Capitolo 1: Tavolino da caffè

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MADRE POV
Io ho ricevuto una punizione. Non sono a conoscenza del motivo ma quello che so è che da quando sono nata qualcuno si è pentito di avermi partorito e quel qualcuno è mia madre.

Io e mia figlia ci troviamo nel nostro paese, in Turchia, in uno dei tanti hotel in cui siamo abituate a vivere da tutta la vita. Siamo costantemente in fuga. In fuga dal mio passato che mi perseguita e dal presente. Avere una casa sarebbe estremamente rischioso, ci prenderebbero immediatamente e non avremmo via di scampo. L'unica soluzione è spostarsi all'interno del paese e quando serve anche all'estero. Non rimaniamo mai per troppo tempo nello stesso posto, ci spostiamo visto che è più sicuro.
Sono distesa sul letto della nostra stanza d'hotel. In ogni hotel che cambiamo, cerchiamo di rendere la camera come se fosse la nostra e di nessun altro. Quando usciamo compriamo decorazioni, lucine, bambole, pupazzi...faccio di tutto pur di far crescere mia figlia in un ambiente caloroso e che la faccia sentire "a casa". La mia Bambi si sta divertendo a farsi varie acconciature davanti allo specchio. Io la guardo sorridendo e penso a quanto sia fortunata ad averla. Non posso fare a meno di gioire nel momento in cui lei è serena e non c'è nulla che la tormenta. Il mio scopo è sempre stato quello di renderla felice e di proteggerla, ma nel momento in cui qualcuno o qualcosa me lo impedisce, perdo la testa. In realtà credo di aver perso la testa parecchi anni fa, ancor prima che lei nascesse, ma questa è un'altra storia che rimanderò ad un'altra volta.
Piano piano chiudo gli occhi e mi appare un ricordo; faccio un salto nel tempo e torno indietro di 20 anni. Sono una giovane donna di 18 anni distesa su un lettino d'ospedale con le gambe divaricate. Sono sudata sulla fronte e sul petto e provo un dolore lancinante al ventre. Le infermiere mi dicono di spingere ed è proprio ciò che faccio, ma non posso stringere la mano di nessuno dal momento che sono sola. Sola come lo sono sempre stata per tutta la mia vita prima che nascesse Bambi. Riapro gli occhi e vedo la mia bambina di 20 anni accanto a me che si è addormentata. Mi alzo e mi dirigo in bagno per essere certa che quello che stavo vivendo fosse un sogno. Mi guardo allo specchio e mi rendo conto di essere una donna di 38 anni con il viso più scavato rispetto a 20 anni fa. Mi osservo attentamente e noto come i miei zigomi alti sporgenti siano ancora più evidenti. Il mio naso sottile non è mai cambiato, così come il mio fisico asciutto e slanciato che sembra ancora quello di una ragazza. La gravidanza non ha avuto effetti sul mio corpo, sono rimasta tale e quale. Mi sistemo i miei capelli lunghi e scuri come la pece e mi rinfresco il viso. Sento bussare alla porta, è Bambi.
- mamma? Posso entrare?
- vieni piccola.
- che stai facendo?
- mi sto dando una rinfrescata, questa sera scendiamo al ristorante per cena.
- davvero?! Ne sei proprio sicura Madre?
- ma certo Bambi, so che ti farà felice.
Di solito non mangiamo mai insieme agli altri negli hotel. Preferiamo farci portare il cibo nella stanza. È meglio non farsi notare dalle anime false...non bisogna dare nell'occhio. Così facendo nessuno ci darà fastidio, ma di tanto in tanto voglio rendere felice mia figlia e così mi capita di fare eccezioni. Le ripeto sempre di fare attenzione agli altri, noi li chiamiamo 'anime false' dato che ognuno indossa una maschera per vivere in società. Tutti mentono, tradiscono e feriscono...ma noi non siamo così. Noi due ci bastiamo l'una per l'altra, noi siamo L'Unità della Luna.
- sono davvero felice mamma, vedrai che ci divertiremo.
- sì!

BAMBI POV
Entro nel bagno dopo aver bussato e colgo mia madre guardarsi attentamente allo specchio. È davvero una bellissima donna, non troppo alta ma neanche bassa, molto magra e con un viso spigoloso. Lei non ha vizi, se non quello del fumo. Credo che fumando, riesca a scaricare tutto lo stress che accumula dato che non può farlo in altro modo...non vorrei che fumasse, le fa male alla salute.
Ridendo, le faccio sempre notare quanto i suoi zigomi siano pronunciati. Lei non ha affatto un viso dolce, tutt'altro. Ha gli occhi scuri, così come i capelli e ciò la rende una donna temibile, affascinante e misteriosa. A volte penso che vorrei tanto che anche le altre persone sapessero com'è davvero mia madre. Moltissime volte capita che lei debba essere dura con il personale degli hotel o con gli ospiti...lei dice di essere costretta a comportarsi così e io le credo. Si mostra come una roccia ma con me è del tutto diversa. Potrei dire che mia madre ha due personalità; con le anime false è rigida e distaccata ma con me è molto dolce e premurosa, insomma la mamma migliore che potessi avere.
Quando mi ha detto di voler andare a cena normalmente in mezzo a tutte le altre persone, quasi non ci credevo. Ho sentito un'ondata di felicità ma che sia ben chiaro...io sto benissimo con mia madre, anche se dovessimo vivere insieme solo noi due per tutta la vita. Quando mia madre dice che il mondo è cattivo, mi fido di lei e non ho bisogno di entrare a farne parte ma a volte la curiosità si fa più grande di me. Sono incuriosita dai discorsi della gente, dalle loro "normali" abitudini, dai loro comportamenti...tutto ciò che è considerato normale da tutti, per noi non lo è. Non abbiamo mai avuto una casa, non abbiamo parenti, una famiglia...io ho solo mia madre e lei ha solo me.
- dai Bambi, preparati. Scegli un bel vestito.
- sì mamma, volentieri!
- vuoi che ti faccia le trecce?
- sarebbe fantastico!
Mi faccio intrecciare i capelli dalla mamma e poi rimango a guardarla mentre si prepara. Si toglie i vestiti comodi e rimane in intimo. A mia madre non garba il fatto che io la veda senza vestiti; ciò la fa sentire vulnerabile e teme che io possa credere che lei non sia abbastanza forte da potermi difendere dato il suo fisico esile. Ogni volta che capita che lei si debba cambiare davanti a me, assume uno sguardo di un cucciolo indifeso che sembrerebbe dirmi 'girati'. Io lo faccio senza che lei me lo dica ma un giorno me lo disse.
- Bambi per favore, potresti voltarti?
- perché mai? Io mi cambio sempre davanti a te...
- è diverso. Io sono tua madre, ti ho vista nascere.
- ma madre, non c'è niente di male. Io sono una femmina e anche tu lo sei.
- lo so piccola...
Io non distolsi lo sguardo a allora fu lei a voltarsi.
- mamma va tutto bene?
- sì.
La raggiunsi e mi misi davanti a lei. A quel punto confessò ciò che si teneva dentro.
- non voglio che tu pensi che io sia debole.
- non lo penserei mai. Perché dici così?
- diciamo che gli abiti non fanno notare tutta la mia magrezza.
- mamma, tu sei forte d'animo ed è questo che mi protegge sin da quando sono nata.
La mamma mi abbracciò forte e poi si mise la maglietta.
È tutto rigorosamente nero. Tutti i suoi vestiti sono neri, non l'ho mai vista con un capo o un accessorio colorato. Si veste in questo modo per non attirare l'attenzione ma io credo che voglia anche nascondere la sua femminilità. Se lo volesse, mia madre potrebbe essere un'icona di stile e brillare, ma non lo fa. Troppe persone si girerebbero a guardarla e si ricorderebbero di lei. Noi dobbiamo essere invisibili. Al contrario, io indosso sempre colori pastello, vestiti a fiori, capi giocosi. Sono grande ormai ma quegli abiti mi piacciono e in più mia madre li adora. Ho 20 anni e molte persone credono che io sia più piccola dal modo in cui mi vesto, ma a me non importa, sto bene così...mia madre sostiene che certi colori si abbinino bene ai miei capelli biondi e ai miei occhi azzurri. Penserete "non vi assomigliate proprio tu e tua madre" e in effetti è così. Non ho ereditato i suoi caratteri perciò presumo di averli presi da mio padre ma non ne ho la certezza in quanto non ho mai chiesto a mia madre di lui. Ci sono argomenti che non vanno toccati, domande che non posso fare, curiosità che rimangono in sospeso... "certi argomenti mi farebbero crollare e mi farebbero cadere nei giorni del cuore appesantito". È questo che mi ripete sempre mia madre.
Tornando al suo vestito...indossa un abito di media lunghezza in raso nero, con le maniche lunghe e con uno spacco che risalta le sue gambe lunghe e magre. Ai piedi ha delle bellissime scarpe nere con il tacco a spillo e porta i capelli raccolti in uno chignon altro che mette in risalto il suo bel viso. È truccata; ha le labbra tinte di un rosso molto tenue e gli occhi impreziositi dal mascara e da un po' di ombretto che le allunga il suo taglio naturale. È davvero stupenda. Nonostante la sua volontà di voler passare inosservata, è davvero difficile non ammirarla.
- sei pronta bimba?
- in realtà attendevo te.
- ci ho messo più del solito, hai ragione.
La fisso dritta negli occhi.
- che succede Bambi?
- e che... sei davvero bella.
Mi guarda tirando un sospiro di sollievo e mi sorride.
- mai quanto te.
Mi risponde.
Scendiamo al piano terra con l'ascensore e nel mentre noto tre donne di circa 70 anni che mi guardano con un sorriso stampato in volto.
- ma che bella ragazza!!!
Dice una loro.
- è davvero di una bellezza rara! Non si può non notare.
Risponde un'altra.
Mia madre è infastidita, infatti non si volta e continua a guardare davanti a sé. Io
rivolgo un sorriso alle donne e finalmente le porte dell'ascensore si aprono. Arriviamo al ristorante e notiamo che il nostro tavolo in mezzo alla sala è molto più piccolo rispetto agli altri. Io e la mamma ci sediamo ugualmente ma noto come lei stia seduta al bordo della sedia, senza nemmeno appoggiarsi allo schienale.
- mamma...
non faccio in tempo a cominciare la frase, che lei ha già chiamato l'attenzione di un cameriere.
- mi scusi...
- mamma ti prego...
- basta! Non possiamo accettarlo.
Mi dice
- mi scusi, parlo con lei.
Ripete, richiamando l'attenzione del cameriere.
- mi dica signora.
- vorrei che si guardasse introno.
- non capisco.
- le sembra che qualcun altro abbia un tavolo come il nostro?
-...
- mi spiego meglio... secondo lei qualcun altro in questo ristorante ha un tavolo piccolo come il nostro? Sembra un tavolino da caffè.
-si sarà trattato di un errore. Ora glielo faccio cambiare immediatamente.
- un errore? E di chi sarebbe la colpa? Sembrerebbe fatto di proposito.
- no signora, glielo assicuro. Mi dica quale tavolo preferisce.
- qualunque purché non sia questo.
- perfetto.
- mi auguro che questa sfrontatezza non rimanga impunita.
- che intende?
- un buon cameriere si sarebbe scusato e avrebbe trovato subito una soluzione.
- non le sembra di esagerare?
- no, per niente. Se lo facessi se ne accorgerebbe.
Mia madre si alza e mi dice:
- Bambi, vieni con me.
Mi prende la mano e mentre cominciamo a camminare, vedo che afferra la tovaglia e la trascina con sé facendo cadere tutto. Tutti si girano e ci guardano.
- bimba, vai in camera, io ti raggiungo.
Faccio ciò che dice. Mi dirigo nella stanza e la aspetto seduta sul letto.

MADRE POV
Mando mia figlia in camera e mi avvicino al direttore dell'hotel. Lui con passo spedito, si dirige verso di me con un volto minaccioso e mi dice:
- signora, sarò costretto ad allontanarla dal mio albergo. Il suo comportamento ha superato ogni limite.
- oh non serve, ce ne andiamo subito.
- prenda quella STRAMBA di sua figlia e se ne vada.
STRAMBA. Questa parola comincia a rimbombarmi nella testa incessantemente. Dentro di me sento che qualcosa sta per scattare, forse un momento di pazzia. Sí. Sto perdendo la testa.

Da chi stiamo scappando mamma?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora