BAMBI POV
Mi addentro in una stanza che sembrava essere quella di un adolescente, sicuramente quella della mamma. È molto graziosa, i mobili sono in legno massello e in ogni angolo ci sono delle bambole di porcellana, identiche a quelle che mi comprava. Mi avvicino alla scrivania e noto un diario. Non dovrei aprirlo ma è ciò che faccio; la curiosità si fa più grande di me. Lo apro e trovo diversi pezzi di giornale ritagliato o immagini prese da riviste che ricoprono le pagine. Sfoglio il diario e trovo una foto: in primo piano c'è mia madre con il suo cane in braccio e sullo sfondo un ragazzo biondo e con gli occhi blu. Potrebbe essere mio padre...
- Bambi! Vieni dove posso vederti!
Corro da mia madre con le lenzuola in mano e la aiuto a legare il nonno.
- ora possiamo andarcene.
- starà bene?
Domando io.
- ma certamente tesoro.
Mia madre mi sorride e mi prende per mano, per accompagnarmi all'uscita. Abbiamo la nostra valigetta ma siamo ancora sulle spine.
- shhh, aspetta.
- che c'è mamma?
- c'è l'autista di mio padre.
Ci nascondiamo dietro un cespuglio e attendiamo.
- sto entrando a controllare.
Dice l'uomo.
- mamma è un poliziotto?
- sembra di sì...in che guaio ci siamo cacciate adesso?
Ci dirigiamo in strada con molta discrezione e non appena abbiamo la fortuna di incontrare un camion, mia madre decide di lanciarci la valigetta sopra.
- no!! Perché l'hai fatto?
- scommetto che la valigetta fosse soltanto un modo per rintracciarci. Questa volta non la passerà liscia.
Comincio ad avere un po' di paura. Lo sguardo di mia madre è diverso...come se avesse indossato una maschera. Comincio a pensare che sia arrivato "quel momento" a cui non avrei voluto mai assistere: vedere mia madre assumere la sua altra identità. Rientriamo in casa molto silenziosamente ma ci fermiamo davanti alla porta dello studio.
- Bambi, promettimi che non entrerai per nessun motivo.
- ...
- Bambi! Promettimelo!
- sì, sì te lo prometto mamma.
- voglio che tu sappia che io sono disposta a dare la mia vita per te...
- lo so.
La abbraccio istintivamente e lei fa lo stesso. Lei entra e chiude la porta alle sue spalle. Sento immediatamente dei rumori, sembra che stiano lottando e io sto morendo di paura. Non potrei permettere che le accada qualcosa.MADRE POV
Cerco di cogliere di sorpresa quell'uomo che purtroppo si può definire mio padre, ma questo si volta prima che io possa colpirlo con il taglierino. Mi da un colpo sul braccio e mi ritrovo disarmata, poi continua a colpirmi e mi afferra per la maglia. Vorrei poterlo respingere e ci provo con tutte le mie forze, ma lui sembra avere la meglio su di me. Cado a terra e lui comincia a darmi diversi calci sulle gambe, sulla schiena e sul ventre. Io mi piego dal dolore e comincio a gemere.
- pensavi che io fossi un idiota come quelli che si sono fatti uccidere da te? Eh? Io e tua madre abbiamo fatto un errore a farti nascere. Perché sei nata?
Continuava ad a urlare frasi del genere, finché giro il volto verso la porta mentre lui va avanti a colpirmi e vedo Bambi entrare in silenzio. Mi aveva promesso che non lo avrebbe fatto; ho paura e ho un brutto presentimento.
Bambi afferra un vaso dalla credenza e lo rompe sul capo di mio padre, dandomi il tempo di rialzarmi. Mio padre guarda Bambi nello stesso modo in cui guardava me quando avevo la sua età e all'improvviso le tira uno schiaffo su quel suo bellissimo volto. Sento il sangue arrivarmi al cervello e gli occhi bruciarmi. È in quel momento esatto che ho deciso di attaccare. Prendo una delle penne stilografiche che si trovano sulla sua scrivania e gliela conficco nel bulbo oculare. Lui grida dal dolore ma riesce comunque a strapparsela via e ad avventarsi di nuovo su di me con tutta la sua ira e la sua forza. Si mette sopra di me e mi afferra il collo stringendolo, tentando di soffocarmi. Non respiro, ma quando sento l'ossigeno percorrere di nuovo le mie narici, noto la stessa penna stilografica conficcata nell'altro occhio. Soltanto in un secondo momento noto Bambi dietro di lui, che improvvisamente lo spinge per farlo cadere a terra. Lui ormai debole, è disteso sul parquet in legno pregiato e la mia bambina, la mia Bambi, estrae la penna dal suo occhio e gliela conficca più volte nel petto. Io non riesco a muovere un muscolo. Sono ancora adagiata sul pavimento e la osservo. Osservo tutta la sua rabbia uscire dal suo corpo e materializzarsi. Mi rivedo così tanto in lei, ma mai e poi mai avrei voluto tutto questo. Lei doveva restare pulita e non vivere tutto quello che ho vissuto io; lei doveva rimanere pura. Una lacrima mi riga la guancia ma quando Bambi si alza e lascia cadere la penna, le osservo il volto e il mio cuore si ferma per un attimo. Era ricoperta di sangue e non mi sembrava neanche più la mia bimba. Avrei voluto tanto risvegliarmi da quell'incubo ma purtroppo era tutto vero. Con tutte le mie forze mi alzo e le vado incontro.
- forza, andiamo subito in bagno. Ti devi cambiare, ora!
Lei è impassibile, ha gli occhi sbarrati e non emette suoni. Prendo il suo zaino e prendo degli abiti puliti. Le slaccio la camicia e le tolgo i pantaloni sporchi di sangue, per poi rivestirla. Con un asciugamano le tolgo il sangue dal suo volto innocente e in un battibaleno, usciamo da quella casa degli orrori. Ci dirigiamo all'ennesima stazione degli autobus e saliamo sul primo che capita.
- Bambi, mi dispiace...non doveva andare così. Tu...tu dovevi restare pulita.
Le dico, continuando a pulire le sua mani compulsivamente con un fazzoletto.
- mamma! Sono pulite.
- mi dispiace...
Dico con le lacrime agli occhi.
- noi siamo una cosa sola. Non preoccuparti, ho fatto ciò che serviva per salvarti e sono sempre felice di aiutarti. Ora abbiamo un problema in meno, non dovremmo più preoccuparci di lui.
- beh...
- era il tuo incubo, no? Ora i tuoi genitori non ti daranno più fastidio, non ti tormenteranno più mammina.
Questa volta è stata lei a prendersi cura di me. Per la prima volta i nostri ruoli si sono invertiti e da questo capisco che Bambi è grande, è pronta per affrontare il mondo; ma a differenza della fiaba di Bambi, io non lascerò mia figlia. Non la lascerò mai.
Mi sono sentita amata e "curata" da qualcuno, come se avessi avuto una sorta di figura materna al mio fianco. Ora mi sento così piccola...Poggio la testa sulle sue gambe e mi godo il calore del suo corpo.
- dormi mamma...riposati, te lo meriti. Ora penserò io a risolvere i nostri problemi.BAMBI POV
La mamma si è addormentata sulle mie gambe. È così bella nonostante i lividi che ha sul volto per colpa di mio nonno. La vedo stremata e dimagrita. È molto secca e ha il volto ancora più scavato del solito. Provo un enorme dispiacere per lei ma allo stesso tempo, un amore infinito. Vedere il suo stesso padre trattarla in quel modo, mi ha fatto capire molte cose. Ora ho compreso davvero la causa del suo dolore e dei suoi incubi.
Tutte le volte che aspira energicamente il fumo delle sue sigarette, pensa a suo padre o comunque alla sua famiglia. Mia madre ha un trauma e questo ormai lo so da tanto tempo, ma adesso comprendo che forse questo trauma è molto più grande di quanto pensassi. Vorrei sapere di più, vorrei che mi raccontasse ogni cosa, ogni episodio di violenza da lei subito, ma non ho il coraggio di chiederglielo. Temo di farla stare troppo male e dal momento che è molto provata in questo momento, non me la sento proprio.
Tiro fuori dalla tasca dello zaino la foto che ho preso dal diario di mia madre e la osservo per bene mette lei dorme. Scruto attentamente il viso di mio padre e noto che mi assomiglia molto. Noto anche la felicità di mia madre in quella foto; una felicità che vedevo nei suoi occhi soltanto nei momenti in cui arrivavamo in un nuovo angolo del mondo in cui non eravamo in pericolo. Quella gioia però è sempre stata passeggera e tutt'altro che duratura. L'intera vita di mia madre è sofferenza, ma lei la nasconde bene, fin troppo.
Le ho promesso di occuparmi personalmente dei nostri problemi e lo farò. Forse lei non sarà pienamente d'accordo, specialmente per il modo in cui intendo farlo. Lei odia gli estranei, odia quasi tutte le persone, ma non ha mai detto di odiare mio padre. Ne ha sempre parlato bene e le poche volte che parlava di lui, riuscivo a percepire una luce insolita nei suoi occhi. Lui era l'unica persona che l'avesse mai amata al di fuori di me. Allora perché non chiedere a lui? In fondo sono sua figlia e se non vorrà aiutare mia madre, non potrà rifiutarsi di aiutare me. Ovviamente questa è solo un'idea e non ho ancora un piano ben preciso. Probabilmente sarà l'ultima spiaggia visto che mia madre non permetterebbe mai ad una terza persona di entrare nelle nostre vite.
Mia madre si sveglia.
- come stai?
Le chiedo.
- meglio Bambi. E tu come stai?
- magnificamente. Mi sono riposata anch'io.
Le rispondo. Faccio una pausa ma poi trovo il coraggio di mostrarle la foto.
- non sgridarmi ma nella tua stanza ho trovato questa.
Le porgo la foto e se inizialmente il suo viso esprimeva dubbio e timore, poi rivelò un magnifico sorriso.
- bellissima questa foto! Dove l'hai presa?
- era in camera tua, in mezzo alle pagine del tuo vecchio diario.
- ma certo! La custodivo come se fosse oro!!! Grazie per avermela riportata. Forse questo è l'unico ricordo che vale la pena conservare.
- dimmi una cosa...lui è mio padre vero?
- ...si, è lui.
Mi risponde sorridendo dolcemente.
Non le faccio altre domande, almeno per ora.
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Da chi stiamo scappando mamma?
Misterio / SuspensoQuesta è una storia rivisitata e ispirata al romanzo turco "In Fuga" e alla serie Netflix "Anime False". Tratta della storia di una madre e di sua figlia, entrambe continuamente in fuga, che si spostano da un hotel all'altro cercando la stabilità ne...