Capitolo 3

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Ormai da un mese la mia vita era qui,a Milano.
Avevo conosciuto gli amici di Antony,nonché i membri della squadra maschile,avevo stretto un legame con tutte le ragazze della mia squadra che oltre a Federica includeva Giulia,Caterina,Sofia e Jennifer.
Le ho trovate fin da subito molto simpatiche,sono delle ragazze semplici che sanno essere buone amiche.

[...]

La polvere di magnesio sta ricoprendo le mie mani,le parallele,l'attrezzo a me più ostico mi aspettano.

Entro,svolgo,ma l'atterraggio d'uscita mi porta ad una caduta.
Il dolore al braccio è veramente forte,subito scaccio un urlo di dolore.

Giulia corre per venire da me chiamando l'allenatrice.
"Stai bene?Che è successo?."chiede Giulia

"Ho caricato male,perdendo in anticipo il controllo dello staggio,in aria il salto era completamente storto e sono atterrata sul braccio."

"Tranquilla ora ti portiamo al pronto soccorso per vedere cos'è successo."dice Elisa,l'allenatrice.

[...]

Un braccio rotto,uno stop di circa 2 mesi,ecco ciò che non ci voleva,a quattro mesi dalle Olimpiadi.

"Mi dispiace Tay."dice Federica,seduta al mio fianco.

"Non ci voleva veramente."continua Jennifer

"Tranquille ragazze,recupererò.
Sono solo due mesi,c'è la posso fare."sorrisi rassicurante

A Caterina vibró il telefono.

"Uhm un tweet di Niall ragazze."disse sorridendo"Dice che saranno loro a fare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi,oddio ragazze,ci pensate potremmo incontrarli."

Tutte iniziarono ad essere felicissime.

Tranne me.

Con tutti i cantanti che ci sono al mondo,proprio loro ci dovevano essere ad un evento a cui potrei partecipare anche io?

Le ragazze notarono che la mia espressione non era delle migliori,oh no.

"Tay a te non piacciono gli One Direction?"mi chiese Caterina stranita

"Beh veramente..."non so che avrei voluto dire fatto sta che i miei occhi si inumidirono,le lacrime iniziarono a scendere  e corsi nella mia stanza.
Iniziai a strappare tutti i poster di Federica facendoli in mille pezzettini,al diavolo quello che avrebbe pensato io non potevo vivere così,peggio di quando ero ancora in Inghilterra.

La mia vita doveva cambiare,io dovevo dimenticare e non ricordare.

Strange PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora