarono*
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Ragazza 1: Salve viaggiatori, siete al cospetto della sacerdotessa del grande Narukami Shrine, la signora Lady Yae Miko
Ragazza 2: Qui ad Inazuma troverete un sacco di merce preziosa e sopratutto riviste e libri mai visti prima!
Yae Miko: Altroché! Parlando di argomenti seri, so benissimo per cui siete qui ed io vi farò strada.
Sofy: Santa madre di tutti gli archon, sei un fenomeno!
Zhongli: Ehy guarda che divento geloso poi..
Sofy: Guarda che non ti potrei sostituire con nessuno sappilo. Per la cronaca non mi riferivo in amore, ma per il suo stile
Yae Miko: Non c'è bisogno che mi lusinghi, anzi so cosa fa al caso vostro. Seguitemi per favore
*La seguiamo fino ad un negozietto di vestiti*
Yae Miko: Dato che sarete ospiti da noi per un bel pò, è giusto che io vi tratti a modo. Scegliete pure un kimono
*Guardai meravigliata i vestiti e vi posso giurare che avevo l'istinto di prenderli tutti ma ne scelsi uno molto carino ed elegante che mi rappresentasse*
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*Anche Zhongli e Venti ne presero uno e l'unica cosa che potessi fare era ridere come una cretina: quello verde sembrava un verde muffa e l'altro un giallo palude*
Sofy: GIURO NON CE LA FACCIO, AHAHAHAHAHAHAHH
Yae Miko: Sembrate 2 vegetali bolliti con quelli addosso, ma vi stanno bene comunque.
Venti: Ma è proprio necessario indossare sta roba?
Zhongli: Ridi ancora un pò e stanotte ti faccio vedere io chi ride
Sofy: Uffa, che noioso! Manco 2 risate
Yae Miko: Beh se avete finito il vostro dialogo, la mia archon vi sta aspettando
Sofy: Dove si trova di preciso?
*Yae puntò un enorme palazzo viola in cima a 4 rampe di scale enormi*
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Sofy: EH?! BISOGNA FARE TUTTE QUELLE SCALE?! MA COL CA-
Yae Miko: Linguaggio ragazzina! Le signore devono essere raffinate, non sboccate
Sofy: Sisi come vuoi, io in entrambi i casi quelle scale non le faccio manco a pagarle
Venti: Potrei creare una corrente e usare il deltaplano
Zhongli: Oppure potrei tranquillamente trasformarmi nella mia forma draghesca e portarvi fin là
Sofy: Mi state prendendo in giro per caso?
Venti: Secondo te come dovremmo andare lassù? Di certo non volando
Sofy: Ed io che ci stavo pure credendo..
*Dopo quasi 400 scalini, arrivammo in cima completamente esausti*
Sofy: Vi attaccate alla minchia se sperate di farmi tornare giù..
*Zhongli e Venti erano per terra sdraiati dalla fatica e dalla stanchezza*
Venti: Ho bisogno urgentemente di acqua, non ci vedo più dalla sete!
Zhongli: L'archon electro ci sta aspettando no? Andiamo dai, anche se avrei bisogno di acqua anche io
???: Suvvia, un paio di scale tutti sti problemi?
*Ci voltammo per capire chi stesse parlando e santa madre di tutti gli archon, era uguale identica a Beelzebul di 500 anni fa ma leggermente diversa per l'abbigliamento e sopratutto più bella.
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Vicino a lei spuntò una bambina con I capelli bianchi e verdi, molto simile ad un broccolo con la muffa*
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Zhongli: Una bambina? Ti sei persa tesoro?
???: Ragazzi sono io! Rukkhadevata!
*Sia io, che Zhongli che Venti rimanemmo scioccati*
Sofy: Nono aspetta un attimo, CHE caspita ti è successo?
Venti: Sei diventata come gli nomi delle mie serenate che cantavo in taverna
Rukkhadevata: Comunque non chiamarmi gnoma grazie, scegliete tra Kusanali o Nahida
Zhongli: Ma che razza di nome è Nahida? Sembra una marca di liquore
Venti: A me sembrava tanto un sapone
Rukkhadevata: Finitela! Abbiamo questioni severe di cui parlare
Sofy: Ehm Nahida... quanto sono importanti?
Nahida: Sono di estrema urgenza. Comunque seguitemi, dobbiamo andare al palazzo di Beelzebul
*Seguimmo Nahida, la gnoma con sembianze di un broccolo, fino al palazzo di Beelzebul. Durante il tragitto Zhongli e Venti mi guardarono come se ci fosse qualcosa che non quadrava. Lo stesso presagio lo avevo anche io ed in effetti c'era qualcosa che non andava*
