Il profumo del tè appena versato e dei dolci preparati con maestria e passione si diffondeva fino al corridoio, mentre le voci del cuoco e del medico di bordo riempivano di allegria il grigiore del mattino appena iniziato.
Gli piaceva che l'ambiente fosse così animato; con tutti loro aveva davvero trovato la sua dimensione. Si lasciò andare ad un lieve sorriso, mentre giungeva finalmente di fronte alla porta della sala conferenze. Non appena entrò nella stanza e i due s'accorsero di lui si fece silenzio; entrambi i commensali si voltarono a guardarlo.
"Buongiorno, Friede."
L'omone dall'altra parte del tavolo gli sorrise e lo invitò a sedersi mentre si avvicinava per versargli del tè.
"Buongiorno."
La ragazza continuava dal lato opposto del tavolo ad osservarlo di sbieco e con una mano sotto al mento, pronta ad inveire alla prima occasione utile.
Intuiva dunque che tutti sapevano già più del dovuto mentre sorseggiava il lieve sollievo che la bevanda poteva dargli, e mentre si chiedeva in che modo lo avessero scoperto si guardava intorno, rassegnato e consapevole che nessuno gliel'avrebbe lasciata passare.
"Tutto bene? Sembri stanco."
Lo era; aveva passato la notte sul ponte della nave, a chiedersi se tutto era davvero come lo aveva sempre voluto.
Quanto valesse ciò che aveva costruito, quanto ciò che aveva lasciato, quali sarebbero stati i suoi piani per il futuro, se avesse sbagliato qualcosa nelle sue scelte di vita. Certo, era soddisfatto di aver trovato degli amici che condividevano il suo medesimo obiettivo, ma era certo che questo loro lo sapevano senza che ci fosse bisogno di renderlo esplicito. I Locomonauti erano e sarebbero sempre stati parte del suo progetto, tutti loro dal primo all'ultimo.
"Va tutto bene." sospirò, mentre tentava disperatamente di non incrociare lo sguardo di lei, dalla quale sapeva di non potersi nascondere. La conosceva fin troppo bene, ogni accenno di debolezza da parte sua l'avrebbe portata a scoppiare. Non si sarebbe nemmeno sottratto al confronto in altre situazioni, era sempre stato dell'idea che si dovesse discutere di ogni problema; ma non ne aveva proprio le forze quella mattina.
Dopo essere rimasto sveglio per la prima metà della nottata era tornato in cabina, dove aveva trovato lei che aveva voluto tenerlo sveglio ancora per qualche ora.
"Sei un coglione." cominciò lei, posando con irruenza la tazza sul tavolo.
"Mollie."
Murdock si sedette di fronte a lui e accanto alla ragazza in un tentativo poco deciso di frenare la sua furia, dopo aver portato in tavola i manicaretti che aveva preparato alzandosi molto presto quella mattina e mettendoci fin troppa cura.
"Ci sono dei bambini su questa nave."
"I bambini in questo momento non ci sono, e qualcuno dovrà pur dirglielo." rispose lei subitaneamente, senza scontare del suo sdegno nemmeno una sillaba. "Oria è in ritardo." sentenziò infine, consolandosi con una delle ciambelle poste al centro del tavolo.
Friede sollevò a fatica lo sguardo. Cominciava a spazientirsi a causa di tutta quell'attenzione non richiesta.
"Cos'avrei fatto per meritare la tua inclemenza, sentiamo?"
La ragazza non se lo fece chiedere due volte e prese in mano il telefono, protendendosi poi su di lui per mostrargli un messaggio di Dot nel gruppo interno all'equipaggio, inviato all'alba di quel medesimo giorno, col quale la ragazza taggando i due intimava di fare silenzio e rispettare il sonno degli aeronauti delle cabine all'intorno.

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~ Freed0M
FanfictieLibertà e avventura s'intrecciano con la natura umana e nostalgica del leader dei Locomonauti. Un confronto diretto con ciò che ha lasciato indietro diviene la chiave per comprendere il valore di ciò che ha scelto per se stesso e per il proprio pres...